domingo, 8 de outubro de 2017

CHIAMATI A PRODURRE FRUTTI NEL TEMPO GIUSTO


Riflessione su Is 5,1-7; Phil 4,6-9; Mt 21, 33-43


      Vorrei iniziare questa riflessione da una idea generale che riassume tutto il messaggio di questa parola di Dio, vale a dire: non c’è nulla che possa fermare l’amore di Dio per noi anche se non sempre corrispondiamo a questo amore, anche se non siamo consapevoli che siamo amati da Dio.

       La vigna è simbolo del popolo di Dio che, nella prima lettura è rappresentato dal popolo di Israele. È stato Dio a piantare questa vigna usando tutti i mezzi e risorse perché essa potesse produrre frutti, e ‘buoni frutti’. Ma il risultato è stato lontano da ciò che si aspettava. La vigna è anche immagine dell’alleanza che Dio ha fatto con l’umanità. È proprio lui che prende iniziativa e rimane sempre fedele. Questa alleanza è segno del suo amore, vale a dire, un amore gratuito e generoso che rispetta la nostra libertà ma che allo stesso tempo aspetta buoni risultati, cioè, corrispondenza.

     Nella seconda lettura, Paolo propone ai Filippesi quello che riassume la vita di San Giovanni Calabria, vale a dire, non angustiarsi per nulla ma fidarsi di Dio perché egli è un buon Padre che conosce i bisogni dei suoi figli prima che gli chiedano qualcosa. La nostra preghiera a questo Padre non deve essere fatta solamente di suppliche ma anche di ringraziamenti con la consapevolezza che dalla sua bontà abbiamo ricevuto molti doni. In questa stessa lettera, San Paolo chiede loro di avere gli stessi sentimenti di Cristo Gesù, specialmente la sua umiltà e mitezza. Per quanto riguarda questo, l’apostolo Paolo non ha paura di presentare se stesso come modello. Il suo esempio e quello di san Giovanni Calabria ci motiva a investire tutte le nostre energie perché Gesù sia conosciuto e amato sempre di più.

      Nel vangelo, Gesù racconta una drammatica parabola simile a quanto narrato nella prima lettura, che parla anche della vigna. Il padrone del terreno dopo aver piantato la vigna la diede in affitto a dei contadini. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini. Ma questi maltrattarono e uccisero i servi, compreso il figlio del padrone. Anche in questo brano Dio offre al suo popolo molte opportunità di conversione, ma senza buoni risultati. La novità è la finalizzazione della parabola, vale a dire ‘a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti’.

       Questo testo fa un riassunto della storia della salvezza con un forte accento sulla fedeltà e provvidenza di Dio da una parte e la infedeltà e resistenza del popolo eletto dall’altra. Gesù racconta questa parabola specialmente a causa della difficoltà delle autorità ebraiche di riconoscerlo come messia. ‘Egli è venuto per i suoi ma questi non lo hanno accolto’. Infatti sono i luoghi stranieri che accolgono il suo messaggio senza difficoltà. Ricordiamo come Gesù parlò alla donna straniera: “Donna, grande è la tua fede”! E al centurione romano: “Neanche in Israele io ho trovato una fede così”. 

        Tutto questo ci dice che Gesù non è venuto per condannare nessuno ma per salvare. Ogni giorno egli ci parla esprimendo la cura di Dio per la nostra vita. Non c’è madre che ami tanto i suoi figli come Dio ama tutti ed ognuno di noi, diceva don Calabria. Da parte di Dio ci sono offerte molte opportunità di salvezza perché il suo desiderio è che tutti siano salvi, ma la responsabilità per un cammino di conversione dipende da ognuno di noi. Non sempre noi siamo in grado di corrispondere, di vivere da figli e da fratelli, ma questo non impedisce a Dio di essere buono e di continuare a custodire la nostra vita. Anche se con i nostri atteggiamenti noi rinunciamo alla nostra identità di figli e di fratelli; Dio non cessa mai di essere nostro Padre.

      Quel ‘guai a voi’ che molte volte ripeteva ai farisei e scribi vale anche per noi che riceviamo tanti doni da parte del Signore. Guai a noi se non corrispondiamo! Diceva San Giovanni Calabria. Piace a Dio quando i nostri atteggiamenti fraterni sono espressione della sua bontà e siamo in grado di dire: “Signore, tu mi hai dato questi doni e io li ho fatti fruttificare secondo tua aspettativa”.

Fr Ndega
Revisione dell'italiano: Giusi

Nenhum comentário: