sábado, 20 de junho de 2020

PERCHÉ TEMERE?

Riflessione su Ger 20,10-13; Rom 5, 12-15; Mt 10, 24-33 


           La realtà difficile fa parte della nostra vita umana. Dobbiamo affrontare molte sfide lungo il cammino. Spesso abbiamo paura perché crediamo di essere capaci di superare le sfide con le solo nostre forze e non ci riusciamo. Qui è importante ricordare l’essenza del messaggio cristiano, cioè la paternità e la cura di Dio per tutti i suoi figli. Questo messaggio è una buona notizia che ci fa vivere con gioia e speranza e credere che tutto ciò che accade nel mondo non sta fuori a un piano di saggezza e di bontà di Dio che riesce a fare meraviglie anche in mezzo a debolezze e malvagità umane. La realtà è difficile, ma abbiamo un Dio che è Padre.

      La vita del profeta Geremia è un esempio di questa situazione. Egli soffre a causa della sua fedeltà a Dio che lo ha chiamato fin dal seno di sua madre. La certezza circa la cura e la protezione di Dio lo ha motivato durante tutto il suo lavoro come profeta. Nelle parole dello stesso Geremia, percepiamo che aveva un rapporto profondo con Dio. Questo rapporto è la ragione della sua perseveranza e della confusione dei suoi nemici. Colui che ha fiducia in Dio non dispera, perché Dio non abbandona mai coloro che confidano in Lui.

      In base alla seconda lettura, abbiamo motivi più per il credere che per la disperazione, perché anche se l’essere umano ha peccato, la grazia del perdono che Gesù ci ha portato ha superato molto di più la realtà di peccato. “Dinanzi alla grandezza del peccato, Dio risponde con il giusto perdono. La misericordia sarà sempre più grande di ogni peccato, e nessuno può limitare l’amore di Dio che perdona sempre” (Papa Francesco). Quello che possiamo, certo, è imitarlo.

       Nel Vangelo, Gesù dice ai suoi discepoli: “Non abbiate paura”. Perché ha detto questo per tre volte? Egli ha sottolineato questo perché ha voluto che i suoi discepoli fossero coraggiosi testimoni dell’esperienza che ha cambiato il mondo vincendo il buio e superando tutte le paure. Egli, sapendo che avrebbero dovuto soffrire molto a causa del suo nome e conoscendo la debolezza della loro fede, ha assicurato loro la sua presenza e la cura di Dio per la loro vita, perché per Dio la vita ha un valore inestimabile. Egli può fare di ogni brutta situazione una opportunità buona. Lo fa perché ama e si prende cura dei suoi figli. Queste parole di Gesù hanno motivato i discepoli a continuare la missione che egli aveva loro affidato.

      Gesù nel condividere la sua missione con i suoi discepoli voleva proprio questo, che fossero capaci di diffondere e far conoscere a tutti il suo messaggio. Questo è il senso della notizia che deve essere annunciata dalle terrazze: la cura di Dio che è Padre e si occupa anche delle piccole cose della vita. Per proclamare questo messaggio i discepoli dovranno superare la paura, perché lo stato di paura sembra negare l’autenticità di questo messaggio.

        Sappiamo che, a causa della fede, le persone venivano uccise allora come continuano a essere uccise in questi giorni. Ma coloro che uccidono fanno male soltanto al corpo. La cosa più grave è quando gli eletti non sono fedeli al messaggio e provocano scandalo, creando disorientamento tra coloro che vogliono credere. Questa situazione uccide il corpo e l’anima insieme.

      Vogliamo ricordare le vittime della violenza a causa della fede di tutte le generazioni. Come il loro maestro, anche loro sono rimasti perseveranti nell’impegno che hanno assunto. La loro risposta davanti alla violenza ha lasciato i loro nemici sconcertati e ha portato loro alla riflessione. Un giorno Gesù disse ai suoi discepoli: “Se qualcuno ti dà un schiaffo sulla guancia destra, porgigli anche l’altra”, cioè mostra un modo diverso e giusto di agire. La violenza non può vincere la violenza, è solo la bontà del cuore che può farlo.

     Anche noi, chi più chi meno, davanti alle difficoltà siamo tentati di provare paura e disperazione. La pandemia è stata un esempio molto concreto in questi tempi. Ma la certezza della presenza di Gesù e la cura di Dio deve motivarci ad avere fiducia e speranza. Così le parole di Gesù sono anche la nostra consolazione: “Non temere!” Dio sa come trasformare brutte situazioni in buone. Le sue aspettative, secondo gli insegnamenti di Gesù, è che viviamo come suoi figli e permettiamo che la sua volontà sia fatta nella nostra vita. Non avere paura è condizione fondamentale perché siamo credibili. Perché temere se valiamo di più di molti passeri e sappiamo che Dio non abbandona coloro che credono e sperano in lui?

Fr Ndega

Revisione dell'italiano: Giusi

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