domingo, 26 de agosto de 2018

PAROLE CHE PROVOCANO DECISIONE



Riflessione su Gv 6, 60-69


     Gesù ha voluto chiamare a sé collaboratori per aiutarlo nella sua missione. È stato sempre molto chiaro nelle sue proposte e non ha costretto nessuno ad accettarle, cioè, ha rispettato la loro libertà nella risposta. La chiamata che Egli fa “è un’offerta che non esclude nessuno e la cui accettazione dipende da ognuno”. La decisione di seguirlo non può succedere all’improvviso, per un sentito dire, ma ci vuole un processo di discernimento che renda la persona disposta pian piano a unire la sua vita alla vita del maestro Gesù. A questo punto la persona, consapevole delle conseguenze di una tale decisione, non esiterà a donare la vita come lui. Guardiamo ora questo brano di Giovanni più da vicino e cerchiamo di raccogliere gli insegnamenti di cui abbiamo bisogno nel nostro cammino di discepoli.
    
     “Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?” Questo è stato il risultato del discorso profondo, appassionante e affascinante di Gesù nella sinagoga di Cafarnao. I suoi ascoltatori sono diventati discepoli, però in questa sequela c’è qualcosa che non va, cioè, una mancanza di sintonia tra la motivazione del maestro Gesù e quella dei suoi discepoli. Ci sono due gruppi di discepoli, vale a dire: quello dei dodici (chiamati da Gesù stesso) e quello nato a partire dalla esperienza della moltiplicazione dei pani e del discorso nella sinagoga. Per questi due gruppi “il discorso di Gesù è stato duro per quello che propone e per quello che esige”. Infatti, Gesù ha portato molte cose nuove, difficile da capire a chi è chiuso in una mentalità che non può ammettere che Dio sia così vicino agli uomini al punto di diventare uno di noi, sperimentando fragilità e debolezza come noi.

       “Molti discepoli non andavano più con Gesù” e le ragioni sono chiare: perché non sono stati fatti per questo; non sono stati attirati dal Padre e perché Gesù non è colui che loro pensavano che fosse. Insomma, non è stata la fede a guidare la loro ricerca. Hanno cercato Gesù con la motivazione sbagliata e, quindi sono rimasti delusi. La mancanza della motivazione giusta impedisce loro di prendere sul serio la proposta di Gesù di unire la loro vita alla vita del maestro, di convertirsi a lui, al suo modo di agire, di pensare, di amare.  Non hanno assimilato Gesù né si sono lasciati assimilare da lui. Qui emerge il problema delle rappresentazioni o immagini di Dio che presto o tardi sempre causano delusione, impedendoci di scegliere la via giusta che porta alla vera gioia.

       “Questo vi scandalizza?” Ma certo che sì, perché quando una cosa comincia male non può finire bene. Lo scandalo è qualcosa che nasce dalla mancanza di fede e si oppone ad essa, è un ostacolo alla fede. Senza la fede non si comprende l’insegnamento di Gesù e, quindi non c’è sequela. Quando non si crede veramente, quando la fede non porta la persona al dono di sé per gli altri, essa troverà molte ragione per il tradimento e infedeltà. Queste cose causano scandalo proprio perché lasciano la persona lontana dalla proposta di Gesù, negando l’identità di discepolo/a. Gesù provoca una crisi nel suo gruppo di discepoli proprio perché vuole decisione, vuole che siano veri discepoli. “Per lui non esiste salvezza per l’umanità al di fuori dell’offerta per amore, così come si esprime nella sua persona, come realizzazione dell’amore del Padre”, il Santo di Dio. E questo i dodici hanno imparato bene al punto di proclamare che non ha senso andare da nessun altro che Gesù e a causa delle sue “parole di vita eterna” hanno “gettato le reti”, hanno donato la loro vita.

