sexta-feira, 15 de março de 2024

7 San Giuseppe MODELLO DELL’UOMO GIUSTO

 

Una riflessione a partire da Mt 1,18-19




 

Carissimi fratelli e sorelle, grazia e pace nei vostri cuori!

    Questa è la nostra settima meditazione nel percorso intrapreso verso la festa del nostro copatrono San Giuseppe e ci domandiamo: a questo punto del cammino che sto facendo, come mi trovo? In quale senso tutto ciò che sto imparando su San Giuseppe sta contribuendo per migliorare il modo di seguire Gesù Cristo? Ho voluto introdurre la meditazione di oggi con queste domande, affinché siamo consapevoli della grande ricchezza che ci viene offerta in questo periodo che, in sintonia con la proposta quaresimale, ci vuole motivare a seguire Gesù fino in fondo e con un nuovo entusiasmo per godere la vita che scaturisce dal suo mistero pasquale. Il tema odierno è: Giuseppe modello dell’uomo giusto. Ci servirà come riferimento il conosciuto testo di Mt 1, 18-19.

    Come reagisce l’uomo giusto Giuseppe di fronte alla maternità misteriosa di Maria, sua sposa? Egli accoglie la notizia senza giudicare condannare Maria, preferendo mettersi da parte per non essere di ostacolo ai piani del Signore. La sua intuizione è illuminata, rivelatrice di una grande saggezza che caratterizza la vita del giusto. Giuseppe non è il tipo di persona abituata a improvvisare le cose, che si accontenta di agire semplicemente dimpulso. Questo non vuol dire che non sia una persona decisa, anzi, è per decidere bene che lui si prende del tempo e cerca di fare discernimento. Ecco perché serve la profondità della sua singolare relazione con il Signore, un luminoso esempio di vita interiore, come abbiamo riflettuto nella meditazione precedente.

    Per approfondire questo bisogna che riprendiamo qualcosa del tema della quinta meditazione, cioè, sullo sposo Giuseppe. Il brano della meditazione di oggi, prima di parlare del giusto parla dello sposo per due volte, vale a dire: “sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe (1, 18) e poi “Giuseppe suo sposo, che era giusto” (1, 19). Qual è la relazione tra questi due termini? “L'uomo «giusto» di Nazareth possiede soprattutto le chiare caratteristiche dello sposo. L'Evangelista Luca parla di Maria come di «una vergine, promessa sposa di un uomo... chiamato Giuseppe» (Lc 1,27). Prima che inizi a compiersi «il mistero nascosto da secoli» (Ef 3,9), i Vangeli pongono dinanzi a noi l'immagine dello sposo e della sposa. Secondo l’abitudine del popolo ebraico, il matrimonio si attuava in due tappe: prima veniva celebrato il matrimonio legale (vero matrimonio), e solo dopo un certo periodo, lo sposo introduceva la sposa nella propria casa”.

    Questo vuol dire che “prima di vivere insieme con Maria, Giuseppe era già il suo «sposo»; Maria però, conservava nell'intimo il desiderio di far dono totale di sé esclusivamente a Dio. Ci si potrebbe domandare in che modo questo desiderio si conciliasse con le «nozze»”. Possiamo anche dire che Maria aveva già la risposta da dare all’angelo prima ancora che questi concludesse il suo messaggio. Questo non vuol dire un disprezzo a Giuseppe con il quale stava già costruendo un progetto di vita. Non era una situazione facile da gestire e “la risposta viene soltanto dallo svolgimento degli eventi salvifici, cioè, dalla speciale azione di Dio stesso”. C’è una scena del film Maria di Nazareth che mi colpisce molto. Quando Maria deve andare verso Elisabetta per servirla e Giuseppe la saluta, dicendo: “Maria, ho fiducia in te!” E Maria (che non gli aveva rivelato ancora il segreto della sua maternità divina) gli risponde: “qualunque cosa accada, abbi fiducia nel Signore”. È questo che viene chiesto alla persona giusta: avere piena fiducia in Dio per non mancarne verso gli altri.

    Per il fatto di avere nel proprio cuore la Legge del Signore, San Giuseppe diventa modello dell’uomo giusto, conservando il suo cuore puro, fedele, onesto, credibile, retto e soprattutto, semplice e accogliente. La giustizia di Giuseppe è la sua semplicità, la sua accoglienza. “Questa virtù di San Giuseppe non è solo un carattere e una buona azione, ma si riferisce ad uno stile di vita che si dona agli altri, non viola i loro diritti e soprattutto si sottomette ad accogliere e compiere la volontà di Dio. San Giuseppe ha accolto tutti gli eventi e le esperienze della sua vita senza pretendere alcuna condizione. Li ha accettati, se ne è assunto la responsabilità e si è riconciliato con la sua storia di vita e vocazione”. Maria pronuncia il suo «fiat» e in collaborazione fedele anche Giuseppe pronuncerà il suo. Questa è la volontà di Dio e, quindi, la giustizia di Giuseppe.

    A volte anche noi sperimentiamo molte cose che non riusciamo a comprendere pienamente: le situazioni che non sono belle come speravo io; la sorpresa di un tradimento; le situazioni familiari e lavorative frustranti, vedere che un altro è stato scelto per occupare un incarico a cui desideravo tanto e sono in grado di farlo tanto quanto lui/lei… “In generale, la nostra prima reazione è delusione, rabbia e resistenza. Poi viene l'atteggiamento di incolpare (…) le altre persone, la situazione e persino Dio. Se siamo costantemente ostili a quell'evento o esperienza, saremo sempre imprigionati nelle nostre speranze e pensieri e non riusciremo a cogliere il significato più profondo e l'opera di Dio nella vita”. San Giuseppe ci dona un esempio del cuore giusto come una via spirituale che accetta, non esige; che non chiede spiegazione, ma accoglie. Solo a partire da questa accoglienza si può anche intuire un progetto più grande, un significato più profondo. Apriamoci alla novità di Dio!

 

Salve, custode del Redentore,

e sposo della Vergine Maria.

A te Dio affidò il suo Figlio;

in te Maria ripose la sua fiducia;

con te Cristo diventò uomo.

O Beato Giuseppe, mostrati padre anche per noi,

e guidaci nel cammino della vita.

Ottienici grazia, misericordia e coraggio,

e difendici da ogni male. Amen.

 

San Giuseppe! Prega per noi!


Fr Ndega

Revisione dell'italiano: Giusi

 

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