quarta-feira, 28 de dezembro de 2016

"LA PAROLA SI FECE CARNE E VENNE AD ABITARE IN MEZZO A NOI"

titolo originale: "NENO ALIFANYIKA MWILI NA AKAKAA KWETU"

Riflessione su Is 52, 7-10; Hb 1, 1-6; Giovanni 1, 1-18

      Stiamo vivendo un tempo di gioia e di gratitudine, il Natale del Signore. Tutto sembra avere più colori, più luce e più significato. Questo è il risultato della presenza di Dio in mezzo a noi. Egli ha preso su di sè la nostra realtà e ci invita ad imparare da lui per vivere bene. Ringraziamo Dio perché continuamente ci dà l’opportunità di rinnovare continuamente la nostra vita. Il messaggio della nascita di Gesù è un messaggio di grande gioia per tutti, perché il Salvatore è nato per tutti. Rallegriamoci perché Dio ha deciso di portare la salvezza per noi, creando la sua dimora tra noi. La salvezza è opera di Dio, ma si realizza nel mondo con la partecipazione umana. Prendiamo come esempio Maria e Giuseppe; attraverso la semplicità dell'evento e delle persone coinvolte, ci rendiamo conto della grandezza del nostro Dio. Questo conferma il proverbio africano che dice: "La gente umile, facendo cose semplici ed in piccoli posti è capace di cambiare il mondo.”  I grandi cambiamenti di cui la nostra società ha bisogno dovrebbero verificarsi a partire da ogni persona. La nuova società si realizzerà quando tutti prenderanno coscienza della necessità di cambiare se stessi, piuttosto che cercare di cambiare gli altri.

    Secondo la prima lettura, dopo l'esperienza dell’esilio il popolo d'Israele vive in circostanze nuove e riscopre la propria vocazione come popolo di Dio. Il senso della sua vocazione non è usare vendetta contro i nemici, ma proclamare una buona notizia, la notizia della pace. Questa notizia è un messaggio di incoraggiamento da parte di Dio che motiva le persone a coltivare un nuovo rapporto con Dio e tra di loro. Questo è il messaggio di gioia che dovrebbe essere proclamato a tutti, perché la salvezza di Dio è per tutti. Come nuovo popolo di Dio, noi siamo gli eredi di questo messaggio, cioè, proclamare la salvezza di Dio in Gesù Cristo.  Tutto ciò che Dio ha fatto nella nostra vita deve essere proclamato. La gioia che è risultato di questa azione non sarà piena nella nostra vita se non la proclamiamo agli altri. Questo movimento inizia in Dio stesso, che è il Dio della parola. Ha creato tutte le cose mediante il potere della sua parola. Così, la seconda lettura testimonia che egli dopo aver parlato nel passato tramite i nostri antenati, parla oggi e continua a parlare perché la parola è stata sempre con lui, si tratta di suo figlio, Gesù Cristo, il mediatore della nuova ed eterna alleanza.

         La parola di Dio che era per sempre è il Figlio di Dio. Lui è la ragione di tutto ciò che fu creato. Questa parola si fece carne nel grembo della Vergine Maria, rivelando l'immagine di Dio come un padre che è pieno di compassione. Il Figlio Gesù ci ha resi figli di Dio e ci ha illuminato con la sua luce finché possiamo essere testimoni della luce e della verità, come Giovanni Battista. Tutto ciò che Dio fa è buono e perfetto, perché questo è il suo modo d’agire. "La parola si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi". In Gesù, Dio è uno di noi. Egli è la misericordia che si lascia trovare e toccare, portando una nuova proposta di vita. Allora, non è sufficiente riconoscere la misericordia di Dio in Gesù; è anche necessario permettere di essere toccati da questa misericordia e guidati dal suo messaggio di amore e di pace. La nascita di Gesù ha fatto diventare tutti gli uomini una sola famiglia. Veramente, Dio ha rivelato se stesso come il “Vicino”, il “Povero” e l’amore rifiutato, invitando tutti a riconoscere il valore dei piccoli gesti e progetti. Naturalmente questa opzione di Dio è imbarazzante, ci invita a pensare e agire diversamente.