        Noi siamo invitati a riscoprire le parole di Gesù come “spirito e vita” per la loro sorgente in Dio stesso. Il nostro Dio è il Dio della parola; per mezzo di essa ha creato tutte le cose e le rinnova continuamente. Tante volte per noi “questa parola è dura”, forse perché siamo abituati a un stile di vita comodo ed egoista, che ha come punto di riferimento noi stessi e non quello che piace a Dio. Normalmente sperimentiamo dei momenti di crisi ogni volta che la ascoltiamo perché questa parola propone dei cambiamenti e noi non sempre siamo in grado di farli. È meglio considerarla “dura” che prendere sul serio un processo di conversione ad essa. Pensiamo quante volte il nostro modo di essere discepoli è stato un rinnegamento di questa identità! Questa è l’ora della decisione, è l’ora di diventare discepoli come vuole il Maestro. Il segreto è adattarci alla parola e non pretendere di adattarla al nostro modo di essere. È nella risposta di Pietro, che parla nel nome dei dodici, che troviamo la via giusta per non scandalizzarci davanti alla parola di Gesù, ma accoglierla come “parole di vita eterna”, che ci rivela il vero volto di Dio e il suo piano di amore per la nostra vita.

Fr Ndega
Revisione dell'italiano: Giusi




sábado, 18 de agosto de 2018

KUMLA KRISTO KUNAMAANISHA KUINGIZWA NAYE



Kutafakari kutoka su Mit 9, 1-6; Waef 5, 15-20; Yoh 6, 51-58


     Yesu ndiye chakula ambacho Mungu alitupa na kuendelea kutupa ili tuwe na maisha kamili. Kutoka Umwilisho wa Neno mpaka msalaba na Ufufuko, maisha ya Yesu yalikuwa kujitolea daima kama chakula cha Mungu kwa ajili ya maisha ya watu wake. Ekaristi takatifu tunayosherehekea inatuhakikishia kwamba ukarimu wa Mungu haumaliziki, kweli utaendelea hata milele. Kila siku Kristo hufanya upya ishara yake ya upendo kwa ajili ya wokovu wetu. Yeye mwenyewe anatualika kwa karamu ya uzima, anajitoa kama chakula na kututumikia kama yule ya pekee ambaye anaweza kujaza moyo wetu unaomtamani Mungu na uhai wake sawa. Lengo la Ekaristi ni kufananisha maisha yetu kidogo kidogo kulingana na maisha ya Yule tunayepokea.

     Andiko la kwanza linaongea kwamba hekima ya Mungu imewakaribia wanadamu ili kuingizwa nao. Mwenye hekima ni yule anayekaribisha hekima hii na kuishi kulingana na msukumo wake. Kwa hekima ya kimungu tuko na nafasi kamili, chakula kamili ili tubadilishe mawazo yetu na kutembea kuelekea kwake. Hekima hii ndiye Mwana aliyefanyika mwili na kujitoa ili tumle kwa ajili ya kuishi kama wenye hekima sio wajinga, kulingana na yale anayosema Mtakatifu Paulo katika andiko la pili. Mapenzi ya Bwana ni tuweze kutumia vizuri wakati ambao tumepewa tukitafuta kula hii “Hekima iliyofanyika mwili” kwa ajili yetu ili tuishi kwa sababu yake.

        Katika injili Kristo aliwaalika wasikilizaji wake kuukaribisha ufunuo juu ya utambulisho wake kama chakula kilichoshuka kutoka mbinguni si kwa binadamu tu bali kwa ajili ya uhai wa ulimwengu wote. “Kwa maana jinsi hii Mungu aliupenda ulimwengu hata alimtoa Mwana wake wa pekee, ili kila amwaminiye asipotee, bali awe na uhai wa milele (Jo 3, 16)”. Mwana anajitoa kama chakula kinachodumu hadi uzima wa milele kwa sababu ya mapenzi ya Baba aliye chemchemi ya uzima. Yeye ndiye anayesababisha uzima ndani ya kila mtu anayempokea Mwanawe. Tunaongea hapa kuhusu kiini cha mafundisho ya Yesu kama mwokozi na mkombozi wa ulimwengu, lakini wasikilizaji wa Yesu hawakuweza kuelewa kwa sababu walijua hali ya Yesu ya kibinadamu. Kweli alikuwa na ugumu wa kukubali kwamba mwenzao huyu alishuka mbinguni wala kuwa chakula kwao. Lakini ugumu wao haukumzuia Yesu ya kufunua njia iliyojaa maana kwa maisha yao.

