domingo, 24 de setembro de 2017

DIO VUOLE CHE SIAMO BUONI COME EGLI È BUONO


Riflessione su Is 55, 6-9; Mt 20, 1-16



             Dio ci sorprende sempre, chiamandoci ad avere un rapporto profondo con lui che vuole insegnarci ad essere buoni come lui è buono. Egli sa che portiamo nel cuore il desiderio profondo di dare un senso vero alla nostra vita e per questo ci chiama a lavorare nella sua Opera (sua vigna). Chiamando le persone, Dio si fa trovare, ma apprezza molto il nostro sforzo di cercarlo perché “senza lo sforzo della ricerca è impossibile la gioia dell’incontro”.

               Il profeta Isaia dice che Dio se fa trovare, è vicino alla nostra realtà. Egli non rende difficile l’accesso dell’essere umano a sé. Egli prende l’iniziativa di rivelarsi a noi per rendere conosciuto il suo mistero invitando tutti alla comunione con sé (cf. DV 2). Per rispondere a questa chiamata divina bisogna che riduciamo la distanza tra il nostro modo di pensare e il suo, tra il suo modo d’agire e il nostro. La via che segue il Signore è la via del perdono e della misericordia perché egli è il Dio di misericordia che perdona largamente quando percepisce segni di conversione dalla parte degli uomini. Solo la conversione alle “vie di Dio” ci fa raggiunge in pienezza lo scopo della nostra vita.

             Gesù paragona il Regno di Dio a un padrone di casa che esce molte volte durante la giornata per prendere lavoratori per la sua vigna. Si accorda con ciascuno un denaro al giorno, che corrisponde all’essenziale per vivere con la loro famiglia durante la giornata. Alla fine, il padrone decide che tutti devono ricevere la stessa paga, anche se sono arrivati nella vigna in momenti diversi. Nella Sacra Scrittura, l’immagine della vigna è normalmente usata per fare riferimento all’antico popolo dell’alleanza. È stato il proprio Dio a piantare questa vigna e l’ha voluta fruttuosa. Alcune volte Gesù usa questa immagine per ricordare alla gente la fedeltà di Dio lungo la storia e la non corrispondenza dalla parte del suo popolo.

         In questa parabola il padrone si rivela instancabile nell’uscire e nel chiamare fino all’ultima ora. Tutte le persone chiamate erano desiderosi di lavorare. Ci colpisce molto al sentire la frase detta dal padrone: “andate anche voi nella vigna”. ‘Anche voi…’ vuol dire che il padrone offre una opportunità a tutti, non ha una chiusura, anzi, un’apertura. Nella sua vigna ha molti posti da lavorare e ha sempre bisogno di lavoratori. La stessa paga fatta a tutti non è per merito ma perché il padrone è buono e “vuole fare delle sue cose quello che vuole”. La sua giustizia segue una logica diversa dalla nostra, vale a dire: la logica del dono, dell’amore. La sua giustizia è la sua bontà.

          “Io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te”. La gratuità e generosità di Dio è generatrice di vita e opportunità per tutti perché sono suoi figli. Se i nostri criteri di azioni non seguono i criteri di Dio diventano generatori di ingiustizia. Per Dio i criteri che definiscono una paga giusta non è se la persona ha fatto molto o poco ma il semplice fatto di essere persona, di avere figli da sfamare, di avere un progetto di vita da sviluppare. La disuguaglianza tra la gente e collegata con la differenza di opportunità. Questo ci fa riflettere sulla dura realtà della mancanza di lavoro per un grande numero di persone a causa di un progetto di sviluppo sociale che offre opportunità per alcuni e nega agli altri.

          Dio invece offre opportunità a tutti perché tutti sono suoi figli. Nella sua bontà Dio dona i suoi doni a buoni e cattivi, a giusti e ingiusti. Invece di sentire invidia del suo modo di fare, siamo invitati a fare lo stesso. Ci lamentiamo contro Dio perché abbiamo difficoltà di riconoscere la sua generosità verso gli altri mancando con la carità fraterna che ci porta a vedere nell’altro un fratello d’aiutare. Per fortuna egli non fa la sua generosità dipendere dai nostri meriti. 


