domingo, 11 de junho de 2017

DIO È COMUNITÀ D’AMORE


Es 34, 4b-6.8-9; 2Cor 11, 11-13; Gv 3,16-18


          Siamo invitati a riflettere sul mistero della Santissima Trinità. Trattasi della relazione di comunione del Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo. È una comunione d’amore perché Dio è amore. L’amore è l’identità di Dio. Così, “Dio è Trinità, perché è amore” (L. C. Susin). Dio è unico ma non vive da solo perché ha voluto vivere in comunione. Tutta la creazione scaturisce dal suo essere e dal suo mistero. Tutte le creature sono chiamate a entrare in questa dinamica d’amore che è la Trinità, ed essere manifestazione della sua bontà. Lodiamo Dio per la sua comunione d’amore, dicendo Gloria al Padre e del Figlio e dello Spirito Santo ...

         Quando facciamo il segno della croce, cioè, “Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”, parliamo dell’identità di Dio ed esprimiamo il nostro senso di appartenenza a questo Dio che è presente in noi e in ogni luogo. Egli è amore che è sopra tutti e in tutti. Egli si rivela a tutti e si fa incontrare da tutti, ma continua ad essere un mistero perché non c'è nulla che possa imporre limiti al suo essere. Secondo S. Agostino, “Dio è tanto inesauribile che quando è trovato è ancora tutto da trovare”. Esiste un racconto su Sant’Agostino che ci aiuta a riflettere sulla Santissima Trinità come un mistero, non da essere capito ma accolto. Se ci consegniamo sempre più a questo mistero ancora di più possiamo sentire la sua azione in noi.

 “Un giorno Sant’Agostino – vescovo dottore della Chiesa - stava camminando sulla riva del mare, interrogandosi sul mistero della Santissima Trinità. Si domandava: “come può esistere Dio, Uno e Trino, allo stesso tempo?” Improvvisamente, vide un bambino piccolo che faceva un buco nella sabbia e correva verso il mare, prendeva un po’ d’acqua e la metteva nel buco. Dopo aver osservato questo movimento del bambino per un po’ di tempo, Agostino decise di chiedere al bambino il significato di questo gioco. Questi rispose dicendo: “Io cerco di mettere tutta quell’acqua in questo piccolo buco”. Molto stupito, Agostino disse: “Questo è impossibile!”. Allora il bambino gli disse: “E’ più facile per me mettere tutta quell’acqua in questo buco che tu possa capire il mistero della Santissima Trinità con la tua mente”. Alla fine, il bambino scomparve e S. Agostino disse a se stesso: ‘Questo bambino non era forse un angelo?!’”

       Il messaggio delle letture d’oggi ci conduce verso una apertura sempre maggiore di questo mistero. Questi testi parlano di un Dio che si è rivelato come il Signore della storia, ma che è allo stesso tempo un Dio “misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà”. L’Antica Alleanza testimonia che egli dona il suo perdono. Nella Nuova ed eterna Alleanza, tramite il suo Figlio, Egli dona se stesso. Per questo suo gesto supremo d’amore il mondo ha trovato salvezza essendo coinvolto nella stessa comunione del Dio che non sa fare altra cosa eccetto amare.

      Quindi, la salvezza del mondo è un’azione amorosa della Santissima Trinità, cioè il Figlio è stato inviato dal Padre sotto la potenza dello Spirito Santo. Similarmente, lo Spirito Santo viene dal Padre e ci porta a comprendere pienamente gli insegnamenti del Filho. Noi crediamo che mediante il battesimo, siamo diventati tempio vivente di Dio e dimora della Santissima Trinità. Quest’azione propria dello Spirito Santo porta ai nostri cuori l’amore di Dio perché viviamo come figli del Padre, fratelli di Gesù e tra noi. È per mezzo di questo Spirito che possiamo chiamare Dio nostro Papà con totale libertà e fiducia.

        Il messaggio sulla comunione trinitaria è un grande aiuto che il cristianesimo offre per la nostra società che si lascia condurre dall’ individualismo e dalla competizione. Gesù ci ha affidato il messaggio d’amore come ragione di tutte le cose. Noi siamo capaci di mostrare la verità di questo messaggio se rimaniamo uniti a lui (alla Trinità). Un giorno egli disse, pregando per i suoi: “Che loro siano una cosa sola; come tu, Padre, sei in me e io in te; siano anch’essi in noi, affinché il mondo creda”. Nell’intimità della nostra relazione con il Figlio, sentiamo anche in noi l’azione del Padre e dello Spirito. La nostra esperienza di Gesù nell’Eucaristia è un’esperienza della Santissima Trinità; Egli è tra noi e dentro di noi. Egli stesso ci unisce a se’ e ci unisce tra di noi. Lo fa perché vuole che siamo partecipi della sua stessa vita. Pertanto, preghiamo: “Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo”...

Fr Ndega
Revisione dell'italiano: Giusi   

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