     Yesu anaongea kuhusu uzima bila mwisho unaopatikana kwa wote. Inawezekana kuupokea uzima huu kwa kuula mwili wake na kuinywa damu yake, kwa sababu yeye ndiye uhai na huishi ndani ya wale wanaompokea. Yesu anatenda ishara hii ya upendo kwa uhuru kabisa na kulenga kukaa miongoni mwa wanadamu na ndani ya kila mtu. Hiki ndicho kipimo cha kupata uzima. Hilo ndilo fumbo la Ekaristi takatifu. Ndiyo zawadi kutoka kwa Mungu ambaye hataki kuishi mbali na binadamu. Ekaristi ni hazina ya kanisa na kiini cha uzoefu wake. Ekaristi inalifanya Kanisa na Kanisa linaishi kwa Ekaristi. Kulingana na Mtaguso Mkuu wa Vatikano wa pili, “matendo yote ya Kanisa yatoka kwa Ekaristi na kulenga Ekaristi”. Ndivyo hivyo kwa sisi sote tunaoumega mkate mmoja na kunywa kikombe kimoja. Uzoefu huu ni ukamilifu wa ushirika wetu na Mungu na msukumo kwa ahadi yetu ya kindugu.

      “Tunapokula chakula cha kawaida mwili wetu unaingiza chakula hiki ili uwe na afya nzuri. Hivyo, chakula kinaingizwa na mwili wetu. Kuhusu Ekaristi, chakula cha uzima, matokeo ni tofauti: wakati tunampokea Yesu, ni sisi tunaoingizwa naye”. Kwa maneno mengine, Yesu anatuingiza, anatuchukua kwake ili tuishi naye na kwa sababu yake. Yeye anakaa ndani yetu nasi ndani yake. Yeye anatuunganisha naye, kutuhusisha katika ushirika sawa anaoishi na Baba. Katika uzoefu huu tunabadilika kuwa yule tunayempokea kwa ajili ya ukuaji wa mwili mmoja. Hivyo, wakati tunaposherehekea Ekaristi kwa kina mahusiano kati yetu yabadilika na sisi tunakuwa vyombo vya umoja, upatanisho na amani kulingana na hisia za Kristo.

Fr Ndega


MANGIARE CRISTO È ESSERE ASSIMILATO DA LUI



Riflessione su Pr 9, 1-6; Ef 5, 15-20; Gv 6, 51-58


        Gesù è il cibo che Dio ci ha dato e continua a darci perché abbiamo la vita in pienezza. Dall’incarnazione alla croce e risurrezione, la vita di Gesù è stata una continua offerta come vero cibo di Dio per la vita del suo popolo. L’Eucaristia che celebriamo ci assicura che la generosità di Dio non si è fermata, ma continuerà per sempre. Ogni giorno Cristo rinnova il suo gesto d’amore per la nostra salvezza. Egli stesso ci invita al banchetto della vita, si offre come cibo e ci serve come l’unico in grado di riempire il nostro cuore desiderosi di Dio e della sua stessa vita. Lo scopo dell’Eucaristia è proprio conformare la nostra vita pian piano alla vita di Colui che riceviamo.

       Il primo testo evidenzia che la sapienza di Dio si è avvicinata agli umani per essere assimilata da loro. Il saggio è colui che l’accoglie e vive secondo le sue ispirazioni. Per la sapienza divina ci viene data l’opportunità di trovare la via giusta, il nutrimento giusto per cambiare la nostra mentalità e camminare verso di lui. Questa sapienza è proprio il Figlio che si fa carne e si offre da mangiare perché viviamo da saggi e non da stolti, secondo ciò che afferma San Paolo nel secondo testo. La volontà del Signore è che possiamo usare bene il tempo che ci è dato cercando di nutrirci da questa “Sapienza incarnata” a causa nostra perché viviamo a causa sua.