          Come ha fatto quel padrone, così la Chiesa è chiamata “ad uscire” e affrontare le diverse realtà umane portando il lieto annuncio del Regno che genera speranza specialmente là dove a causa dell’ingiustizia, cresce la disuguaglianza e la disperazione. Questa realtà ci invita a una generosità sempre maggiore della nostra vita come ad esempio del proprio Dio che “dona se stesso senza chiedere che gli restituiamo qualcosa. Egli viene in nostro soccorso ogni volta che lo invochiamo. Egli Viene aiutarci nelle nostre debolezze. Il suo aiuto è segno della sua vicinanza. Essere generosi con gli altri è riconoscere che Dio ci custodisce con una generosità infinitamente maggiore”.

Fr Ndega
Revisione dell'italiano: Mammola

domingo, 17 de setembro de 2017

MSAMAHA BILA KIPIMO WALA MPAKA


Kutafakari kuhusu Mt 18: 21-35



      Akiwaita wanafunzi ili wamfuate Yesu alikuwa akianzisha jumuiya. Akijua moyo wa kibinadamu na kukiri kwamba kuna hali ambazo zinaweza kuijenga ama kuharibu jumuiya, yeye alionyesha njia kamili ili mahusiano kati ya wanafunzi wake yawe ya kweli na kuzaa matunda mazuri. Njia ambayo Yesu alionyesha ilikuwa njia ya mazungumzo, ya msamaha na ya upatanisho. Kama hatua ya kwanza ya marekebisho ya kidugu nilipaswa kumwita ndugu aliyekosa kwa mazungumzo kati yake na mimi peke yetu. Ikiwa hatua hii haipati mafanikio inawezekana kuuomba msaada wa jumuiya. Kwa Yesu, ndugu anayekosa anaendelea kuwa ni ndugu naye anastahili kufikiriwa kama ndugu. Hali ya maisha ya ndugu fulani anayehudhuria pamoja nasi katika maisha ya kijumuiya ni jukumu letu. Tunaalikwa kutumia juhudi zote, pamoja na Yesu, ili ndugu huyo asipotee bali aokolewe.   

     Tukiendelea kwa ujumbe huu wa upatanisho, tunataka kutafakari kwa kina juu ya thamani ya msamaha kwa maisha ya jumuiya zetu. Petro alimjia Yesu na kumwuliza, akisema, Bwana, ndugu yangu anikose mara ngapi nami nimsamehe? Yesu alimjibu, akisema “saba mara sabini.” Yesu alitumia swali la Petro ili kuongea kuhusu mahitaji ya kusameheana bila kipimo wala mpaka kama sharti kwa kuingia katika Ufalme na pia kama njia kamili ya uhusiano mwema kati ya watu. Kama kawaida, Yesu anajulisha tabia ya Baba yake kama kipimo. Katika mfano huu, bwana wa mtumishi mbaya sana ni kama Mungu Baba. Yeye alimwonea huruma, akimsamehe lile deni na kumwacha aende. Bila shaka mtumishi huyo hastahili, lakini huruma ya bwana huyo ni kubwa zaidi kuliko hali mbaya ya mtumishi huyo wala haimtegemei. Na kama hitimisho, Yesu anawaalika wasikilizaji wake wawe na huruma kama Baba Yake alivyo, yaani, wasamehe kwa mioyo yao yote.

        Mungu anasamehe bila kipimo kwa sababu hii ni tabia yake. Akitenda hivyo, anatarajia wanadamu wawe na uhusiano mwema naye na tena kati yao. Kwa Yesu, rejeo la kutenda ni Baba daima kwa sababu angalia kwa kina lile ambalo linatokea ndani ya binadamu. Yeyote ambaye anaweza kuona ndani tena anaweza kuona vizuri. Ingawa binadamu ana udhaifu mwingi na kutenda mbaya, mtazamo wa Mungu kwake ndio wa upendo, yaani ndio mtazamo ambao anatoa nafasi ya kutenda tofauti na kuwa mwema. Kwa sababu ya mtazamo huu binadamu sio mpotevu bali ndiye mtu wa tumaini. Kulingana na Mtakatifu Yohane Calabria, “tunapaswa kuyachukia makosa bali kuwapenda waliokosa kwa maana ndio ndugu zetu.” Hata wakati wanapotukosea mara nyingi, kulingana na swali la Petro, tunaalikwa kuwapenda.

