sábado, 6 de abril de 2024

L’ABBIAMO VISTO

 

Riflessione a partire da Gv 20,19-31




 

           La domenica di oggi è chiamata “Domenica della misericordia”. Abbiamo tanto da imparare su questa caratteristica fondamentale della nostra identità cristiana! Gesù ci assicura: “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia” (Mt 5, 7) e non c’è un’altra via per essere un vero discepolo. Abbiamo un’unica sorgente: Il Padre; abbiamo un’unica chiamata: essere misericordiosi. Secondo Papa Francesco: “Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi. Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. Questo è fonte di gioia, di serenità e di pace”.

    Dopo aver visto la violenza fatta dalle autorità giudaiche al loro Maestro, i discepoli di Gesù si chiudono per paura. Sapendo che avevano bisogno di aiuto, Gesù si manifesta a loro a porte chiuse, e rimane in mezzo a loro per essere il punto di riferimento nella loro vita.

    Il primo risultato di questa manifestazione è la gioia, confermando che essere discepolo è essere portatore di gioia. La gioia apre il cuore per ricevere il dono della pace, dello Spirito Santo e del perdono, confermando la loro identità e missione. Come alla creazione in cui era presente lo Spirito aleggiando sulle acque, così con il dono dello Spirito, il Risorto ricrea i discepoli, primizia della nuova umanità totalmente rigenerata dalla sua croce e risurrezione. 

    Tommaso era assente quando il Risorto si è rivelato con i suoi doni. Questa assenza ha messo a rischio la sua esperienza di fede nel Cristo Risorto, poiché Tommaso ha avuto difficoltà a credere nella testimonianza degli altri discepoli. Ma d’altra parte la sua resistenza a credere in ciò che gli è stato detto richiama la comunità a una testimonianza più autentica e convinta della propria fede. Non è sufficiente dire “abbiamo visto il Signore in questa esperienza”, ma c’è bisogno di riconoscerlo e proclamarlo con la propria vita ogni giorno.

    L’esempio di Tomaso ci fa capire che la persona ha difficoltà a credere se crede da sola. La nostra fede è risultato dell’esperienza ecclesiale, perché la fede della Chiesa precede, genera e nutre la nostra fede. Senza la partecipazione alla Comunità abbiamo difficoltà a riconoscere i segni della presenza del Risorto in mezzo a noi e la nostra fede diventa debole e può essere ostacolo alla fede degli altri.

    Questo testo ci aiuta a riconoscere l’importanza di condividere la vita in comunità. Il Signore risorto ha voluto rivelarsi a noi attraverso l’aiuto di altri: pensiamo ai nostri genitori, parroci, catechisti, padri e madri spirituali. Bisogna che accogliamo Gesù al centro della nostra esperienza comunitaria e riconosciamo il ruolo della comunità come fondamentale nella nostra vita in modo da poter superare le nostre paure, le incredulità e cosi, a dare una testimonianza gioiosa ed efficace nella realtà che ci circonda.


Fr Ndega

Revisione dell'italiano: Giusi

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