      Nel Vangelo Gesù invita i suoi ascoltatori ad accogliere la rivelazione circa la sua identità come il pane vivo disceso dal cielo, non solo per gli esseri umani, ma per la vita dell’universo: “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna (Gv 3, 16)”. Il Figlio si dona come cibo che dura per la vita eterna; chi mangia di questo cibo vive eternamente. Il verbo è usato al presente per indicare che la vita eterna è già cominciata tra noi per la fede nel Figlio di Dio. È lui la vita eterna e chi lo mangia vivrà per lui, a causa di lui. Siamo qui dinanzi all’essenza degli insegnamenti di Gesù come Salvatore e Redentore del mondo. Ma i suoi concittadini non riuscivano a capire perché conoscevano la sua condizione umana.

       Gesù parla di vita senza fine che è disponibile per tutti. La condizione per ricevere questa vita è mangiare la sua carne e bere il suo sangue, perché egli è la vita e vivrà in coloro che lo ricevono. Questo è un gesto d’amore che Gesù fa liberamente perché il suo desiderio è rimanere tra gli uomini e in ogni persona. Questo è il mistero dell’Eucaristia. Questo è il grande dono del Dio che non vuole vivere lontano dagli esseri umani. L’Eucaristia è il tesoro della Chiesa, cioè il centro della sua esperienza. L’ Eucaristia fa la Chiesa e la Chiesa vive dell’Eucaristia. Nella visione del Vaticano II, “tutta l’attività della Chiesa scaturisce dall’Eucaristia e trova in essa la sua finalità”. È così per tutti noi che mangiamo lo stesso pane e beviamo lo stesso calice. Questa esperienza è la pienezza del nostro rapporto con Dio e fonte di ispirazione per il nostro impegno per la fraternità.

      "Quando mangiamo il cibo ordinario il nostro corpo assimila questo cibo per avere buona salute. Così, il cibo è assimilato dal nostro corpo. Per quanto riguarda l’Eucaristia, il pane della vita, il risultato è diverso: quando riceviamo Gesù, siamo noi che siamo assimilati da lui”. In altre parole, Gesù ci assume, ci assimila, ci porta con sé perché viviamo di lui e per lui. Egli dimora in noi e noi in lui. Egli ci unisce a sé, facendoci partecipare della stessa comunione che egli vive con il Padre. Egli ci coinvolge nel suo mistero pasquale per aprirci agli altri. Mangiare il corpo e bere il sangue di Cristo è mangiare tutta la sua vita. In questa esperienza, siamo diventati Colui che celebriamo a causa della crescita del suo corpo stesso. Così, quando prendiamo sul serio la celebrazione di questo mistero le nostre relazioni cambiano e diventiamo strumenti di unità, di riconciliazione e di pace, secondo gli stessi sentimenti di Cristo.

Fr Ndega
Revisione dell'italiano: Giusi

sábado, 11 de agosto de 2018

TUNAMWENDEA KRISTO KWA SABABU TUNAVUTWA NA BABA



Kutafakari kuhusu Yoh 6, 44-51


       Ili tupate uelewa mzuri kuhusu andiko hili hatuwezi kusahau yale aliyosema Mtakatifu Geronimo: “Yule anayepuuza Maandiko Matakatifu anayepuuza nguvu na hekima ya Mungu. Kuyatojua Maandiko ni kumtojua Kristo.” Katika kifungu kingine anasema kwamba “Neno la Mungu ni mkate wa Kristo, nyama ya Kondoo, mwili wake na damu yake”. Hivyo, tunafahamu kwamba tunaweza kutumia andiko la leo kwa ajili ya Ekaristia lakini tena kwa ajili ya Neno la Mungu lililo mkate ulioshuka mbinguni. Tuko na uhusiano wa ndani kati ya Ekaristi na Neno: tunala na kushiba neno lilifanyika mwili (Yoh 1, 14).”