         Dio accetta le condizioni di essere bambino, con totale dipendenza della cura e amore dell’essere umano. È la fede che ci porta a identificare questo bambino di Betlemme in ogni bambino che ci viene incontro nel nostro cammino. Ogni bambino chiede il nostro amore. Proviamo a pensare ai bambini che non hanno alcuna esperienza di amore dei loro genitori; ai bambini delle strade che non hanno un posto dove vivere; ai bambini che servono come soldati, ai bambini che sono vittime dell’abuso sessuale e ai bambini che sono stati costretti a lasciare i loro sogni a causa della situazione economica familiare. Il Bambino di Betlemme è un invito per noi a promuovere una situazioni diversa nella vita di questi bambini.

    Anche se viviamo in una società consumista, che impedisce la nostra attenzione all'essenziale nella nostra vita, dobbiamo essere attenti, il Natale non è consumismo. È la festa della rivelazione del mistero dell'amore di Dio che fa diventare il cuore umano dimora di valore veri. Dio ci ama liberamente e generosamente, senza merito della nostra parte. Questa esperienza ci porta a fare lo stesso; così il Natale sarà più di un periodo nell'anno. Sarà sempre Natale, se impariamo ad amare veramente e mettere più sforzo per costruire una società più giusta e fraterna per il bene di tutti.

Fr Ndega
Revisione: Giusi

“THE WORD BECAME FLESH AND MADE DWELLING AMONG US”

original title: "NENO ALIFANYIKA MWILI NA AKAKAA KWETU"

Reflection Is 52, 7-10; Hb 1, 1-6; John 1, 1-18

       We are living a period of great joy and thanksgiving, that is, Christmas of the Lord. Everything seems to have more colour, more brightness and more meaning. That is the result of the presence of God among us. He assumes our context and invites us to learn from him so that we can live better. Let us thanks to God because he continues giving us opportunities for our renewal. The message of the birth of Jesus is message of great joy for all because the Saviour was born for all. Let us rejoice because God decided to bring salvation to us, building his dwelling among us. The salvation is work of God, but it happens in the world with the participation of the human being. Let us take as example Mary and Joseph. Like that, through the simplicity of the event and the people involved, God manifests his greatness. This concrete reality confirms an African proverb, which says, “Simple people performing simple things in simple places are able to change the world”. The big changes that our society needs should happen inside of each person. The new society will happen when each person recognises the need of changing himself/herself instead of trying to change others. 
      
         According to the first reading, after the experience of exile, the People of Israel live a new reality and rediscover his vocation as People of God. The meaning of his vocation is not in organizing vengeance against his enemies but in proclaiming good news, that is, news of peace. This good news is message of consolation that comes from God and leads the people to assume the commitment of cultivating new relationship with God and among themselves. This is a message of joy, which should be proclaimed to all, because the salvation is for all. As new People of God, we are heirs of this message with new meaning, i.e., to proclaim the salvation of God in Jesus Christ. Our feet are sign of our availability and passion for the sake of the kingdom of God. Everything that God does in our life needs to be proclaimed. The joy that is fruit of this action will be full in us if it is proclaimed to others. This process starts with the own God, who is the God of the Word. He created everything through the power of his word. Then, the second reading witnesses that he spook in the past through our ancestors, he speaks today and will continue speaking because this Word was and is always with him; this word is his Son Jesus Christ, who is the Mediator of the New and Eternal Covenant.   

