sábado, 25 de abril de 2020

LA PAROLA CHE BRUCIA IL CUORE E L’ESEMPIO CHE LO TRASFORMA



Riflessione su At 2, 14a.22-33; 1Pt 1, 17-21; Lc 24, 13-35


      
          La riflessione che proponiamo a partire da questi brani, ribadisce il nostro processo di maturità della fede motivato dalla certezza della presenza del Signore Risorto che cammina con noi, apre le nostre menti perché possiamo comprendere le Scritture che parlano di Lui e ci nutre con il Pane di Vita che Lui spezza per noi perché abbiamo la forza e il coraggio per continuare la sua Opera di salvezza.

         La prima lettura dagli Atti degli apostoli sottolinea come Gesù abbia condiviso con i suoi discepoli ciò che ha ricevuto da Dio perché loro potessero continuare la sua stessa missione. Con l’aiuto dello Spirito Santo, specialmente dal giorno di Pentecoste, hanno annunciato con gioia l’esperienza vissuta con il loro maestro e la sua vittoria sulla morte per la forza di Dio. Questo annuncio è un invito alla speranza perché la vittoria di Gesù dà possibilità di salvezza a tutti.

       Pietro, nella seconda lettura, ci dice che come discepoli di Cristo, viviamo quaggiù come stranieri. Grazie a Cristo, la nostra fede e la nostra speranza sono rivolti a Dio Padre che ci tratta da figli e vuole che agiamo ad esempio del suo Figlio unigenito. Anche se egli non è visibile ancora una volta agli occhi della gente, può essere riconosciuto tramite la nostra vita e le nostre buone opere.

       Il dialogo che il Vangelo ci presenta è uno tra i testi più belli e completi delle Sacre Scritture. Narra dei due discepoli di Gesù che erano in cammino verso una città di nome Emmaus, a 11 chilometri da Gerusalemme. Erano molto tristi, frustrati, scoraggiati; hanno lasciato la comunità e stavano tornano a casa, pronti a dimenticare tutto ciò che hanno condiviso con il Maestro.  Aspettavano un Messia re glorioso e potente, ma il risultato è stato tutt’altro che le loro aspettative: una persona cara che ha finito i suoi giorni sulla croce. Non c’era niente da fare se non tornare alla vita che conoscevano prima di incontrare Gesù.

       All’improvviso uno sconosciuto si affianca, cammina con loro e parla con loro circa le ultime notizie su Gesù, il profeta potente in opera e in parole davanti a Dio e alla gente, il quale ebbe una fine inaspettata. Quel pellegrino aiuta loro a interpretare le Scritture che parlano del Messia. Essi ascoltano con attenzione e i loro cuori cominciano ad ardere ma non riescono ad ammettere che si trattava di qualcosa di insolito. Alla fine, i discepoli arrivati a casa, invitano quel pellegrino a restare con loro. Era quello che mancava perché l’esperienza del cammino non finisse in una semplice condivisione riguardo qualcuno che li aveva illusi e ora non c’era più.

        Dopo aver accettato la parola del pellegrino, lo accolsero a casa. Egli accettò non solo per stare con loro quella notte, ma perché lo sentissero presente con loro sempre. Quando erano a tavola, il pellegrino fece un gesto che ricordava l’Ultima Cena, quando Gesù istituì l’Eucaristia. Gli occhi dei discepoli si aprirono e riconobbero il Signore Risorto.

       Così, la parola brucia il cuore; il pane fa aprire gli occhi. Cristo scomparve (si è reso invisibile) perché la comunità aveva già ricevuto due segni concreti della sua presenza visibile, vale a dire: Parola e Pane spezzato. Anche se invisibile agli occhi, il Signore è presente e rimarrà per sempre. Ora è il momento di testimoniare con grande gioia questa verità.

     Gesù è il vivente e ci accompagna nel nostro cammino, anche se non sempre è riconosciuto. Si fa riconoscere nell’esperienza del pane spezzato con amore e in fraternità. Come i suoi discepoli dobbiamo lasciarci accompagnare da lui, ascoltare le sue parole e invitarlo a restare con noi. Egli per primo vuole stare con noi e mostrarci il vero modo di vivere. “È questa esperienza dello spezzare il pane che i primi cristiani hanno utilizzato per mostrare la loro comunione eucaristica. Facendo questo vogliono dire che tutti coloro che mangiano dell’unico pane spezzato, che è Cristo, entrano in comunione con lui e con egli costruiscono un solo corpo” (CCC 1329).

       Nel nostro cammino di fede non siamo mai soli. Gesù ci viene incontro, cammina con noi, è accessibile, specialmente quando sperimentiamo la delusione e pensiamo di abbandonare tutto. Egli ci ascolta e ci guida attraverso la sua Parola che brucia il nostro cuore e ci aiuta a riconoscerlo presente nella Eucaristia. Questa esperienza della Parola e del Pane spezzato in comunità ci fa diventare testimoni gioiosi e coraggiosi della sua presenza viva ed efficace nel mondo..

Fr Ndega
Revisione dell'italiano: Giusi

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