sexta-feira, 20 de setembro de 2019

AMMINISTRATORI FEDELI DEI DONI DI DIO



Riflessione su Am 8, 4-7; 1Tm 2, 1-8; Lc 16, 1-13



      Dio desidera per il suo popolo lunga vita e dignità. Tutte le cose che non vanno in questa direzione vengono da lui rifiutate. Così, tramite il profeta Amos, nella prima lettura, Dio ha condannato tutte le forme di oppressione che impediscono di vivere come popolo di Dio, soprattutto la situazione di violenza contro i poveri e gli affamati. La loro sofferenza è una dimostrazione che abbiamo una società ingiusta dove esistono persone potenti, che hanno proprietà e ricchezze, mentre altre non hanno il sufficiente per vivere.

      Come il peccato della società il risultato di un accumulo di peccati personali, bisogna che siamo attenti per non contribuire ancora di più con questa ingiustizia sociale. A proposito di questo, Papa Francesco dice: “Il consumismo ci ha indotti ad abituarci al superfluo e allo spreco quotidiano di cibo... Ricordiamo bene, però, che il cibo che si butta via è come se venisse rubato dalla mensa di chi è povero, di chi ha fame!” La situazione di queste persone era una priorità nella missione di Gesù che ha preso l’impegno di essere povero per arricchire tutti con la sua povertà.

      Nella seconda lettura, San Paolo ci consiglia di pregare per tutti gli uomini specie per coloro che hanno la responsabilità di condurre e di governare: ministri della Chiesa, capi di governo e così via, affinché possano fare il loro lavoro bene, così che tutti possiamo vivere una vita di serenità e di pace. Noi siamo di Dio, e pertanto, l’autorità che i capi hanno sulle nostre vite è solo una partecipazione nella missione di Dio stesso che vuole che tutti gli uomini siano salvati e che conoscano la verità. È anche nostra responsabilità che facciano un buon lavoro e questo è gradito a Dio.

    Continuando la nostra riflessione, abbiamo una parabola in cui Gesù ci parla della necessità di essere fedeli nel compito che abbiamo ricevuto da Dio. Ciò che abbiamo appartiene a Dio, per cui ogni bene viene da lui. Lui ci affida la custodia di tutto e aspetta che noi agiamo secondo la sua volontà. Non siamo i proprietari, ma gli amministratori dei doni di Dio, per questo dovremmo usare i soldi non come fine nella vita, ma come strumento per produrre buone condizioni per tutti.

      Viviamo in una società dove il denaro è la misura di tutto e tutto dipende dal denaro. Si tratta di un potente mezzo di vita per molte persone. I cristiani, che comportamenti devono avere di fronte alla ricchezza? Coloro che seguono Cristo dovrebbero essere onesti in tutte le cose e avere il giusto comportamento in relazione alla ricchezza. La mancanza di un giusto rapporto con questa ci conduce a dimenticare la cura per la famiglia, l’attenzione alla propria salute, una vera relazione con Dio e con gli altri.

      Spesso nel rapporto con Dio c’è qualcosa che non va bene a causa del nostro desiderio di avere sempre più ricchezze. Gesù non sta dicendo che il denaro non è importante, ma dice che non possiamo lasciarci prendere e schiavizzare dal denaro. Gesù vuole che ognuno comprenda che i soldi non possono garantirci i valori che generano vita e felicità. Noi possiamo usare i soldi per servire Dio, ma non possiamo usare Dio per trovare soldi. Su questo dobbiamo essere vigili perché questo può accadere e spesso senza che ce ne rendiamo conto. Il denaro è pericoloso perché può farci insensibili all’amore di Dio e ai bisogni degli altri.

     Il denaro ci aiuta a vivere, ma mette anche persone lontane tra loro. Il denaro può costruire una casa ma anche può distruggere famiglie. Attraverso il denaro possiamo comprare vestiti, cibo e così via, ma possiamo anche produrre privilegi, corruzione e discriminazione. Non possiamo permettere che i soldi siano motivo di differenza tra di noi, conducendoci a discriminare gli altri. Per le comunità cristiane il denaro è stato importante in quanto istrumento per l'edificazione e manutenzione degli spazi di incontri e celebrazioni e per le molte attività della evangelizzazione. Ringraziamo Dio per l'uso del denaro come espressione di generosità per il bene delle nostre comunità. Chiediamo la grazia di usare il denaro che abbiamo non come strumento di discriminazione, ma piuttosto come uno strumento di solidarietà, costruendo fraternità. 

Fr Ndega

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