sábado, 9 de outubro de 2021

LA SCELTA CHE CI PORTA GIOIA PIENA

 

Riflessione a partire da Sap 7, 7-11; Eb 4, 12-13; Mc 10, 17-30



 

    Il tema centrale di questa riflessione è la Sapienza. Essa ha la sua origine in Dio e si è resa visibile nella persona di Gesù Cristo, il quale si è dichiarato come “Pane disceso dal cielo”, cioè, Sapienza di Dio incarnata nelle realtà umane. In questo senso, è veramente saggia solo la persona che dà piena adesione agli insegnamenti di Gesù Cristo, condizione per la gioia piena.

    La lettura del libro della Sapienza, in stretta linea con il vangelo, riprende la testimonianza di Salomone, il quale sceglie la sapienza invece del potere e della ricchezza. La sapienza non può essere paragonata a nulla che esiste su questa terra. Essa è un dono dall’Alto e viene data a chiunque la ricerca e la preferisce nei confronti delle altre cose. La dobbiamo chiedere con umiltà e perseveranza, consapevoli che è interesse dello stesso Dio darcela, affinché possiamo fare delle scelte che siano secondo la sua volontà, come ha fatto lo stesso Salomone.

    Il brano della lettera agli ebrei è un inno alla Parola di Dio. Essa è viva e efficace e proprio per questo, ha la capacità di penetrare in profondità il nostro essere rendendoci in grado di compiere ogni buona opera. È dalla Parola che ci viene la capacità di discernere perché essa è fonte di sapienza. Quando l’accogliamo bene e permettiamo la sua azione nella nostra vita, pian piano essa trasforma il nostro cuore di pietra rendendolo sensibile e disponibile alle proposte divine.  

    Durante la vita pubblica di Gesù, molte persone sono venute da lui, lasciandosi toccare e trasformare dalla sua parola. Gesù ha potuto, in più occasioni, provare gioia e soddisfazione per i risultati positivi della richiesta alla sua sequela. Ma con l'uomo che appare nel vangelo di oggi, la situazione è stata ben diversa, perché, sebbene portasse in sé l'anelito alla vita eterna, il suo cuore era chiuso e troppo preso. Egli infatti era zelante, disponibile, seguiva i comandamenti, ma viveva senza molto senso, perché la sua vita si limitava all'adempimento delle regole e ai beni che possedeva.

    Gesù gli rivolge uno sguardo pieno d’amore, tipico di chi vuole affidare qualcosa di molto prezioso a qualcuno perché sa che esso ha il potenziale per corrispondere. L'invito a seguire Gesù, allora, viene da uno sguardo che penetra nel profondo, affascina e seduce. Esso prende in considerazione l'esperienza di fede, attraverso i comandamenti e allarga l’orizzonte attraverso una nuova proposta di vita, non basata sul rispetto delle regole o sul rigorismo, ma sul distacco e la condivisione dei beni. In altre parole, Gesù ci invita a seguirlo con saggezza.

    Una vera trasformazione deve avvenire anche per noi, poiché la Parola di Gesù che di solito ci viene rivolta porta una proposta radicale che provoca alcune rotture. O seguiamo Gesù, rinunciando al superfluo, oppure manteniamo il superfluo e rinunciamo a Gesù. Non si può optare per Gesù e continuare allo stesso modo, ad esempio, avere un rapporto sbagliato nei confronti delle cose materiali. Senza conversione non c'è vera sequela.

    Facciamo fatica a scegliere bene perché pensiamo molto a quello che dobbiamo rinunciare. L’uomo del vangelo ha fatto la peggiore scelta della sua vita perché non ha voluto rinunciare. “Non facciamo anche noi lo stesso errore perché quando il Signore ci chiede cose così grandi è solo perché, prima, ci ha raggiunto con uno sguardo pieno d’amore, donandoci le condizioni per la risposta secondo le sue attese”. E questo ci basta.

    Di fronte a una realtà che si presenta carica di proposte sempre più attraenti e affascinanti, ci vuole molta saggezza e audacia profetica per compiere un passo così significativo come quello a cui Gesù ci invita oggi. E questo non è riservato solo agli altri... Ogni persona è chiamata a coltivare uno stile di vita più semplice e distaccato, ponendo la sua speranza più in Dio che nelle cose che possiede. La dedizione al servizio fraterno e la condivisione dei beni nella comunità dimostrano che comprendiamo che la vita eterna comincia già su questa terra, facendoci sperimentare una gioia moltiplicata in ogni gesto di bene a favore degli altri.

    Lasciamoci amare dal Signore e accettiamo la sua proposta che ci assicura la vera libertà, condizione fondamentale per avere la vita eterna, cioè, la vita dell’Eterno, che comincia dal momento che decidiamo di seguirlo con radicalità. Che Egli ci conceda la sua saggezza perché possiamo avere un atteggiamento adeguato verso i beni e possiamo assumere la nostra vocazione di discepoli nella totale disponibilità a servirlo nella persona dei nostri fratelli e sorelle.


Fr Ndega

Revisione dell'italiano: Giusi

 


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