sábado, 23 de maio de 2020

ANDATE E FATE DISCEPOLI



Riflessione a partir di Atti 1, 1-11; Ef 4, 1-13; Mt 28, 16-20



    
      La centralità della nostra riflessione è il mistero della presenza di Gesù dopo che ha delegato ai discepoli la continuazione della missione che il Padre gli ha affidato. Egli non ha lasciato il Padre quando è venuto da noi e non ci ha lasciato quando è tornato al Padre. L’Ascensione di Gesù parla di una modalità nuova della sua presenza in mezzo a noi, annunciando una nuova fase della sua missione. Questo è il tempo della Chiesa, la comunità dei discepoli assistiti dal suo Spirito, forza che garantisce la presenza di Gesù in mezzo a loro. Le apparizioni di Gesù hanno motivato la comunità a riscoprire il senso e la gioia di essere discepoli. Ma sarà con la venuta dello Spirito, che anche noi celebreremo fra pochi giorni, che diventeranno testimoni gioiosi e coraggiosi del Risorto.

     Il brano del libro degli Atti ribadisce che attraverso le sue parole, Gesù ha aiutato i discepoli a capire il rapporto tra tutto ciò che egli ha fatto ed insegnato con la realtà del regno di Dio. La realtà di questo regno è rivelata attraverso i miracoli di Gesù e continuerà a svilupparsi tramite le azioni della Chiesa fino agli estremi confini della terra. Ma prima di iniziare questa importante missione per il mondo intero, gli apostoli hanno ricevuto la forza dallo Spirito Santo. Per questa forza sono stati davvero pronti ad essere strumenti della salvezza di Dio facendo nuovi discepoli per Cristo.  

      Secondo l’apostolo Paolo, la sapienza che supera ogni conoscenza è quella che soltanto lo Spirito può concederci. Attraverso di essa otteniamo una profonda conoscenza di Dio e comprendiamo la speranza a cui siamo chiamati come membra del corpo di Cristo che è la Chiesa. In un processo costante di conversione, camminiamo verso la condizione in cui si trova il nostro capo, nel quale Dio ha manifestato tutta la sua forza. Più importante di quel che siamo in grado di fare nel mondo è quello che Dio compie nella nostra vita per il potere del suo Cristo.

     Nel vangelo Gesù si trova con i suoi discepoli, condivide con loro l’autorità che ha ricevuto dal Padre e li invia a fare nuovi discepoli non per sé stessi ma per il Regno. Diventare dimora della Trinità è una prerogativa che appartiene non solo agli undici ma ad ogni nuovo discepolo di Cristo. I discepoli si prostrano davanti a Lui ma hanno ancora dei dubbi riguardo quello che vedono, non sono veramente sicuri di quello che devono fare. Alla fine del brano il Signore assicura la sua presenza ogni giorno accompagnandoli passo dopo passo nella missione che devono compiere: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.

      Gesù sta partendo ma dice che rimane. Egli rimane attivo ed efficiente, confermando con segni concreti le parole dei discepoli. E’ la garanzia della sua costante presenza che motiva un gruppo così fragile a portare avanti il tesoro dell’evangelizzazione, l’annuncio della salvezza. Ogni discepolo di Cristo è chiamato a rendersi conto di questa verità: non è lui a fare qualcosa ma Colui che lo ha chiamato e non l'abbandona, anzi, si fa vicino perché abbia esito nella missione. Il punto di riferimento della missione non è la debolezza del discepolo ma la forza di Cristo nella sua vita e nella vita dei nuovi discepoli tramite la sua testimonianza.

     I due angeli chiesero ai primi discepoli e oggi a noi: “Perché state a guardare il cielo?” Come cristiani abbiamo bisogno di orientare la nostra attenzione su Gesù, che è il nostro modello e il nostro capo e là dov’è il capo vogliamo stare anche noi che siamo le sue membra. Ma non possiamo rimanere fermi a guardare il cielo lamentandoci per quello che non abbiamo. Come discepoli di Gesù siamo chiamati a continuare la sua opera con gratitudine, e gioia. “La vita cristiana è un cammino; non un cammino triste ma gioioso”, perché con Gesù siamo in processo di ascensione al cielo, ma con i piedi fermi su questa terra di missione. La nostra vita cristiana è contemplazione e azione, è fede e opere. I segni della presenza di Gesù nel mondo sono riconosciuti per l’amore di coloro che credono in lui e seguono i suoi passi. Tutto questo ci viene dallo Spirito che non solo abita in noi ma opera dentro di noi per farci diventare nella pratica, nelle nostre azioni, ciò che siamo nel nome, cioè “Cristiani”, “altri Cristi”. Per questo diciamo, vieni Spirito Santo!

Fr Ndega
Revisione dell'italiano: Giusi

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