      Yesu anaongea na wenzake wa Galilaya katika sinagogi ya Kafarnao naye ndiye maana ya kashfa kama ilivyotokea katika Nazareth. Yeye ndiye Mungu wa kawaida anayehusika kwa hali ya kibinadamu hata kusababisha kashfa. “Wayahudi hawakiri mtu awe na uwezo hali ya kimungu (kushuka kutoka mbinguni) na asili ya kibinadamu ya Yesu ambayo wote walijulikana, haijumuishi asili ya kimungu yoyote. Labda, Yesu alikosa akikubali kuishi kama watu wa kawaida?

       Wakati yeye anasema: “mimi ndiye mkate ulioshuka kutoka mbinguni”, anaongelea hali yake kama Neno milele la Mungu ambalo lilifanyika mwili katika hali ya kibinadamu likiipandishia hali hii na kuizalisha hali mpya. “matumizi ya mkate ama chakula kama mifano yajulikana katika Maandiko. Manabii watumia kwa ajili ya Neno la Mungu (Am 8, 11; Is 55, 1-11). Maandiko ya Hekima yatumia kwa kuongelea Hekima ama akili (Meth 9, 1-6; Ben Sir 15, 3; 24, 18.21-22).” Yesu ndiye Hekima ya Mungu ambaye ufunuo wa biblia unaongea kama kuwa ni mtu (Yoh 1, 1s).

     Yeye anajifunua kwa wasikilizaji wake kama chakula kilichoshuka kutoka mbinguni si kwa binadamu tu bali kwa ajili ya uzima wa ulimwengu mzima. Tukumbuke maneno haya, yaani, “Kwa maana jinsi hii Mungu aliupenda ulimwengu hata akamtoa Mwana wake wa pekee, ili kila mtu amwaminiye asipotee, bali awe na uzima wa milele (Jo 3, 16)”. Mwana anajitoa kama chakula kinachodumu hadi uzima wa milele kwa sababu ya mapenzi ya Baba aliye uhai na kusababisha uzima ndani ya kila mtu anayempokea Mwanawe. Maneno haya ni umuhimu katika mafundisho ya Yesu kama mwokozi na mkombozi wa dunia. Anatuokoa kwa kujitolea mwenyewe.

     Tafakari yetu ni pia kuhusu Ekaristi takatifu iliyo uwepo hai na kweli wa Yesu miongoni mwetu. Yeye anasema kwamba twamwendea yeye kwa sababu tunavutwa na Baba na tena kumwamini yeye ni kipimo ili tuwe na uzima wa milele ulio uzoefu wa kufufuka katika siku ya mwisho. Uzoefu huu ni ukamilifu wa ushirika wetu na Mungu, aliye chemchemi ya uhai na furaha milele. Fumbo la kazi ya Kristo linasisitiza kwamba yeye alikufa kwa sababu hakutaka kuwaacha wafuasi wake na kufufuka ili abaki pamoja nasi, kutulisha kwa mwili wake na  kutuonyesha njia ya uzima wa milele. Kwa maneno mengine anataka tuishi kutokana na mfano wake.

    Yesu anaongea kuhusu uzima bila mwisho na kwamba uko kwa watu wote. Huu ni maonyesho ya kujisalimisha kwake kwa hiari, kuendeleza uwepo wake miongoni mwa wanadamu na kufundisha njia ya utimizaji kabisa. Hiyo ni Ekaristi kama zawadi kubwa ya Mungu ambaye hataki kubaki mbali na binadamu. Ekaristi ni hazina ya kanisa, uwepo maalum ya mume wake na alama ya uzoefu wake wa kiroho kama mke wa mume aliye Kristu. Linaishi kwa sababu ya Kristu. Vivyo hivyo ni kwa wote ambao wanashiriki mkate mmoja na kikombe kimoja. Kupitia Ekaristi Yesu anatuingiza na kutuchukua kwake ili tuishi naye. Yeye anakaa ndani yetu nasi ndani yake. Anatuunganisha naye, kutuhusisha katika ushirika sawa kati yake na Baba. Bila shaka kwamba matokeo ni pia undugu wenye nguvu na mwafaka miongoni mwetu. Yesu anashughulika na hali ya wanadamu wasio na chakula na kutualika kushiriki katika hisia zake tunapopokea Ekaristi.