         The Word of God that exists always is the own Son of God. He is the reason of everything that was made. This word was made flesh in the womb of the Virgin Mary, coming into the world full of grace and truth, revealing the face of God as a Father full of mercy. The Son Jesus made us sons of God and enlightened us with his light in order we should be witnesses of the light and of the truth like John the Baptist. Everything that God does, he does well and perfect because this is his way of acting. Then, “the Word became flesh and made dwelling among us”. In Jesus Christ, God is one of us. He is mercy who allows being met and touched, bringing a new proposal of life. For that, is not enough to recognise the mercy of God in Jesus; it is important also to allow oneself be touched by this mercy and being led by his message of love and peace. The birth of Jesus makes all people to become one only family. Truly, God reveals himself as the Neighbour, the Poor, the Rejected, inviting all of us to recognise the value of the small gestures and projects. Of course that the option of God embarrasses us, inviting us to think and act differently.      

The God Almighty becomes a child to depend totally on care and love of human being. It is the faith that lead us to recognise this child of Bethlehem in each child we meet in our daily life. Each of these children begs for our love. Let us think about those children who do not have the experience of love of the parents. Let us think also about those street-children, who do not have place to live. Let us think about that children who are used as soldier, being transformed in instruments of violence instead of being instruments of peace; let us think also about the children who are victims of sexual abuse and finally, the children who are forced to abandon their dreams because the critical economic situation. The child of Bethlehem is invitation so that we may promote a different reality in the life of these children.      

As we live in a society of consumption, that prevent us of focusing the essential in our lives, we should be attentive. Christmas is not consumption. It is feast of the revelation of the love of God, which transforms the heart of human being in dwelling of the true values. God loves us freely and generously, that is, without merit of our part. This experience lead us to do the same so that Christmas should not be a moment only in the year. Will be Christmas always if we learn how to love truly, putting more effort to build a more fraternal society with justice and dignity for the good of all.   


Fr Ndega

segunda-feira, 26 de dezembro de 2016

“EL VERBO SE HIZO CARNE Y HABITÓ ENTRE NOSOTROS”

título original: "NENO ALIFANYIKA MWILI NA AKAKAA KWETU"

Reflexión Is 52, 7-10; Heb 1, 1-6; Jn 1, 1-18

Estamos viviendo un tiempo de gran alegría y acción de gracias, esto es, la Navidad del Señor. Todo parece tener más color, más luz y más sentido. Esto es el resultado de la presencia de Dios entre nosotros; Él asumió nuestro contexto y nos invita a aprender de el para que podamos vivir mejor. Agradezcamos a Dios por continuar dándonos oportunidades para nuestra renovación. El mensaje del nacimiento de Jesús es mensaje de gran alegría para todos porque el Salvador nació para todos. Alegrémonos porque Dios decidió traernos la salvación, “armando su morada” en medio nuestro. La salvación es obra de Dios, pero sucede en el mundo con la participación del ser humano. Tomemos como ejemplos a María y a José. Así, a través de la simplicidad del evento y de las personas envueltas, Dios manifiesta su grandeza. Esta realidad concreta confirma un dicho africano que dice así: “personas simples, haciendo cosas simples y en lugares simples son capaces de cambiar el mundo”. Los grandes cambios que nuestra sociedad necesita deben darse dentro de cada persona. La sociedad nueva sucederá cuando cada persona reconozca la necesidad de transformarse a sí mismo antes de querer transformar a los otros.

De acuerdo con la primera lectura, después de la experiencia del exilio, el Pueblo de Israel vive una realidad nueva y redescubre su vocación como Pueblo de Dios. El sentido de su vocación no está en vengarse de sus enemigos, sino en proclamar una buena noticia, que es noticia de paz. Esta buena noticia es un mensaje de consuelo que viene de Dios y conduce al pueblo a asumir el compromiso en la construcción de nuevas relaciones con el mismo Dios y entre ellos. Este es un mensaje de alegría que debe ser proclamado para todos porque la salvación es para todos. En tanto Nuevo Pueblo de Dios, somos herederos de este mensaje, esto es, proclamar la salvación de Dios que es Jesucristo. Nuestros pies son señal de nuestra disponibilidad, de nuestra pasión por la causa del Reino de Dios. Todo lo que Dios hace en nuestra vida necesita ser proclamado. La alegría, que es fruto de esta acción, sólo será plena en nuestra vida si es proclamada a los demás. Este proceso comienza en Dios mismo que es el Dios de la Palabra. Él creó todo por el poder de su palabra. Así, la segunda lectura testimonia que él hablo por nuestros antepasados, habla hoy y continuará hablando porque esta Palabra siempre estuvo con él, esta palabra es su Hijo Jesucristo, que es el Mediador de la Nueva y Eterna Alianza.

