Una riflessione a partire da Mt 1,18-19
Carissimi fratelli e sorelle, grazia
e pace nei vostri cuori!
Questa è la nostra settima meditazione nel percorso intrapreso verso la festa del nostro copatrono San Giuseppe e ci domandiamo: a questo punto del
cammino che sto facendo, come mi trovo? In quale senso tutto ciò che sto imparando su San Giuseppe
sta contribuendo per migliorare il modo di seguire Gesù Cristo? Ho voluto
introdurre la meditazione di oggi
con queste domande, affinché siamo consapevoli della grande ricchezza che ci
viene offerta in questo periodo che, in sintonia con la proposta quaresimale,
ci vuole motivare a seguire Gesù fino in fondo e con un nuovo entusiasmo per
godere la vita che scaturisce dal suo mistero pasquale. Il tema odierno è:
Giuseppe modello dell’uomo giusto. Ci servirà come riferimento il conosciuto
testo di Mt 1, 18-19.
Come reagisce l’uomo giusto Giuseppe di fronte alla maternità
misteriosa di Maria, sua sposa? Egli accoglie la notizia senza giudicare né condannare Maria, preferendo
mettersi da parte per non essere di
ostacolo ai piani del Signore. La sua intuizione è illuminata, rivelatrice di
una grande saggezza che caratterizza la vita del giusto. Giuseppe non è il tipo
di persona abituata a improvvisare le cose, che si accontenta di agire semplicemente d’impulso. Questo non vuol dire
che non sia una persona decisa, anzi, è per decidere bene che lui si prende del
tempo e cerca di fare discernimento. Ecco perché serve la profondità della sua
singolare relazione con il Signore, un luminoso esempio di vita interiore, come
abbiamo riflettuto nella meditazione precedente.
Per approfondire questo
bisogna che riprendiamo qualcosa del tema della quinta meditazione, cioè, sullo
sposo Giuseppe. Il brano della meditazione
di oggi, prima di parlare del giusto parla dello sposo per due volte,
vale a dire: “sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe (1, 18) e poi
“Giuseppe suo sposo, che era giusto” (1, 19). Qual è la relazione tra questi
due termini? “L'uomo «giusto» di Nazareth possiede soprattutto le chiare
caratteristiche dello sposo. L'Evangelista Luca parla di Maria come di «una
vergine, promessa sposa di un uomo... chiamato Giuseppe» (Lc 1,27). Prima che inizi a compiersi «il mistero nascosto
da secoli» (Ef 3,9), i Vangeli pongono dinanzi a noi l'immagine dello sposo e
della sposa. Secondo l’abitudine del popolo ebraico, il matrimonio si attuava in due tappe: prima veniva
celebrato il matrimonio legale (vero matrimonio), e solo dopo un certo periodo,
lo sposo introduceva la sposa nella propria casa”.
Questo vuol dire che “prima di vivere insieme con Maria,
Giuseppe era già il suo «sposo»; Maria però, conservava nell'intimo il
desiderio di far dono totale di sé esclusivamente a Dio. Ci si potrebbe
domandare in che modo questo desiderio si conciliasse con le «nozze»”. Possiamo
anche dire che Maria aveva già la risposta da dare all’angelo prima ancora che questi concludesse il suo messaggio. Questo non vuol
dire un disprezzo a Giuseppe con il quale stava già costruendo un progetto di
vita. Non era una situazione facile da gestire e “la risposta viene soltanto
dallo svolgimento degli eventi salvifici, cioè, dalla speciale azione di Dio
stesso”. C’è una scena del film Maria di Nazareth che mi colpisce molto. Quando
Maria deve andare verso Elisabetta per servirla e Giuseppe la saluta, dicendo:
“Maria, ho fiducia in te!” E Maria (che non gli aveva rivelato ancora il
segreto della sua maternità divina) gli risponde: “qualunque cosa accada, abbi
fiducia nel Signore”. È questo che viene chiesto alla persona giusta: avere
piena fiducia in Dio per non mancarne verso gli altri.
Per il fatto di avere nel proprio cuore la Legge del Signore,
San Giuseppe diventa modello dell’uomo giusto, conservando il suo cuore puro,
fedele, onesto, credibile, retto e soprattutto, semplice e accogliente. La giustizia di
Giuseppe è la sua semplicità, la sua accoglienza. “Questa virtù di San Giuseppe
non è solo un carattere e una buona azione, ma si riferisce ad uno stile di
vita che si dona agli altri, non
viola i loro diritti e soprattutto si
sottomette ad accogliere e compiere la volontà di Dio. San Giuseppe ha accolto
tutti gli eventi e le esperienze della sua vita senza pretendere alcuna
condizione. Li ha accettati, se ne è assunto la responsabilità e si è
riconciliato con la sua storia di vita e vocazione”. Maria pronuncia il suo
«fiat» e in collaborazione fedele anche Giuseppe pronuncerà il suo. Questa è la
volontà di Dio e, quindi, la giustizia di Giuseppe.
A volte anche noi sperimentiamo molte cose che non riusciamo
a comprendere pienamente: le situazioni che non sono belle come speravo io; la
sorpresa di un tradimento; le situazioni familiari e lavorative frustranti, vedere
che un altro è stato scelto per occupare un incarico a cui desideravo tanto e
sono in grado di farlo tanto quanto lui/lei… “In generale, la nostra prima
reazione è delusione, rabbia e resistenza. Poi viene l'atteggiamento di
incolpare (…) le altre persone, la situazione e persino Dio. Se siamo
costantemente ostili a quell'evento o esperienza, saremo sempre imprigionati
nelle nostre speranze e pensieri e non riusciremo a cogliere il significato più
profondo e l'opera di Dio nella vita”. San Giuseppe ci dona un esempio del
cuore giusto come una via spirituale che accetta, non esige; che non chiede
spiegazione, ma accoglie. Solo a partire da questa accoglienza si può anche
intuire un progetto più grande, un significato più profondo. Apriamoci alla
novità di Dio!
Salve, custode del Redentore,
e sposo della Vergine Maria.
A te Dio affidò il suo Figlio;
in te Maria ripose la sua fiducia;
con te Cristo diventò uomo.
O Beato Giuseppe, mostrati padre anche per noi,
e guidaci nel cammino della vita.
Ottienici grazia, misericordia e coraggio,
e difendici da ogni male. Amen.
San Giuseppe! Prega per noi!
Fr Ndega
Revisione dell'italiano: Giusi
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