Fr Ndega



sábado, 4 de agosto de 2018

TUJIFANYE “CHAKULA” KWA AJILI YA WENGINE



Kutafakari kuhusu Kut 16: 2-4, 12-15; Waef. 4: 17, 20-24; Yoh. 6: 24-35


       Ingawa wana wa Israeli walikuwa watumwa katika Misri, wakawa na vyakula vingi hata washibe. Walipoacha utumwa kwa nguvu ya Mungu, wakapata utambulisho mpya kama Watu wenye uhuru. Utambulisho huu mpya ulileta baadhi ya changamoto kama kuishi jangwani, kuwa na chakula kidogo ama kutokuwa na chakula, kutokuwa na maji, utekaji wa watu wengine, na kadhalika. Kwa hivyo, walikuwa na mwelekeo wa kulalamika. Lakini, katika mazingira haya magumu Waisraeli hawakuwa peke yao, kwa sababu Mungu aliyewakomboa aliendelea kuandamana nao maana yeye ndiye mwaminifu kwa ahadi zake. Aliwalisha kwa mana sio kwa sababu ya malalamiko yao tu bali hasa kwa maana yeye ndiye macho kwa mahitaji ya watu wake hata kabla ya kumwombe kitu. Hakika walikuwa na ugumu wa kuelewa ufundishaji wa kimungu. Akitoa mana, Mungu aliwaonyesha upendo na utunzaji wake na kutangaza zawadi kubwa zaidi itakayotimizwa na Mwana wake aliye “Mana ya kweli”.

     Mt. Paulo anafanya tofauti wazi kati ya maisha ya mtu kabla ya ubatizo na ya kutoka ubatizo. Kabla ya ubatizo mtu huishi kama mtumwa kwa maisha ya zamani na njia ya ubatili. Kupitia ubatizo mtu anabadilishwa kabisa kwa kupokea maisha mapya katika Kristo, yamejaa maana. Ndiyo hali ya ubatizo wetu. Mbele ya jaribio ya kuishi kama kabla ya utambulisho huu, tunasaidiwa na neema ya Mungu ili kufananisha maisha yetu kulingana na njia ya kuishi ya Mwanawe aliyeweza kutoa maana ulimwenguni kwa kujitolea kwake.  

     Yesu alitenda ishara kubwa ya kuzidisha mikate na samaki kwa ajili ya kuwalisha watu, akiwaonyesha hisia mbele ya mahitaji yao. Baada ya kula hata kushiba watu walitaka kumfanya Yesu mfalme wao. Kulingana na mawazo ya jamii matokeo hayo ni ishara ya mafanikio ya kazi na njia kamili ya mtu ambaye anakuwa maarufu. Lakini Yeye akijua mpango wao alitoroka akienda mlimani peke yake. Kisha watu walimtafuta na walimkuta na wanafunzi wake katika Kapernaumu. Kulingana na Yesu hawakufahamu ishara na hawakuwa na nia kamili ya kumtafuta. Hatimaye, aliwaalika kumkubali yeye kama mkate wa kweli kutoka kwa Mungu ambaye anautoa uzima kwa ulimwengu. Yeyote ambaye anakuja kwake na kumwamini yeye hataona njaa na kiu kamwe.

     Yesu alikuwa na hisia mbele ya mahitaji ya watu na kujaribu kuutoa mwelekeo mpya kwa maisha yao kupitia uzoefu wa huruma na kushirikiana, lakini maana ya tumbo lao, wakawa kama “vipofu” na bila uwezo ili kuelewa maana ya ishara. Hawakupata mafanikio katika kumtafuta Yesu kwa sababu ya kosa la maana kamili. Kweli nia ya Yesu akiwalisha watu ilikuwa kuonyesha hisia yake na kuwaandaa kwa mafundisho yake kuhusu mkate tofauti na kweli. Yeye anatoa chakula kinachodumu mpaka uzima wa milele ambacho ndiye yeye mwenyewe. Anadhihirisha pia kwamba siyo Musa ambaye aliwapa watu mana, lakini ndiye Mungu. Mana ni mfano tu wa zawadi kubwa iliyo Mwana wake ambaye Mungu alimtoa kwa uzima wa ulimwengu. Kweli “zamani, Mungu alitoa mana, leo hii Yesu mwenyewe amejifanya mkate, chakula chetu na chemchemi ya uzima.”

