domingo, 12 de maio de 2019

IL PASTORE CONOSCE IL SUO GREGGE E SI PRENDE CURA DI ESSE



Riflessione su Atti 13, 14.43-52; Apo 7, 9. 14b-17; Gv 10,1-10



        Stiamo celebrando la domenica del Buon Pastore e, quindi, la Giornata Mondiale per le Vocazioni. Vogliamo ringraziare Dio per il dono delle vocazioni e chiedergli di continuare elargendo molte e sante vocazioni alla sua Chiesa. Preghiamo per le vocazioni in obbedienza all’invito di Gesù a pregare “il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe, perché la messe è grande, ma gli operai sono pochi” (Mt 10,37s). La vocazione è un dono di Dio e ha nel battesimo il suo slancio. Colui che chiama spera una risposta generosa da tutti noi.

     Nella prima lettura Paolo e Barnaba, pieni di gioia e di Spirito Santo proclamano la parola del Signore persuadendo la gente a perseverare nella grazia di Dio. La loro predicazione suscita due reazioni completamente diverse, vale a dire: accoglienza e gioia da una parte e resistenza violenta dall’altra. Così il messaggio del vangelo non ha confini, è accessibile a tutti; però, richiede adesione libera e conversione, altrimenti non produrrà i frutti pensati dal Signore per la nostra vita. La seconda lettura afferma che Cristo è l’Agnello che è stato immolato ma che regna vittorioso perché’ ha donato la sua vita per amore. Egli riunisce in torno a se una numerosa moltitudine di popoli che hanno deciso di seguire la sua stessa via, ricevendo da lui la forza per perseverare nei momenti di prova e la corona di gloria per la loro fedeltà fino alla fine. In questo senso, ricordiamo i martiri di ieri e d’oggi. È proprio in mezzo alle prove che siamo chiamati ad essere autentici testimoni dell’Agnello Pastore Gesù per mezzo del quale siamo sicuri di trovare la salvezza.

      Gesù è il Buon Pastore. Egli conosce le sue pecore e le invita ad ascoltare la sua voce che le guida a trovare la vera vita. Il rapporto tra il Padre ed il Figlio è il riferimento per il rapporto tra Gesù e il suo gregge. Egli usa questa immagine per spiegare il suo rapporto con i suoi discepoli. È un rapporto basato sulla confidenza reciproca, sulla tenerezza e che dà pieno senso alla vita dei discepoli. Come lui conosce i suoi, egli spera che anche loro possano conoscerlo veramente e seguire i suoi passi fino al dono di se stessi. Conoscere nella bibbia vuol dire intimità, comunione di vita. Solo mediante questo rapporto profondo con il pastore è che il gregge può fare esperienza della sua stessa vita. La mancanza di intimità con questo pastore porta alla perdita della identità di discepolo, privandolo dalla vera vita, la vita dello eterno.

      “Gesù ha una meta: il dono totale di sé. Chi lo segue dà lo stesso senso alla sua vita. Le sue pecore lo seguono perché si fidano di lui, perché con lui è possibile vivere meglio, per tutti”. Gesù è il Buon Pastore perché conosce i bisogni delle sue pecore e sa come prendersi cura di loro. Non c’è nient’altro che egli desidera per il suo gregge eccetto vita abbondante e piena. “Chi appartiene al gregge di Gesù ascolta la sua voce. Ascoltare nella bibbia non è un atteggiamento solo dell’orecchio ma implica una adesione con tutto l’essere. La voce del Pastore Buono è “una voce che porta dentro di sé l’amore, la bontà e la verità di Dio”. La nostra vocazione incontra la sua realizzazione quando impariamo “a distinguere la sua voce dalle tante altre, che hanno messaggi molto diversi, e dare la nostra adesione alla proposta che il pastore buono ci fa”.   

      In Gesù, il Buon Pastore, Dio mostra la sua protezione e cura per il suo popolo. Chi si oppone alla voce di Gesù si oppone alla volontà di Dio e a vivere un rapporto d’amore con lui. Attraverso la sua parola, i sacramenti e l’insegnamento dei nostri pastori, il Buon Pastore Gesù continua a guidare e nutrire il suo gregge. Siamo invitati a lasciarci guidare in spirito di docilità e di comunione. Ma abbiamo anche, per mezzo del battesimo, la responsabilità di aiutare i pastori a compiere bene la loro missione. La nostra vocazione è quella di seguire il Pastore Buono Gesù, “vivendo una vita come la sua, diventano in qualche modo pastori, e voce nei silenzi, e nelle vite degli altri datori di vita”. Siamo invitati ad agire come i primi discepoli, che hanno assunto la loro vocazione con gioia e entusiasmo fidandoci del Pastore buono Gesù per il bene di tutto il suo gregge.

Fr Ndega

Nenhum comentário: