sexta-feira, 2 de novembro de 2018

AMATE DIO E AMATE IL PROSSIMO COME IO HO AMATO VOI



Riflessione a partire di Dt 6:2-6; Eb 7:23-28; Mc 12,28-34


       La Scrittura, particolarmente nell’Antico Testamento parla di un rapporto speciale tra Dio e il popolo di Israele. Egli ha stabilito un patto con gli israeliti, indicando loro le vie giuste per camminare alla sua presenza e avere una vita lunga sulla terra. È in questo contesto che nascono i Dieci comandamenti. Vivere i comandamenti è esperienza centrale nella vita di questo popolo per cui la Parola di Dio è la Legge e la Legge è Parola di Dio. Quando dicono che “la legge del Signore è perfetta, conforto per l’anima”, parlano della Parola di Dio. C'è quindi un legame stretto tra la Legge e la Parola, perché i comandamenti della Legge indicano la cura affettuosa di Dio che quando parla indica la via giusta per la giustizia e la liberazione. L’obbedienza ai comandamenti è la fonte di ogni benedizione che porta alla vita, mentre la disobbedienza ad essi porta alla morte.  

    Pertanto, la sorgente dei comandamenti è l’amore di Dio. Egli è amore e ama gratuitamente facendosi vicino a tutti. Aspetta che siamo in grado di amarlo, perché ha messo questa capacità nel cuore di ogni persona fin dall'inizio della creazione. La sua legge è l’amore. Questa legge non costringe, ma è un dono che porta alla vera libertà. Questo è il senso del discorso di Mosè al popolo d’Israele nella prima lettura. Attraverso Mosè, Dio parla al popolo da cuore a cuore, perché la sua intenzione è fissare la sua Legge nel cuore di tutti. Vive veramente la Legge di Dio chi è in grado di amare. Amare Dio vuol dire impostare tutta la vita secondo la sua volontà. La seconda lettura ci parla della superiorità del sacerdozio di Cristo riguardo a quello del Vecchio Testamento. Diversamente da quei sacerdoti, Cristo non ha bisogno di offrire sacrifici per i peccatori; egli ha offerto se stesso per amore e quindi, l’offerta perfetta, assicurando la salvezza per tutti.

       Normalmente gli incontri di Gesù con gli scribi (e anche con i farisei) sono conflittosi ma questa volta questo capo scriba che si avvicina a Gesù sembra amichevole. La prova di questo è che alla fine il dialogo finisce con un scambio di elogi e di apprezzamenti dalle due parti. Lui ha chiesto a Gesù quale sia il primo dei comandamenti di Dio. Gesù non risponde direttamente alla sua domanda ma fa una mirabile sintesi di tutti i comandamenti contenuti nella Torà ebraica, vale a dire: amare Dio e amare il prossimo. Custodire questa realtà nel cuore è più importante che memorizzare tutti i “comandamenti” (erano 613), che loro hanno messo attorno a quello che è stato ispirato da Dio, deviando l’attenzione da ciò che è veramente essenziale da custodire.   

     Secondo il primo comandamento, non si ama Dio in qualsiasi modo ma con tutte le potenze della vita, vale a dire: con cuore, anima, intelligenza e forza. E non sarà ancora un vero amore se non si ama anche il prossimo. In altre parole, la corrispondenza all’amore che ci ha amato si dà in due direzione: Dio e il prossimo. Non si può vivere uno senza l’altro. San Giacomo parla duramente su questa realtà: “Chi dice di amare Dio che non vede e non ama il prossimo che vede è un bugiardo”. L’amore verso i fratelli e le sorelle è il vero sacrificio che giunge gradito a Dio. Nella sua risposta Gesù non fa riferimento a un decreto da obbedire ma a un rapporto da coltivare. Dobbiamo riconoscere che non è un compito molto facile da portare avanti. Più noi procediamo nella vita, più sperimentiamo come sia difficile amare veramente Dio e il prossimo.

      Gesù era consapevole di questa difficoltà quando era ancora con i suoi discepoli. Per questo ha offerto se stesso come modello. A partire da lui diventa più facile amare. Allora, non sono più due comandamenti ma quello di Cristo, il comandamento nuovo, che è il centro e la sintesi del Vangelo, il programma della nostra vita. La persona che sa mettere l’amore per primo e sopra ogni cosa non è lontano dal Regno perché agisce secondo la volontà divina. “Possiamo imparare ad amare se ci lasciamo amare da Dio, poiché non si può amare se non essendo amati, e non c’è nient’altro che Dio, che possa amarci veramente, perché egli è Amore”. Rispondere all’amore si può! Allora, rispondiamo all’amore amando come Lui stesso ci ha amati per primo.  

Fr Ndega
Revisione dell'italiano: Giusi

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