    Basi, chakula hiki ndicho Ekaristi takatifu iliyo ishara kubwa ya upendo wa Mungu na maonyesho ya kujitolea kwake Kristo kwa hiari. Maadhimisho ya Ekaristi ni ufanisi maishani mwetu ikiwa tunasherehekea kama maonyesho ya upendo. Wale tu wanaopenda kweli wanaweza kujitolea kwa ajili ya wengine kama Kristo alivyo. Upendo tu unazaa ushirika na “vitu tu vinavyofanyika kwa upendo vinadumu”. Kupitia Ekaristi tunabadilishwa kabisa kuwa kama Yule tunayeadhimisha kwa kukubali ahadi ya kuishi maisha mapya yaliyo matokeo ya mkutano naye. Hivyo, baada ya kila maadhimisho ya Ekaristi tunapewa changamoto ya kurudia shughuli za kila siku kama mashahidi wa Yule ambaye anayatoa maisha yake kwa upendo ili watu wote wawe na uzima wa milele.

    Kupitia Neno la Mwanawe na kujitoa kwake katika Ekaristi, Mungu anaendelea kuwalisha watu wake na kuwaonyesha upendo na utunzaji wake. “Yesu ni mkate unaotushibisha, maji yatulizayo kiu yetu, ni Yesu pekee awezaye kutuliza hamu ya mioyo yetu” inayotamani milele. Tunapaswa kujiuliza daima ikiwa tunamtafuta Yesu na nia hii ama na mvuto wowote. Hatuwezi kupata mafanikio katika kumtafuta Yesu ikiwa lengo letu ndilo kumkawisha katika uhusiano umefungwa ili atumikie mivuto yetu ya ubinafsi bali tunapaswa kumtafuta kwa ajili ya kumjua nzuri na kumpeleka kwa wengine. Kulingana na Papa Francisco, “furaha ya mkutano yetu na Bwana haitakuwa kamili ikiwa hatuishiriki na wengine”. Tunaalikwa kuongoza kutafuta kwetu kuhusu Yesu kulingana na mawazo yake yaliyo mawazo ya kujitolea, ya ukarimu na ya upendo. Basi, tuendeni kukutana na Yesu ili kujifunza kutoka kwake jinsi ya kujifanya “chakula” kwa ajili ya wengine.

Fr Ndega

FARCI “CIBO” PER GLI ALTRI



Riflessione su Es 16:2-4, 12-15; Ef. 4:17, 20-24; Gv. 6:24-35


      Anche se gli Israeliti erano schiavi nel paese d’Egitto, avevano cibo in abbondanza. Quando hanno lasciato la schiavitù con l’aiuto di Dio, hanno ricevuto una nuova identità come popolo libero. Questa nuova identità ha portato alcune sfide: vivere nel deserto, avere poco o nessun cibo, scarsezza di acqua, invasione di altri popoli e così via. Questa realtà li portava a lamentarsi continuamente. Ma, in mezzo a tutta questa carestia, non erano soli, perché il Dio che li ha liberati ha continuato ad accompagnarli, perché fedele alle sue promesse. Egli li ha nutriti con la manna non solo a causa delle loro lamentele, ma soprattutto perché è attento ai bisogni del suo popolo, ancora prima che gli si chieda qualcosa. Forse, non avevano capito ancora la pedagogia divina. Donando la manna, Dio ha dimostrato il suo amore e cura per il suo popolo, annunciando anche il segno più grande che si compirà con la donazione del suo Figlio, la “Manna vera”.

