sábado, 11 de dezembro de 2021

IL SIGNORE È CON NOI

 

Riflessione a partire da Sof 3, 14-17; Fil 4, 4-7; Lc 3, 10-18



“Rallegrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele!”; “Fratelli, siate sempre lieti nel Signore!” Come si vede, il tema centrale di questa liturgia è la gioia. Infatti, questa domenica è chiamata domenica della gioia. Anche se non è ancora Natale, questi brani intendono anticipare nel nostro cuore il clima che vivremo fra poco.

Sofonia afferma che abbiamo più motivi per la gioia che per la tristezza poiché il Signore è Salvatore in mezzo a noi e ci rinnova con il suo amore. Secondo San Paolo la gioia è il nostro distintivo perché il Signore è vicino a noi sempre. Davanti a situazioni che ci fanno paura e portano scoraggiamento la nostra risposta deve essere la preghiera fervorosa e la carità ardente.

La buona notizia di Gesù inizia con l’attività di Giovanni Battista, il più grande dei profeti, lo dirà lo stesso Gesù. Però la sua vera grandezza si è dimostrata nel riconoscere la grandezza del Signore, considerando sé stesso come soltanto una voce che grida nel e dal deserto preparando la strada a colui che deve venire. Tramite il gesto del battesimo egli motivava la gente all’incontro con la misericordia di Dio che è accessibile a tutti perché il Signore vuole salvare tutti.

Il predicatore Giovanni ha raggiunto grande credibilità tra alla gente, a tal punto che molti venivano a trovarlo, ma la ragione di tanta credibilità non erano solamente le sue parole, ma anche la sua umiltà e il suo stile di vita semplice. Anche se non ci fossero state le sue parole, la sua vita era già un vero annuncio della nuova realtà che Gesù ci ha portato. Come Giovanni anche noi possiamo fare la differenza nella vita di molte persone. Ma non c’è profezia senza ‘esperienza di deserto’, cioè, della Parola di Dio che poi si traduce in condivisione, solidarietà, giustizia.

Questa è la risposta alla domanda: “e noi, che cosa dobbiamo fare?”  è la Parola stessa che ci dice cosa fare. Non possiamo restare indifferenti, facendo finta che non abbia niente a che fare con noi. Dopo aver ascoltato la Parola attraverso la bocca di Pietro le folle diranno: “Uomini, che cosa dobbiamo fare?” è la Parola che fa ardere il cuore e provoca il desiderio di conversione. Solo se la nostra vita è cambiata dalla Parola possiamo essere testimoni credibili di una buona notizia poiché la testimonianza di vita è più efficace delle parole. In questo senso Giovanni Battista è un modello stupendo perché “vive prima su se stesso quello che consiglia agli altri”.

Giovanni era così credibile da essere ritenuto il Cristo. Potendo approfittare della situazione in suo favore, non l’ha fatto. Egli trovava senso nell’annunciare un altro più grande di lui, viveva per questo. San Paolo dirà più tardi: “Per me, il vivere è Cristo”. Riguardo alla riservatezza e sincerità di Giovanni, ci consiglia Sant’Agostino: “Prendete esempio dal Battista che, scambiato per il Cristo, dice di non essere colui che gli altri credono sia… si guarda bene dallo sfruttare l’errore degli altri ai fini di una sua affermazione personale… riconoscendo semplicemente quello che era”.

Ecco come dobbiamo preparare le vie del Signore: essere autentici e sinceri come Giovanni, consapevoli della nostra vera identità, per non occupare nella vita delle persone il posto che appartiene a Cristo. Come Giovanni, cerchiamo di essere solo la voce che serve come veicolo perché la Parola raggiunga il cuore degli altri. E per arrivare a questo abbiamo bisogno di essere cambiati dalla Parola in modo da diventare veri e gioiosi testimoni di essa. Solo chi vive un percorso serio di conversione personale è in grado di contribuire alla conversione degli altri. Allora, che cosa dobbiamo fare? Lo stile di vita semplice e distaccato del Battista è la risposta. Seguiamolo!


Fr Ndega

Revisione dell'italiano: Giusi

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