La Palabra de Dios que existe desde siempre es el propio Hijo de Dios. Él es la razón de todo lo que es hecho. Esta Palabra se hizo carne en el vientre de la Virgen María, viniendo al mundo lleno de gracia y verdad, revelando el rostro de Dios como un Padre lleno de misericordia. El Hijo Jesús nos hizo hijos de Dios y nos iluminó con su luz para que seamos testigos de la luz y de la verdad como Juan Bautista. Todo lo que Dios hace es bueno y perfecto porque esta es su manera de actuar. Así, “la Palabra se hizo carne y habitó entre nosotros”. En Jesucristo, Dios es uno de nosotros. Él es misericordia que se permite encontrar y ser tocado, trayéndonos una propuesta nueva de vida. Por eso, no es suficiente reconocer la misericordia de Dios en Jesús, es importante también permitirse ser tocado por esta misericordia y conducido por su mensaje de amor y de paz. El nacimiento de Jesús hizo de todas las personas una única familia. Verdaderamente Dios se revela como el vecino, el Pobre, el Rechazado, invitando a todos a reconocer el valor de los pequeños gestos y proyectos. Claro que la opción de Dios nos deja inquietos, invitándonos a pensar y actuar diferente.

El Dios Todopoderoso se vuelve un niño para depender totalmente del cuidado y del amor del ser humano. Es la fe que nos lleva a reconocer a este niño de Belén en cada niño que encontramos en nuestro día a día. Cada uno de esos niños pide nuestro amor. Pensemos en aquellos niños que no tienen la experiencia del amor de los padres; también aquellos niños de la calle, que no tienen un lugar donde vivir, pensemos todavía en aquellos niños que son usados como soldados, transformándolos en instrumentos de violencia en vez de ser instrumentos de paz; pensemos todavía en aquellos que son víctimas del abuso sexual, y por últimos aquellos que son forzados a abandonar sus sueño a causa de la economía precaria. El niño de Belén es invitación para que promovamos una realidad diferente en la vida de estos niños.

Como vivimos en una sociedad consumista, que nos impide enfocar en lo esencial de nuestras vidas, nosotros debemos estar atentos. La Navidad no es el consumismo. Es fiesta de la revelación del misterio del amor de Dios que transforma el corazón del ser humano en morada de los verdaderos valores. Dios nos ama gratuitamente y generosamente, esto es, sin méritos de nuestra parte. Esta experiencia nos lleva a actuar de la misma manera para que la Navidad no sea solo un momento del año. Será siempre Navidad si aprendemos a amar de verdad y ponemos más esfuerzos para construir una sociedad más justa y más fraterna para el bien de todos.

Fr Ndega

Traducción: Nómade de Dios.

“O VERBO SE FEZ CARNE E HABITOU ENTRE NÓS”

Titulo original: "NENO ALIFANYIKA MWILI NA AKAKAA KWETU"

