sábado, 22 de julho de 2017

SEGUIRE IL MODO DI DIO PER ELIMINARE IL MALE DAL MONDO


Riflessione su Sap 12, 13.16-19; Rom 8,26-27; Mt 13, 24-43


         Come abbiamo riflettuto nella settimana scorsa, tra quattro tipi di terreni, solo uno è trovato nelle condizioni d’accogliere il buon seme e generare frutto. Il buon seme è la parola di Dio che ha la forza in sé per generare nuova vita là dove è accolta. Secondo il testo di oggi, anche se il terreno è buono, può accogliere anche la zizzania. Questa è simbolo dei segni di morte che possiamo trovare anche là dove ci sono i segni di vita. Questo mette in luce che anche se il cuore è buono può portare la semente del male, cioè, può avere cattiva tendenza. Il nemico di Dio agirà sempre per impedire che i suoi figli vivano secondo la sua volontà.

        Il testo della Sapienza è un inno a Dio per la sua bontà e pazienza verso tutti i suoi figli. La sua potenza e grandezza non gli impediscono di agire con mitezza e tenerezza, prendendosi cura di tutti specialmente di coloro che sono più deboli. Con questo suo modo d’agire ha educato il suo popolo offrendo a tutti delle opportunità di cambiare vita perché essa sia secondo il suo desiderio. Dio è indulgente e paziente perché ama con un amore eterno, cioè, un amore che ci dona buona speranza aprendo le porte che abbiamo chiuso con i nostri sbagli. Abbiamo bisogno di questo amore e desideriamo molto amare come Dio. Questa è la azione del suo Spirito che abita dentro di noi affinché sappiamo pregare con fiducia di figli, desiderando nel nostro cuore ciò che Dio desidera per noi.

        La parabola che Gesù ci presenta parla della dinamica del Regno che è come un uomo che ha seminato il buon grano nel suo campo ma durante la notte venne il suo nemico e seminò della zizzania in mezzo al buon grano. Vogliamo soffermarci su due atteggiamenti: il primo è la decisione dei servi, la loro impazienza; il secondo è quello del dono del campo, cioè, la sua pazienza (davanti alla malvagità del suo nemico e alla immaturità dei servi). L’intenzione di Gesù è parlare di Dio come colui che semina il buon grano nel grande campo del mondo e non può fare diversamente perché egli è buono. Il suo nemico ha seminato la zizzania, cioè il grano cattivo. Cosa fare con questa zizzania? Il dono del campo ha già una idea ma preferisce aspettare e agire nel tempo opportuno, vale a dire, nel suo proprio tempo. Il nemico che ha seminato zizzania ha fatto questo di notte, di nascosto. Le azioni contro i desideri di Dio rivelano situazioni di tenebre nella nostra vita.

         È chiaro in questo testo che il male non ha la sua origine in Dio; Egli non vuole il male. Egli proprio motiva i discepoli di Gesù a guardare il suo modo d’agire per rimuovere il male del mondo e della loro vita. Purtroppo l’essere umano porta anche il male dentro di sé insieme al bene che viene da Dio. Non è stato così fin dall’inizio. Dio ha creato l’essere umano come essere buono e libero per potere fare delle scelte, vale a dire, “Se tu scegli il bene, la vita, vivrai; se tu sceglie il male, la morte, tu morirai”. Quando la libertà umana non è ‘evangelizzata’ può agire come nemica. Quindi, come risultato della decisione umana, il bene e il male crescono insieme nel mondo. Alle volte il male sembra più forte perché cerchiamo di alimentarlo di più. Molte volte siamo rimasti sorpresi nel vedere che ciò che sembra buono è cattivo e ciò che sembra cattivo è buono. Con i nostri pregiudizi abbiamo fretta di giudicare gli altri sul loro modo di vivere. Questo non tocca a noi.


         Secondo la dinamica di questa parabola, bisogna avere pazienza e discernimento per eliminare il male nel suo giusto tempo con azioni adeguate che possano anche rafforzare il bene, non indebolirlo. È proprio in mezzo a questa realtà di bene e male che i valori del Regno si trovano seminati. Come Dio è il primo interessato in volere eliminare il male dal mondo, Egli stesso ci invita ad aspettare pazientemente, imparando da lui che fa piovere sui giusti e ingiusti, buoni e cattivi. Tramite la sua pazienza Dio ci ha dato molte opportunità di conversione, di cambiare vita. Allora, avere pazienza non vuol dire accettare il male ma accompagnare il ritmo di Dio che ha l’eternità davanti a sé e sa come trasformare il male in bene perché sa amare. Questo è davvero un invito a cambiare il nostro modo di vedere le cose, agendo secondo il cuore misericordioso di Dio.

Fr Ndega
Revisione dell'italiano: Giusi

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