       Basi, andiko hili ni mwaliko wa kuifuata tabia ya Baba anayesamehe daima bila kufikiria aina ama kiasi cha dhambi zetu. Msamaha ni maana ya sikukuu na furaha kwa sababu unasababisha uzoefu wa ukombozi kwa mtu ambaye anamkosea mwingine na kutubu, na pia kwa yule anapomsamehe. Mtu ambaye anasamehe ni chombo cha huruma ya Mungu na mtoto wake wa kweli, kwa sababu, kulingana na Baba Mt. Francisco, “Yesu anasisitiza kwamba huruma si tendo la Baba peke yake, bali inakuwa kipimo cha kuthibitisha nani kweli ni watoto wake. Kwa kifupi, tumeitwa kuonyesha huruma kwa sababu huruma imeonyeshwa kwetu kwanza.”


        Lakini tuwe macho kwa sababu hatuwezi kufikiri kwamba maneno ya Yesu ya “saba mara sabini” ni mwaliko ili tuendeleze kukosa na kutarajia kwamba wengine wapatikane kutusamehe daima. Huu ndio mwaliko ili tuache njia ya dhambi, kwa sababu matokeo ya uzoefu wa kweli wa huruma ya Mungu, hasa kupitia Sakramenti ya Kitubio ndiyo mabadiliko ya maisha. Kupitia sakramenti hii, anasema tena Baba Mt. Francisco, “Mungu anakuja kutusaidia katika udhaifu wetu... tukiguswa na huruma yake, tunaweza pia kuwa na huruma kwa wengine”. Tunaalikwa kuishi kama tulioguswa na huruma, yaani tuliosamehewa kwanza. Msamehe ni zawadi ya Mungu. Wakati tunaposamehe tunaonekana na Mungu na kupata kufikia matarajio yake ya Baba Mwema.   

Fr Ndega

PERDONO SENZA MISURE O LIMITI


Riflessione su Mt 18: 21-35


         Invitando i discepoli a seguirlo, Gesù istituiva una comunità. Conoscendo il cuore umano e sapendo che esistono situazioni che possono edificare o distruggere la comunità, egli ha dimostrato il modo giusto affinché il rapporto tra i suoi discepoli sia vero e fruttuoso. Il modo di Gesù è la via del dialogo, del perdono e della riconciliazione. Come primo passo per una correzione fraterna efficace, io devo chiamare il fratello che ha sbagliato e ammonirlo da solo con me. In caso non ottenessi buoni risultati in questo processo, posso richiedere anche l’aiuto della comunità. Per Gesù, il fratello che sbaglia continua ad essere un fratello e merita di essere trattato da fratello. La vita del fratello che convive con noi è la nostra responsabilità. Siamo invitati ad usare tutti gli sforzi, in comunione con Gesù, in modo che il fratello non perisca, ma sia salvato.

      Continuando con questo messaggio di riconciliazione, vogliamo meditare profondamente sul valore del perdono per la vita delle nostre comunità. Pietro si avvicinò a Gesù e gli chiese: “Signore, se mio fratello commette uno sbaglio contro di me, quante volte dovrò perdonargli?” Gesù rispose: “Settanta volte sette”. Gesù ha usato la domanda di Pietro per parlare del bisogno di perdonare senza misure o limiti come condizione per entrare nel Regno, e come mezzo giusto per avere buoni rapporti tra la gente. Come il solito, egli propone come punto di riferimento l’atteggiamento di Dio. In questa parabola, il padrone del servo cattivo è come Dio Padre. Egli ebbe misericordia del servo, perdonando il debito e lasciandolo andare. Naturalmente, il servo è indegno, ma la misericordia del padrone è molto più grande della situazione del servo e non dipende da essa. Alla fine, Gesù invita i suoi ascoltatori ad avere la stessa compassione del Padre suo, perdonando con tutto il cuore.

          Dio perdona senza misura perché questa è la sua caratteristica e anche perché gli esseri umani possano avere un buon rapporto con lui e tra di loro. Per Gesù, il riferimento per agire è sempre il Padre perché ha uno sguardo profondo verso ciò che accade dentro l’essere umano. Chiunque riesce a vedere dentro riesce a vedere bene. Nonostante le debolezze e cattiveria umana, lo sguardo di Dio verso gli uomini è sempre d’amore. Questo atteggiamento divino dà all’essere umano l’opportunità di agire in modo diverso e, insomma, di essere buono. A causa di questo atteggiamento, l’essere umano non è un condannato ma un essere di speranza. Secondo San Giovanni Calabria, “dobbiamo odiare l’errore, ma amare coloro che commettono errore perché sono nostri fratelli”. Anche quando ci offendono molte volte, secondo la domanda di Pietro, siamo invitati ad amarli.

         Quindi, questo testo è un invito a seguire l’atteggiamento del Padre, che perdona sempre senza guardare il tipo o la misura dei nostri peccati. Il perdono è ragione di festa e gioia, perché genera un’esperienza di liberazione per colui che offende un altro e si pente, e anche per colui che perdona. La persona che perdona agisce come strumento della misericordia di Dio e diventa il suo vero figlio, perché, secondo Papa Francesco, “Gesù sottolinea che la misericordia non è atteggiamento del Padre solo, ma diventa il riferimento che conferma chi sono veramente i suoi figli. Allora, siamo chiamati a mostrare misericordia perché la misericordia ci è stata mostrata prima”.

         Ma facciamo attenzione perché non possiamo pensare che l’espressione “settanta volte sette” sia un invito a continuare a sbagliare aspettando che altri siano in grado di perdonarci sempre. Questo è l’invito a combattere il peccato, perché il risultato della esperienza vera della misericordia di Dio, specialmente attraverso il Sacramento della Riconciliazione, è il cambiamento di vita. Attraverso questo sacramento, dice ancora papa Francesco: “Dio viene ad aiutarci nelle nostre debolezze. Se siamo colpiti dalla sua misericordia, possiamo anche avere misericordia per gli altri”. Siamo invitati a vivere da persone colpite dalla misericordia, cioè, siamo stati perdonati per primi. Perdonare è dono di Dio. Quando perdoniamo noi siamo similari a lui e compiamo la sua volontà.
  

Fr Ndega
Revisione: Giusi

sexta-feira, 1 de setembro de 2017

MWANAFUNZI WA KWELI NDIYE YULE ANAYEJITOA KAMA MWALIMU WAKE ALIVYO


Kutafakari kutoka Yer 20, 7-9; Mt 16, 21-27


          Ujumbe wa masomo haya unatuimarisha sana kwa sababu ingawa sio rahisi kufanya kazi kwa ajili ya watu wa Mungu, lakini ndiyo nzuri. Uaminifu wa Mungu ndio maana ya uvumilivu wetu tulio watumishi wake. Ikiwa tunapata kufanya mapenzi yake tuko na uhakika kwamba tutakuwa washindi wakati wa mazingira magumu katika safari yetu. Huu ndio uzoefu wa Yeremia. Yeye ndiye nabii aliyeteseka kwa sababu ya uaminifu wake kwa Yule aliyemwita awe nabii. Yeye aliishi wakati wa mgogoro katika kazi yake kwa sababu ya upinzani dhidi ya maneno yake na hatari kwa maisha yake. Alikuwa karibu ya kukata tamaa kwa sababu ilionekana kwamba alifanya kazi bure, yaani bila maana, lakini uhusiano alioishi na Mungu ulimwimarisha kusimama mwaminifu na mshindi. Upendo wa Mungu kwa Yeremia ndio kama moto inayochoma ndani yake na kuizaa hamu kwa ajili ya Mungu.