Reflexão sobre Is 52, 7-10; Hb 1, 1-6; Jo 1, 1-18

       Estamos vivendo um tempo de grande alegria e ação de graças, isto é, o Natal do Senhor. Tudo parece ter mais cor, mais luz e mais sentido. Isto é o resultado da presença de Deus entre nós; ele assumiu o nosso contexto e nos convida a aprender dele para que possamos viver melhor. Agradeçamos a Deus por continuar dando-nos oportunidades para a nossa renovação. A mensagem do nascimento de Jesus é mensagem de grande alegria para todos porque o Salvador nasceu para todos. Alegremo-nos porque Deus decidiu nos trazer a salvação, “armando sua tenda” no meio de nós. A salvação é obra de Deus, mas acontece no mundo com a participação do ser humano. Tomemos como exemplos Maria e José. Assim, através da simplicidade do evento e das pessoas envolvidas, Deus manifesta a sua grandeza. Esta realidade concreta confirma um ditado africano que diz assim: “Pessoas simples fazendo coisas simples e em lugares simples são capazes de mudar o mundo”. As grandes mudanças que a nossa sociedade precisa devem acontecer dentro de cada pessoa. A sociedade nova acontecerá quando cada pessoa reconhecer a necessidade de transformar a si mesmo antes de que querer transformar os outros.   

        De acordo com a primeira leitura, depois da experiência de exílio, o Povo de Israel vive uma realidade nova e redescobre a sua vocação como Povo de Deus. O sentido de sua vocação não está em se vingar de seus inimigos, mas em proclamar uma boa notícia, que é notícia de paz. Esta boa notícia é uma mensagem de consolo que vem de Deus e conduz o povo a assumir o compromisso na construção de novas relações com o próprio Deus e entre eles. Esta é uma mensagem de alegria que deve ser proclamada para todos porque a salvação é para todos. Enquanto Novo Povo de Deus, nós somos herdeiros desta mensagem, isto é, proclamar a salvação de Deus que é Jesus Cristo. Nossos pés são sinal da nossa disponibilidade, da nossa paixão pela causa do reino de Deus. Tudo o que Deus faz na vida da gente precisa ser proclamado. A alegria, que é fruto desta sua ação, só será plena em nossa vida se for proclamada aos demais. Este processo começa em Deus mesmo que é o Deus da Palavra. Ele criou tudo pelo poder de sua Palavra. Assim, a segunda leitura testemunha que ele falou outrora pelos nossos antepassados, fala hoje e continuará falando porque esta Palavra sempre esteve com ele, esta palavra é o seu Filho Jesus Cristo, que é o Mediador da Nova e Eterna Aliança.  

          A Palavra de Deus que existe desde sempre é o próprio Filho de Deus. Ele é a razão de tudo o que foi feito. Esta Palavra se fez carne no ventre da Virgem Maria, vindo ao mundo cheio de graça e verdade, revelando o rosto de Deus como um Pai cheio de misericórdia. O Filho Jesus nos fez filhos de Deus e nos iluminou com sua luz para que sejamos testemunhas da luz e da verdade como João Batista. Tudo o que Deus faz é bom e perfeito porque este é o seu jeito de agir. Assim, “A Palavra se fez carne e habitou entre nós”. Em Jesus Cristo, Deus é um de nós. Ele é misericórdia que se permite encontrar e ser tocado, trazendo-nos uma proposta nova de vida. Por isso, não é suficiente reconhecer a misericórdia de Deus em Jesus; é importante também permitir-se ser tocado por esta misericórdia e conduzido pela sua mensagem de amor e de paz. O nascimento de Jesus fez de todos as pessoas uma única família. Verdadeiramente Deus se revela como o Vizinho, o Pobre e o Rejeitado, convidando todos a reconhecermos o valor dos pequenos gestos e projetos. Claro que a opção de Deus nos deixa embaraçados, convidando-nos a pensarmos e agirmos diferentemente.

O Deus Todo Poderoso se torna uma criança para depender totalmente do cuidado e do amor do ser humano. É a fé que nos conduz a reconhecer esta criança de Belém em cada criança que nós encontramos em nosso dia-a-dia. Cada criança dessa pede nosso amor. Pensemos naquelas crianças que não tem a experiência do amor dos pais; também aquelas crianças de rua, que não tem um lar para viver; pensemos ainda naquelas crianças que são usadas como soldados, sendo transformadas em instrumentos de violência em vez de serem instrumentos de paz; pensemos ainda naquelas que são vítimas de abuso sexual e, por último, aquelas que são forçadas a abandonarem seus sonhos por causa da situação econômica precária. O Menino de Belém é convite para que promovamos uma realidade diferente na vida destas crianças.  

