quarta-feira, 13 de março de 2024

5 San Giuseppe SPOSO DELLA MADRE DI DIO

 

Una riflessione a partire da Lc 2,1-7




 

Carissimi fratelli e sorelle, grazia e pace nei vostri cuori!

    In questo quinto giorno di preparazione per la festa del nostro copatrono San Giuseppe, la nostra meditazione ha come tema: San Giuseppe Sposo della Madre di Dio. Questo è proprio il titolo della solennità che ci attende e per cui facciamo questa preparazione. Il brano di riferimento questa volta è Lc 2, 1-7 che ci riporta al contesto del censimento e della nascita di Gesù. Giuseppe viene presentato come membro della casa di Davide e sposo di Maria e deve andare a farsi registrare a Betlemme. In quale circostanza si dà il loro sposalizio?

    Tutto comincia con le promesse. Infatti, Maria era promessa sposa di un uomo chiamato Giuseppe (Lc 1, 27). Il loro piano era il matrimonio e formare una famiglia. Umanamente parlando, nella mente di Giuseppe non c’era altro che la ragazza Maria come parte di questo piano. “Il Signore ha modificato i suo disegno su di lui; ch’egli accetti assicurare l’avvenire della sua eletta”. Giuseppe non capisce subito il mistero in cui è stato coinvolto. Però, egli “è modello dell’uomo giusto. Il suo amore nei confronti di Maria era così forte e bello da non permettere di denunciarla per il mistero della sua maternità senza la partecipazione dello sposo promesso.

    Quando Giuseppe decide di licenziare la sua sposa non lo fa pubblicamente: proprio perché la ama, lo fa in segreto. Dirà Gesù più tardi: “E il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Mt 6, 4b). Ecco perché Giuseppe, lo sposo di Maria, è considerato un uomo giusto! Ha preferito fare la sua opera buona in segreto, cioè, tra lui e Dio, ed è stato ricompensato: Dio interviene, coinvolgendo questo suo servo buono e fedele nella sua gioia. Qual è la gioia di Dio? La gioia di Dio è quella di essere la ragione della gioia degli sposi che si amano. Ora ha davanti a sé non soltanto la ragazza Maria, ma lei e suo Bambino, il Figlio dell’Altissimo.

     Il modo come Giuseppe considera le cose non è mai un ostacolo ai piani di Dio, il quale ha l’abitudine di sorprenderci, agendo a modo suo. E quando Dio sembra non sorprenderci? Quando non gli facciamo spazio nella nostra vita. Se facciamo come San Giuseppe ha fatto, ogni occasione del nostro quotidiano diventa occasione rivelatrice. Affrontando con la sua sposa Maria le difficoltà di spostamento da Nazareth a Betlemme, oltre la mancanza di alloggio, Giuseppe si mostra aperto e pronto alla più grande delle sorprese di Dio: diventare un uomo come noi per dipendere anche da lui, oggetto delle sue premure, affetto e protezione. Grazie al "sì" di una donna (Maria) e al "sì" di un uomo (Giuseppe): il figlio dell'Altissimo, il Verbo divino veste la nostra carne per diventare, l'Emmanuele-Dio con noi, ed a chi lo chiameranno figlio di Maria (Mc 6,3) o figlio di Giuseppe (Gv 1,45).

Con amore, gioia e perseveranza Giuseppe ha assunto il suo ruolo di marito dando il meglio di sé. Vediamo l'indispensabile Giuseppe accanto a Maria alla nascita di Gesù, durante il soggiorno in Egitto e durante la vita nascosta a Nazareth. È vero che i Vangeli non hanno riportato nessuna parola di San Giuseppe; con lui è piuttosto la sua presenza e le sue azioni che parlano. Ci colpisce molto l’armonia e l’amore di questa coppia unita intorno al Figlio dell’Altissimo. Possiamo dire, e senza paura di sbagliare, che Giuseppe si sente pienamente realizzato, cioè, ha trovato il vero senso della sua vita, una certezza che scaturiva dall'amore che aveva per Gesù e per Maria. “Questo amore era allo stesso tempo un amore umano e un amore sovrumano, un amore divino che gli faceva trovare nella stessa persona un figlio e un Dio”.

Come dice il Papa Francesco, “La logica dell’amore è sempre una logica di libertà e Giuseppe ha saputo amare in maniera straordinariamente libera. Non ha mai messo sé stesso al centro. Ha saputo decentrarsi, mettere al centro della sua vita Maria e Gesù. La felicità di Giuseppe non è nella logica del sacrificio di sé, ma del dono di sé. Non si percepisce mai in quest’uomo frustrazione, ma solo fiducia. Il suo persistente silenzio non contempla lamentele, ma sempre gesti concreti di fiducia. Il mondo ha bisogno di padri, rifiuta i padroni, rifiuta cioè chi vuole usare il possesso dell’altro per riempire il proprio vuoto; rifiuta coloro che confondono autorità con autoritarismo, servizio con servilismo, confronto con oppressione, carità con assistenzialismo, forza con distruzione. Ogni vera vocazione nasce dal dono di sé che è la maturazione del semplice sacrificio”.

L’amore dello sposo Giuseppe è un amore vero, che non possiede, non imprigiona, ma apre spazi, rende felice l’altro, permettendo all’altro di essere chi egli è chiamato ad essere. Affidiamo a San Giuseppe le vocazioni matrimoniali, sacerdotali e alla vita religiosa: giungano alla maturazione del dono di sé, per essere segno della bellezza e della gioia dell’amore. Che San Giuseppe ci aiuti a scoprire, amare ed essere fedeli alla nostra vocazione personale, specialmente in mezzo alle prove. La nostra vocazione è alla gioia, ma come diceva San Giovanni Paolo II, “senza fedeltà non c’è felicità. Vogliamo riscoprire la libertà di essere figli di un Padre che non ci opprime, che non ci imprigiona, ma ci spinge alla maturità e alla piena realizzazione di noi stessi. Infine rivolgiamoci al Signore per chiedere, come San Giuseppe, di renderci discepoli aperti a Dio e agli altri, con amore, generosità e rispetto, e tutto sarà bello per noi e per gli altri.

 

Salve, custode del Redentore,

e sposo della Vergine Maria.

A te Dio affidò il suo Figlio;

in te Maria ripose la sua fiducia;

con te Cristo diventò uomo.

O Beato Giuseppe, mostrati padre anche per noi,

e guidaci nel cammino della vita.

Ottienici grazia, misericordia e coraggio,

e difendici da ogni male. Amen.

 

San Giuseppe! Prega per noi!


Fr Ndega

Revisione dell'italiano: Giusi

 

 

 

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