domingo, 9 de julho de 2017

EGLI DELUDE LE ASPETTATIVE DEI POTENTI MA SODDISFA LE SPERANZE DEI PICCOLI


Riflessione su Zc 9,9-10; Rom 8, 9.11-13; Mt 11,25-30


      È molto importante riflettere ancora una volta sull’argomento dell’immagine di Dio, perché il nostro atteggiamento, i nostri pensieri e le nostre posizioni di fronte a tutte le cose del mondo dipendono dalla immagine che abbiamo di Dio. Questi testi ci invitano a considerare alcune immagini giuste di Dio, che sono molto importanti nel nostro cammino di fede, vale a dire, Dio Umile, Dio della pace, Dio Emanuele, Dio della vita, Dio che si lascia coinvolgere dalla realtà umana, Dio Padre, Dio Mite e Umile di cuore, Dio dei piccoli, ecc. Siamo invitati a lasciare che Dio sia Dio.

        Anche se il testo della prima lettura è stato scritto dopo la cattività babilonese, il profeta Zaccaria ha proclamato un tempo nuovo che verrà in cui le persone saranno rinnovate per l’esempio di mitezza di Dio. Egli dichiarò che Dio viene, ma allo stesso tempo è già presente tra la gente come il Dio della pace. Le persone che possono riconoscerlo sono coloro che Gesù menzionerà nel Vangelo come “piccoli”. L’esempio della mitezza di Dio contrasta le aspettative di coloro che si sentono potenti e pensano di trovare soluzioni per i conflitti usando la violenza. La buona notizia che dobbiamo annunciare è che Dio veramente si fa presente nel quotidiano delle persone. In base alla seconda lettura, lo Spirito di Dio abita in noi e vuole guidare le nostre azioni perché possano rivelare la presenza del Dio che è vita e ci fa vivere per causa sua.

          Nel Vangelo Gesù ha pregato in ringraziamento a Dio chiamandolo Padre. Gesù parla di Dio come Padre più in Matteo, che negli altri vangeli. Usando questa parola Abba/Padre Gesù dimostra che aveva un rapporto profondo con Dio. È come un bambino con il suo papà. Nessun Ebreo è riuscito ad avere un rapporto con Dio in questo modo, perché lo rispettavano come più potente di qualsiasi altra cosa. Gesù si sente una cosa sola con il padre e così si fidava di lui in tutte le cose. Il rapporto profondo che egli vive con il padre non è chiuso in se stesso, ma è un invito alla partecipazione di tutti. Questa è la volontà del Padre e solamente il Figlio può assicurare questo.

           L’apertura dei piccoli a ciò che è stato rivelato e il modo d’agire di Dio ha motivato la lode e gratitudine nel cuore di Gesù. Veramente Dio “si rivela ai seguaci umili, che non hanno alti titoli e neanche una grande reputazione nella società. Essi sono come bambini, in sincerità di cuore sempre disposti a ricevere. Essi saranno in grado di obbedire e proclamare il Vangelo in tutto il mondo”. Così, nella sua missione di rivelare il piano di Dio, Gesù si è opposto alla prospettiva dei sapienti e dotti e ha compiuto le speranze dei poveri. Davvero coloro che confidavano in se stessi non hanno creduto che Gesù era il Messia, né hanno accolto il suo messaggio come rivelazione di Dio al suo popolo. Dalla parte dei poveri e piccoli, Gesù era colui che loro aspettavano con passione. Queste persone sono state in grado d’accogliere degnamente gli insegnamenti di Gesù come venuti da Dio stesso, perché tali insegnamenti sono infatti relativi alla loro vita, come beati di Dio.

        Gesù ci invita ad andare da lui in modo che possiamo imparare a vivere una vita d’amore, umiltà e mitezza. Egli stesso si presenta come punto di riferimento di queste virtù, perché per primo egli le ha vissute pienamente. Come è successo nel discorso sul monte, quando egli ha proposto le Beatitudini, ha proposto proprio il suo modo di vivere, perché egli è il Beato per eccellenza. Così è facile per i piccoli identificarsi con lui. La sua vita è l’annuncio della mitezza e umiltà di Dio. Queste virtù sono condizioni perché possiamo essere come i “piccoli” ed avere il cuore come il suo. Solamente lui può assicurarci queste virtù. Lui conosce il peso che portiamo, soprattutto quando non riusciamo a decidere liberamente o scegliere la via migliore per la nostra vita. Le condizione di Gesù per una sequela radicale non sono un peso che non possiamo portare, perché egli stesso vuole portarlo con noi. Che la sua mitezza e umiltà di cuore ci motivi ad essere pronti e disponibili a consegnare a Dio la nostra vita piuttosto che affidarci solo alle nostre capacità.

Fr Ndega
Revisione dell'italiano: Giusi 

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