Como vivemos em uma sociedade consumista, que nos impede de focalizar o essencial em nossa vida, nós devemos estar atentos. O Natal não é consumismo. É festa da revelação do mistério do amor de Deus que transforma o coração do ser humano em morada dos verdadeiros valores. Deus nos ama gratuitamente e generosamente, isto é, sem méritos da nossa parte. Esta experiência nos leva a agir do mesmo modo para que o Natal não seja só um momento no ano. Será sempre Natal se aprendermos a amar de verdade e colocarmos mais esforço para construirmos uma sociedade mais justa e fraterna para o bem de todos.


Fr Ndega

domingo, 25 de dezembro de 2016

“NENO ALIFANYIKA MWILI NA AKAKAA KWETU”


Kutafakari kuhusu Is 52, 7-10; Hb 1, 1-6; Yoh 1, 1-18

   Sisi tunaishi wakati wa furaha na shukrani, yaani wakati wa Krisimasi. Kila kitu kinaonekana kuwa na rangi zaidi, mwanga zaidi na maana zaidi. Haya ndiyo matokeo ya uwepo wa Mungu miongoni mwetu; yeye aliyachukua mazingira yetu na kutualika kujifunza kutoka kwake ili tuweze kuishi vizuri. Tumshukuru Mungu kwa kuendelea kutupa sisi nafasi ya kuwa watu wapya. Ujumbe wa kuzaliwa kwa Yesu ni ujumbe wa furaha kubwa kwa wote, kwa sababu Mwokozi alizaliwa kwa wote. Tufurahi kwa sababu Mungu aliamua kuyajenga makao yake kati yetu na kutuletea wokovu. Wokovu ni kazi ya Mungu, lakini unatendeka duniani kwa ushiriki wa binadamu. Tuchukue Mariamu na Yusufu kama mifano. Hivyo, katika udogo wa tukio hilo na unyenyekevu wa watu waliohusika, tunaweza kutambua ukuu wa Mungu wetu. Hali halisi hii inathibitisha methali ya Kiafrika inayosema, “Watu wanyenyekevu, wakifanya vitu rahisi katika mahali padogo wanaweza kubadilisha ulimwengu.” Mabadiliko makubwa ambayo jamii yetu inahitaji yanapaswa kutokea ndani ya binadamu. Jamii mpya itatokea wakati kila mtu atambue haja ya kujibadilisha mwenyewe kuliko kujaribu kubadilisha wengine.

      Kulingana na somo la kwanza, baada ya uzoefu wa utumwa Watu wa Israeli wanaishi hali mpya na kugundua tena wito wao kama watu wa Mungu. Wito huu sio kutumia kisasi dhidi ya maadui yao, bali kutangaza habari njema ndiyo habari ya amani. Habari hii ni ujumbe wa faraja unaotoka kwa Mungu na kuwaongoza watu kuchukua ahadi ya kujenga uhusiano mpya na Mungu na miongoni mwao pia. Huu ndio ujumbe wa furaha ambao unapaswa kutangazika kwa wote kwa sababu wokovu wa Mungu ni kwa wote. Kama watu wapya wa Mungu, sisi ni warithi wa ujumbe huu yaani tunatangaza wokovu wa Mungu ndiye Yesu Kristo. Miguu yetu ni ishara ya upatikanaji wetu, hamu yetu kwa ajili ya mpango wa Mungu. Yote ambayo Mungu amefanya maishani mwetu ni lazima kutangazika. Furaha iliyo matokeo ya tendo hili haitakuwa kamili maishani mwetu ikiwa hatuwezi kutangaza kwa wengine. Mwendo huu unaanza katika Mungu mwenyewe aliye Mungu wa neno. Aliviumba vyote kwa nguvu ya neno lake. Hivyo, somo la pili linashuhudia kwamba Yeye aliongea zamani kwa mababu yetu, anaongea leo na kuendelea kuongea kwa sababu huyo Neno alikuwako kwake milele, Neno hili ni Mwanawe Yesu Kristo aliye mpatanishi wa Agano Jipya.