      Andiko la injili ni mwendelezo wa lile ambalo Yesu aliwauliza wanafunzi kuhusu utambulisho wake kulingana na mtazamo wa watu. Majibu yalikuwa ishara ya kwamba mawazo kuhusu Yesu hayakuwa wazi sana kwa upande wa watu. Lakini Yesu alitaka kujua jambo hili kwa upande wa wanafunzi wake, kwa sababu kwa Yesu si muhimu yale ambayo watu wanafikiri, bali muhimu ni kukiri kwa wafuasi wake. Petro alisema yale ambayo wanafunzi wengine kumi na mmoja walijua pia, yaani Yesu ni Masiya wa Mungu. Lakini yeye aliwakataza ili watangaze habari hii kwa sababu ya kutokuwa na maana kamili. Yesu alitambua kwamba wafuasi wake wakahitaji ufunuo zaidi na kujifunza vizuri maana ya Masihi yake na masharti kwa kumfuata kwa kweli.

            Ni jambo la ajabu kwamba yule Simoni aliyeruhusu kuongozwa na msukumo wa Mungu na kuwa Petro aliye mfano wa umoja wa Kanisa, tena kwa haraka aliruhusu kuongozwa na shetani. Hilo linamaanisha kwamba ingawa wanafunzi wa Yesu wanaongozwa na Mungu, kuna nguvu za ndani ambazo zinawaongoza kumpinga Mungu. Kweli mawazo ya wafuasi wa Yesu kuhusu Masiya yalifuata matarajio ya Wayahudi wengine, yaani, masiya wa kisiasa atakayetumia nguvu zake za kimungu ili kuwakomboa Wayahudi toka ukoloni wa Warumi. Bila shaka Yesu aliyakanusha mawazo hayo akionyesha njia tofauti ya kutimiza ujumbe wake wa Masiya, yaani kupitia mateso, kifo na kufufuka. Uamuzi wa Yesu ni kulingana na mpango wa upendo wa Baba yake aliyeupenda ulimwengu mno hata alimtoa Mwana wa pekee ili kila mtu asipotee bali awe na uzima wa milele. Basi, kumfuata Yesu kupitia njia aliyochagua ni kutenda kulingana na mapenzi ya Mungu.

        Wanafunzi wa kwanza walihitaji mwendo mrefu ili kujifunza kumhusu Yesu na kuyafahamu mapendekezo yake sawasawa. Kidogo kidogo walitambua kwamba kwa kujitoa kama Yesu alivyo, walipaswa kuzifuata hatua tatu, yaani, kujikana wenyewe, kuichukua misalaba yao na kumfuata Yesu. Kwa maneno mengine, walipaswa kubadilisha njia yao ya kuishi na kufikiri. Hivyo, wale ambao hukutana na Yesu hawabaki walivyo wala hawawezi kumdai Yesu atende kulingana na njia yao ya kufikiri. Mwendo unapaswa kuwa tofauti. Mawazo ya Yesu ni tofauti na mwelekeo wa ulimwengu, yaani mtu anayetaka kuwa wa kwanza anapaswa kuwa wa mwisho; tena ikiwa anataka kuwa mkubwa anapaswa kuwa mtumishi wa wote; tena ikiwa anataka kuiokoa nafsi yake anapaswa kujitoa kwa ajili ya Kristo na injili. Kwa maneno mengine, kulingana na Yesu, ni lazima kufa kwa kuishi.

          Basi, ili tuwe wanafunzi wa kweli tunapaswa kupitia kwa mwendo wa kufa kwa nafsi yetu kila siku. Kwa kumfuata Yesu kwa kweli tunapaswa kupatikana kwa kila kitu katika jumuiya zetu. Tunapaswa kufanana maisha yetu kulingana na njia ya Yesu ya kuishi. Hali hii haileti upendeleo au hadhi, bali mateso na kujisalimisha kwa ajili yake. Yeyote anayetaka kuishi bila ahadi hawezi kumfuata Yesu. Mtu anayetamani kumfuata Kristo bila msalaba hatamfuata kweli kamwe. Tujiulize kidogo, Je, ni Kristo gani tumemfuata? Mawazo au kitu gani tunahitaji kujinyima bado ili tuweze kumfuata Yesu kabisa? Ujumbe huu utuimarishe kumfuata Yesu kwa uaminifu, yaani kulingana na njia aliyochagua ili mapenzi ya Mungu yafanyike.

Fr Ndega