       San Paolo fa una chiara distinzione tra la vita di una persona prima e dopo il battesimo. Secondo l’Apostolo, prima del battesimo la persona vive come schiava, soggetta e condotta dalle tante passioni ingannevoli. Attraverso il battesimo la persona è diventata nuova poiché rinata con Cristo per una vita nuova e, quindi, chiamata ad abbandonare la vecchia condotta e vivere da figlia amata di Dio. Questa è la esperienza del nostro battesimo. Davanti alla tentazione di vivere come prima di questa nuova identità, siamo sostenuti dalla grazia di Dio perché conformiamo la nostra vita secondo lo stile di vita del suo proprio Figlio Gesù, che ha portato nuova vita al mondo.

       Gesù ha compiuto il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci per sfamare le persone, mostrando sensibilità di fronte ai loro bisogni. Dopo aver mangiato fino a sazietà, queste volevano fare di Gesù il loro re. Secondo la mentalità umana, questo è un segno positivo di apprezzamento per quanto uno ha fatto e il modo giusto perché qualcuno possa diventare famoso. Ma conoscendo il loro piano, Gesù se ne va via da solo sulla montagna per trovarsi con Colui che ha un piano diverso. Allora la gente lo cerca e lo trova con i suoi discepoli a Cafarnao. Secondo Gesù, la folla non ha capito il segno e per questo non lo cerca con l’intenzione giusta. Alla fine, egli invita ad accoglierlo come il vero pane che Dio dona per la vita del mondo. Chiunque venga da lui e crede in lui non avrà mai né fame, né sete.

     Gesù era sensibile davanti ai bisogni delle persone e cercava di mostrare un nuovo orizzonte alle loro vite attraverso la sua compassione e l’esperienza della condivisione, ma queste non sono state in grado di andare oltre al loro stomaco, diventando come “ciechi” e insensibili a capire il significato del segno. Non hanno avuto risultato nella loro ricerca di Gesù a causa della mancanza della motivazione giusta. Quando Gesù ha alimentato quelle persone, la sua intenzione era di manifestare loro la sua sensibilità di pastore e di prepararle per i suoi insegnamenti sul pane diverso e vero. Egli rivela anche che non è Mosè che ha dato alla gente la manna, ma è stato Dio a farlo. Manna era soltanto figura del vero cibo, che non è qualcosa ma qualcuno, “colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo”. Egli può donare il cibo vero perché dona se stesso: “Nel passato, Dio donò la manna, oggi Gesù stesso si fa pane, il nostro cibo e la fonte della vita”.

        Allora, questo cibo è l’Eucaristia, il grande segno dell’amore di Dio e del dono di Cristo. La celebrazione dell’Eucaristia è efficace per la nostra vita se la facciamo come espressione d’amore. Solo coloro che amano davvero sono in grado di donarsi per gli altri come Cristo ha fatto. Solo l’amore genera comunione e “solo le cose fatte con amore hanno consistenza”. Attraverso l’Eucaristia diventiamo come colui che celebriamo accettando l’impegno di vivere una nuova vita, risultato dell’incontro con Lui. Così, dopo ogni celebrazione eucaristica, siamo invitati a tornare alle attività quotidiane come testimoni di Colui che ha dato la sua vita per amore perché tutti abbiano la vita eterna.

        Attraverso la parola del suo Figlio e della sua donazione nell’Eucaristia, Dio continua a nutrire il suo popolo mostrando il suo amore e cura. “Gesù è il pane che soddisfa la nostra fame, l’acqua che sazia la nostra sete, è solo Gesù che può accontentare i desideri del nostro cuore”. Dovremmo domandarci sempre se cerchiamo Gesù con questa intenzione o se lo facciamo con qualsiasi interesse meschino e mediocre. Non possiamo raggiungere l’esito nella nostra ricerca di Gesù se il nostro scopo è quello di contenerlo in una relazione chiusa perché serva ai nostri interessi egoistici ma lo cerchiamo per conoscerlo meglio e portarlo agli altri. Secondo Papa Francisco, la gioia del nostro incontro con il Signore non sarà mai piena se non la condividiamo con gli altri”. Siamo chiamati a condurre la nostra ricerca di Gesù secondo la sua logica che è la logica dell’amore, del dono di sé, della gratuità. Allora, andiamo da Gesù per imparare da lui come farci “cibo” per gli altri.

Fr Ndega
Revisione dell'italiano: Giusi