       Neno la Mungu ambaye alikuwako milele ni Mwana wa Mungu. Huyo ni maana ya vyote vilivyofanyika. Huyo Neno alifanyika mwili tumboni mwa Bikira Maria akija ulimwenguni amejaa neema na ukweli akifunua sura ya Mungu kama Baba aliyejaa huruma. Mwana Yesu alitufanya watoto wa Mungu na kutuangaza kwa mwanga wake ili tuwe mashahidi wa nuru na kweli kama vile Yohana Mbatizaji. Mambo yote ambayo Mungu anafanya ni mazuri na kamili kwa sababu hii ni njia yake ya kutenda. “Neno alifanyika mwili na akakaa kwetu”. Katika Yesu, Mungu ni mmoja wetu. Yeye ni huruma ambaye alijiruhusu kukuta na kuguswa akituletea pendekezo mpya la maisha. Kwa hivyo, haitoshi kuitambua huruma ya Mungu katika Yesu; ni muhimu pia tujiruhusu kuguswa na huruma hii na tena kuongozwa na ujumbe wake wa amani na upendo. Kuzaliwa kwake Yesu kuliwafanya wanadamu wote wawe familia moja ya kipekee. Kweli, Mungu alijidhihirisha kama jirani, maskini na aliyekataliwa, akiwaalika wote watambue thamani ya ishara ndogo na miradi midogo. Bila shaka chaguo hili la Mungu linatuaibisha, kutualika kufikiri na kutenda kwa njia tofauti.

Mungu Mwenyezi anakubali hali ya mtoto mdogo, kwa utegemezi kabisa wa utunzaji na upendo wa binadamu. Ndiyo imani inayotuongoza kutambua mtoto huyu mdogo wa Bethlehemu katika kila mtoto ambaye sisi hukutana katika safari yetu ya kawaida. Kila mtoto anaomba upendo wetu. Tufikiri kuhusu watoto ambao hawana uzoefu wa upendo wa wazazi wao; pia kuhusu watoto wa mitaa/barabara ambao hawana mahali pa kuishi; tena kuhusu watoto wanaotumika kama askari, wakibadilishwa kuwa vyombo vya ukatili, badala ya kuwa vyombo vya amani; pia kuhusu watoto ambao ni waathirika wa unyanyasaji wa kijinsia, na kuhusu watoto waliolazimishwa kuacha ndoto zao kwa sababu ya hali ya kiuchumi siyo nzuri. Mtoto ndogo ya Bethlehemu ni mwaliko ili tuweze kusaidia kwa hali tofauti maishani mwa watoto hawa.

Ingawa tunaishi katika jamii ya ulaji, inayotuzuia kulenga muhimu katika maisha yetu, tunapaswa kuwa macho. Krismasi ni zaidi ya ulaji. Ni sikukuu ya ufunuo wa fumbo la upendo wa Mungu unaobadilisha moyo wa binadamu kuwa makao ya thamani za kweli. Mungu anatupenda kwa hiari na ukarimu, bila astahili kwa upande wetu. Uzoefu huu unatuongoza kutenda vivyo hivyo ili Krismasi iwe zaidi ya wakati mmoja tu kwa mwaka. Itakuwa Krismasi daima ikiwa tuweze kujifunza jinsi ya kupenda kwa kweli na kuweka juhudi kwa kujenga jamii ya undugu na ya haki kwa wema wa wote.


Fr Ndega