sábado, 22 de junho de 2019

DATEGLI VOI STESSI DA MANGIARE



Riflessione a partire di Lc 9,11b-17



   Celebriamo oggi la festa del Corpo e Sangue di Cristo, la festa popolare dell’Eucaristia. Diversamente dal Giovedì Santo in cui abbiamo un clima più di raccoglimento e riflessione, oggi è un giorno di festa e di intensa gioia in cui esprimiamo pubblicamente la nostra fede nell’eucaristia, presenza reale di Gesù tra noi. Il Concilio Vaticano II definisce l’Eucaristia “Sorgente e finalità di tutta la vita e missione della Chiesa”. Le letture parlano della relazione che esiste tra Eucaristia e Vita, tra il Pane che è Cristo e il pane che alimenta il corpo. Non è possibile entrare in comunione con il Corpo del Signore senza vivere la fraternità, la solidarietà e la condivisione. 

     Il primo brano ci presenta la figura del re e sacerdote Melchisedek, che offre ad Abramo pane e vino, dopo averlo benedetto nel nome del Signore. Questo sacerdote è considerato figura di Cristo sommo ed eterno sacerdote. Anche se appartiene a un popolo diverso da quello di Abramo, ha saputo condividere, sentirsi fratello. Questa è la esperienza che ogni Eucaristia ci fa vivere.

     Nel secondo brano Paolo racconta l’Istituzione dell’Eucaristia, facendo memoria del grande dono fatto dal Signore mentre mangiava con i suoi in un clima di famiglia, di intimità, di confidenza e di accoglienza. Tutti questi valori erano incompatibili con le discordie e divisioni che la comunità di Corinto stava affrontando. Dobbiamo stare attenti perché il nostro modo di comportarci nel quotidiano non sia una negazione del Cristo che celebriamo e riceviamo nell’eucaristia.

       Nel Vangelo ci viene presentata la moltiplicazione dei pani secondo Luca. Con il suo racconto, l’evangelista ci spiega cosa significa ‘spezzare il pane’ nel giorno del Signore. Quello che richiama la nostra attenzione all’inizio del brano è che Gesù accoglie le folle e annuncia loro il Regno di Dio con parole e gesti. Le parole di Gesù sono “la risposta di Dio al bisogno di pienezza che ognuno si porta dentro”; e i suoi gesti agiscono per sanare, per guarire per donare vita nuova.

     Gesù condanna l’indifferenza dei discepoli che gli consigliano di congedare la gente affinché provveda per proprio conto a procurarsi il cibo. La risposta di Gesù: ‘Voi stessi date loro da mangiare’ non indica soltanto dare qualcosa perché il popolo possa mangiare ma anche un darsi in alimento come Gesù fa. Così ogni persona che mangia Gesù diventa a sua volta eucaristia, cioè, dono per gli altri coltivando gli stessi sentimenti di Gesù. Con Gesù non si impara a moltiplicare pani ma a condividere con i fratelli quello che si ha e quello che si è.

      Celebrare veramente l’Eucaristia è accogliere Gesù e essere trasformati in colui che riceviamo. Questo ci fa superare ogni indifferenza riguardo gli altri. Colpiti dall’amore del Sacro Cuore, dopo ogni Eucaristia celebrata, siamo inviati ad essere moltiplicatori di quest’amore, attenti a chi soffre. “Attraverso la condivisione del pane si risolve il problema della fame. Finché le persone trattengono i doni per sé, c’è l’ingiustizia e c’è la fame; quando quello che si ha non si considera esclusivamente proprio ma lo si condivide per moltiplicare l’azione creatrice del Padre si crea la sazietà si crea la abbondanza”. Che la celebrazione del Corpo e il Sangue del Signore ci motivi ad essere quello che siamo chiamati a vivere: un solo corpo veramente unito nel quale tutte le divisioni siano superate.

Fr Ndega
Revisione dell'italiano: Giusi

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