domingo, 7 de maio de 2017

IL VERO PASTORE È COLUI CHE CONOSCE IL SUO GREGGE E SI PRENDE CURA DI LUI


Riflessione su Atti 2, 14a.36-41; 1Pt 2, 20b-25; Gv 10,1-10




       Stiamo celebrando la domenica del Buon Pastore e la Giornata per le vocazioni. Vogliamo ringraziare Dio per il dono delle vocazioni e chiedergli di continuare a benedire la sua Chiesa con molte e sante vocazioni. La proposta di questa domenica viene dal Santo Padre Paolo VI. Egli ha invitato tutta la Chiesa a prendere l’impegno per le vocazioni. Pregare per le Vocazioni è anche obbedienza all’invito di Gesù a pregare il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe, perché la messe è grande, ma gli operai sono pochi (cf. Mt 10,37s). La vocazione è un dono di Dio e anche pregare per questo è dono suo. Questa è la concretizzazione del nostro battesimo. La vocazione inizia nella famiglia e colui che chiama aspetta una risposta generosa da quelli che sono chiamati.

         Nella prima lettura gli apostoli proclamano con entusiasmo il mistero della Pasqua di Cristo, per la potenza di Dio, come un invito a cambiare vita. La forza delle loro parole viene dallo Spirito Santo che agisce nella vita di coloro che ascoltano portando loro al pentimento e conversione. Per i primi discepoli ogni momento è stato una nuova opportunità di proclamare la nuova vita che Gesù ha dato a tutti, anche “a coloro che sono lontano e a tutti coloro che il Signore Dio nostro ne chiamerà”. Cristo è la pienezza delle promesse di Dio e per mezzo di lui le persone sono sicure di trovare la salvezza. Ci ha fatto diventare figli di Dio e ci ha invitati ad avere un buon rapporto con Dio come pecore con loro pastore. Seguendo il suo esempio possiamo fare del bene agli altri e mantenere l’unità tra noi.

        Gesù è il Buon Pastore perché ama le sue pecore ed è pronto a dare la vita per loro. Egli conosce le sue pecore e le invita ad ascoltare la sua voce che le guida a trovare la vera vita. Il rapporto tra il Padre ed il Figlio è il riferimento per il rapporto tra Gesù e il suo gregge. La libertà di Gesù nel dare la sua vita per il suo gregge è una prova del suo amore. Egli usa questa immagine per spiegare il suo rapporto con i suoi discepoli. È un rapporto basato nella confidenza reciproca, nella tenerezza e che dà pieno senso alla vita dei discepoli. Come lui conosce i suoi, egli spera che loro possano conoscerlo e seguire i suoi insegnamenti. La mancanza di intimità con la voce del pastore è pericolosa perché può portare alla divisione del gruppo e la perdita della identità di discepolo. Il modo di Gesù di prendere cura è la misura per chi ha la responsabilità di guidare le persone.

        Gesù è la porta per il giusto rapporto tra il popolo e Dio. Possiamo capire questa porta usando la sua stessa rivelazione come “via, verità e vita”. In primo luogo, Gesù è la via che conduce al Padre; la sua presenza garantisce un vero incontro con Dio. In secondo luogo, Gesù è la verità di Dio per l’umanità e l’intera verità dell’uomo a Dio; “Chi è dalla verità ascolta la sua voce” (Gv 18,37) e permette di essere portato da Gesù alla piena verità. Gesù è la vita che è donata liberamente perché le persone possono avere vita degna. In Gesù, il Buon Pastore, Dio mostra la sua protezione e cura per il suo popolo. Chi si oppone alla voce di Gesù si oppone a fare la volontà di Dio e vivere un rapporto d’amore con lui. La risposta che egli spera al suo invito in questi giorni è l’attenzione alla sua ispirazione in modo che possiamo agire con saggezza in tutte le circostanze.


        Gesù è il Buon Pastore perché conosce i bisogni delle sue pecore e sa come prendersi cura di loro. Non c’è nient’altro che egli desidera per il suo gregge eccetto vita abbondante e piena. La nostra vocazione incontra la sua realizzazione quando ci rendiamo conto della voce del Signore tra le tante voci che cercano di guidarci. Attraverso la sua parola, sacramenti e l’insegnamento dei nostri pastori, il Buon Pastore Gesù continua a guidare e nutrire il suo gregge. Siamo invitati a lasciarci guidare in spirito di docilità e di comunione. Ma abbiamo anche, per mezzo del battesimo, la responsabilità di aiutare i pastori a fare bene il loro lavoro. Siamo invitati ad agire come i primi discepoli, che hanno assunto la loro vocazione con gioia e entusiasmo per il bene del popolo di Dio che è il gregge di Gesù.

Fr Ndega
Revisione: Giusi

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