sábado, 5 de dezembro de 2020

“PREPARIAMOCI PER TEMPI MIGLIORI!”

  

Riflessione a partire di Is 40, 1-5, 9-11; 2Pt 3, 8-14, Mc 1, 1-8




 

Ecco, siamo invitati a preparare le vie del Signore tramite un cammino di conversione, accogliendo le proposte della Parola di Dio e proclamando un lieto annuncio a partire dall’esperienza di questa Parola. Coloro che parlavano nel nome di Dio erano persone cambiate dalla sua Parola in modo profondo e diventate vere testimoni. Solo chi vive un percorso serio di conversione personale è in grado di contribuire alla conversione degli altri. Hai una speranza per il tuo futuro; convertiti!

Il profeta Isaia garantisce che Dio non ha dimenticato il suo popolo in esilio e vuole che esso abbia una nuova vita. Tuttavia bisogna preparare le vie del Signore, cioè, la propria vita. Come la mancanza di fedeltà ha causato l’esilio, i tempi migliori accadranno soltanto tramite l’esperienza della misericordia di Dio, con un processo sincero di conversione. Dio mostra la sua potenza salvatrice in modo particolare attraverso la misericordia. Allora, mano a mano che cambiamo i nostri atteggiamenti la sua gloria diventa più visibile. Ecco il lieto annuncio che deve essere proclamato!

Dinanzi alla realtà di coloro che dopo aver atteso il grande giorno del Signore si sono lasciati andare alla delusione e all’impazienza poiché l'Atteso non veniva, Pietro rivolge loro parole risollevanti, che aprono il loro cuore alla speranza. L’apostolo li esorta a continuare ad attendere la venuta del Signore in modo vigilante tramite una vita impegnata per la comunità. Infatti, “davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo”; quindi, quello che per noi è lentezza e ritardo, per il Signore è la sua pazienza, concessione di tempo per la nostra conversione.

Tra gli evangelisti c'è solo Marco che introduce il suo vangelo con l’espressione ‘Vangelo’ (Buona Novella) quando parla di Gesù. Questa espressione ‘Buona novella’ era conosciuta al tempo di Gesù, ma non era usata in senso religioso. Con questa espressione veniva proclamata una grande gioia, un lieto annuncio: la nascita di un re o la sua vittoria contro un nemico o ancora la visita del sovrano ad una parte del suo regno. Questa proclamazione portava aspettativa di cambiamento della realtà, cioè tempi migliori, ma alla fine tutto continuava come prima.

L’intenzione di Marco è di rispondere alla domanda su “Chi è Gesù?” Infatti all’inizio e alla fine di questo Vangelo troviamo l’espressione “Figlio di Dio” per quanto riguarda Gesù e tutto ciò che Lui fa lungo questo vangelo mostra che davvero Egli viene da Dio e che davvero ci sono già i cambiamenti. Secondo Marco, la notizia che porta la vera gioia a questo mondo è Gesù il Figlio di Dio. Diversamente da quello che succedeva riguardo le altre proclamazioni, questa “buona novella” Gesù, non solo porta tempi migliori ma è Lui stesso il meglio del tempo che ci è stato dato.

La buona notizia di Gesù inizia con l’attività di Giovanni Battista, il maggiore dei profeti, lo dirà lo stesso Gesù. Giovanni è presentato come modello per tutti perché ha impiegato tutte le sue energie per preparare la gente ad accogliere il messia Figlio di Dio. Giovanni ha vissuto nella solitudine del deserto, totalmente aperto all’ispirazione della Parola di Dio. Veramente ci colpisce il suo stile di vita semplice specialmente per quanto riguarda il vestito e il cibo.

Giovanni è riconosciuto come il “più grande”, ma la sua vera grandezza era dimostrata nel riconoscere la grandezza del Signore, considerando se stesso come soltanto una voce che grida nel e dal deserto preparando la strada a colui che deve venire. Tramite il gesto del battesimo egli motivava la gente all’incontro con la misericordia di Dio e diceva: “Ritornate al Signore! Dio perdonerà i vostri peccati”. Era sicuro di questo. Il suo gesto annuncia il nuovo e vero battesimo.

Il predicatore Giovanni ha raggiunto grande credibilità in mezzo alla gente, a tal punto che molti venivano a trovarlo, ma la ragione di tanta credibilità non erano solamente le sue parole, ma anche la sua umiltà e il suo stile semplice di vivere. Anche se le parole non ci fossero, la sua vita era già un vero annuncio della nuova realtà che Gesù ci ha portato. Come Giovanni anche noi possiamo fare la differenza nella vita di molte persone. Ma non c’è profezia senza ‘esperienza di deserto’, esperienza profonda di Dio e della sua Parola: “Le parole di qualcuno/a possono colpire il cuore degli altri soltanto quando la Parola ha raggiunto il proprio cuore”.

È quindi dal ‘deserto’ che ci viene la proposta di ritornare, di cambiare le vie, la mentalità, insomma, di cambiare qualcosa. Solo se la nostra vita è cambiata dalla Parola possiamo essere testimoni credibili di una buona notizia poiché la testimonianza di vita è più efficace delle parole. Allora, andiamo al deserto per uscire da questa esperienza come veri profeti e profetesse della speranza contro le profezie di sventura che ci impediscono di sognare, causando solo angoscia e disperazione nella nostra vita. A questo punto, vale la pena ricordare una delle frasi di Papa Francesco durante questo periodo di pandemia che in sostanza dice: “Prepariamoci perché tempi migliori arriveranno!” La pazienza e misericordia di Dio sono l’opportunità di cui abbiamo bisogno per ritornare a lui, essere trasformati da Lui per essere i suoi gioiosi messaggeri.


Fr Ndega

Revisione dell'italiano: Giusi 

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