Una riflessione a partire da Mt 1,18-25
Cari fratelli e sorelle, grazia e pace nei vostri cuori!
Siamo arrivati al quarto giorno
della nostra novena. Se ieri il filo rosso della nostra riflessione era la
carità di San Giuseppe come padre, oggi approfondiremo l’argomento paternità
con il tema San Giuseppe Padre di Gesù. Il brano che ci accompagna è Mt 1,
18-25. Lo abbiamo già riflettuto nella prima meditazione fino al versetto 24 e
per chi non si ricorda, si tratta dell’annunciazione di San Giuseppe. Nel brano
odierno viene aggiunto il versetto 25, in cui è espressa l’autorità di Giuseppe
come padre legale chiamato a dare il nome al Bambino. L’atto del dare il nome
significa che egli conferisce a quel bambino la sua identità sociale e che,
proprio per questo, Gesù può essere riconosciuto quale vero discendente di
Davide. E perché è così importante che Gesù sia un discendente di Davide?
Come padre
legale, Giuseppe ha un importante ufficio da compiere, ben evidenziato da San
Giovanni Paolo II: «San Giuseppe è stato chiamato da Dio a servire direttamente
la persona e la missione di Gesù mediante l’esercizio della sua paternità» (RC,
n. 8). È perché deve fare da padre al Bambino che egli, “figlio di Davide”,
terrà con sé, nonostante il concepimento verginale, la madre di Dio. Gesù è
“figlio di Davide”, perché lo è Giuseppe. Matteo con la sua genealogia,
garantisce sul piano storico il ruolo proprio di Giuseppe, che è quello di
avere costituito Gesù figlio di Davide, assicurandogliene legalmente la discendenza.
Tale discendenza era un segno del Messia atteso.
Da che cosa
dipende il fondamento giuridico della paternità di Giuseppe? Dipende proprio dal
matrimonio con Maria. È per assicurare la protezione paterna a Gesù che Dio
sceglie Giuseppe come sposo di Maria. Gli evangelisti, pur affermando
chiaramente che Gesù è stato concepito per opera dello Spirito Santo e che in
quel matrimonio è stata conservata la verginità, chiamano Giuseppe sposo di
Maria e Maria sposa di Giuseppe. Ed anche per la Chiesa, se è importante
professare il concepimento verginale di Gesù, non è meno importante difendere
il matrimonio di Maria con Giuseppe, perché giuridicamente è da esso che
dipende la paternità di Giuseppe.
Di qui si
comprende perché le generazioni sono state elencate secondo la genealogia di
Giuseppe. Su questo argomento, si chiede sant’Agostino: “Perché non lo dovevano
essere attraverso Giuseppe? Non era forse Giuseppe il marito di Maria? (...) La
Scrittura afferma, per mezzo dell'autorità angelica, che egli era il marito (…)
Gli viene ordinato di imporre il nome al bambino, benché non nato dal suo seme.
Ella, dice, partorirà un figlio, e tu lo chiamerai Gesù. La Scrittura sa che
Gesù non è nato dal seme di Giuseppe, poiché a lui preoccupato circa l'origine
della gravidanza di lei è detto: viene dallo Spirito Santo. E tuttavia non gli
viene tolta l'autorità paterna, dal momento che gli è ordinato di imporre il
nome al bambino. Infine, anche la stessa Vergine Maria, ben consapevole di non
aver concepito Cristo dall'unione coniugale con lui, lo chiama tuttavia padre
di Cristo» («Sermo 51», 10, 16: PL 38, 342).
Quale è la
figura di padre che San Giuseppe ha dimostrato? Quella di un padre che si
prende cura. Quella di un uomo che ha scoperto l’amore divino per l’umanità, e
che ha sperimentato la serietà della decisione di Dio di essere l’“Emmanuele”.
È da questa evidenza intima che procede la sua forza di prendersi cura e di
accogliere con sé Maria e il bambino. Giuseppe si è preso cura e responsabilità
su Maria e Gesù anche nel momento del pericolo. Nei tempi nascosti a Nazareth,
Giuseppe ha mostrato sicuramente la sua responsabilità di formare Gesù come
vero Ebreo ma anche come un uomo normale che si deve guadagnare il pane
quotidiano. Giuseppe ha mostrato nella sua vita il ruolo sociale e religioso
verso Gesù, condividendo con lui il proprio mestiere di falegname e proprio per
questo Gesù è stato chiamato “figlio del falegname”.
Andando verso la conclusione, è
molto bello considerare che il Figlio dell’Onnipotente si fa debole, bisognoso
di una figura paterna, Giuseppe, per essere difeso, protetto, accudito e
cresciuto. È Dio stesso che si fida di Giuseppe, così come fa Maria, trovando
in questo santo uomo colui il quale non solo vuole salvarle la vita, ma anche
provvedere quotidianamente a lei e al Bambino. La vita di Giuseppe, Padre di
Gesù ci insegna che Padri non si nasce, lo si diventa. Non lo si diventa solo
perché si mette al mondo un figlio, ma perché ci si prende responsabilmente
cura di lui. Tutte le volte che qualcuno si assume la responsabilità della vita
di un altro, in un certo senso esercita la paternità nei suoi confronti. Nella
società del nostro tempo, spesso i figli sembrano essere orfani di padre. Anche
la Chiesa di oggi ha bisogno di padri”. Che l’esempio di San Giuseppe ci motivi
a prenderci cura di coloro che Dio ha affidato alla nostra responsabilità:
figli, genitori, fratelli e sorelle, parenti, e ogni “prossimo” che il Signore
ci mette accanto.
Salve, custode del Redentore,
e sposo della Vergine Maria.
A te Dio affidò il suo Figlio;
in te Maria ripose la sua fiducia;
con te Cristo diventò uomo.
O Beato Giuseppe, mostrati padre
anche per noi,
e guidaci nel cammino della vita.
Ottienici grazia, misericordia e
coraggio,
e difendici da ogni male. Amen.
San Giuseppe! Prega per noi!
Fr Ndega
Revisione dell'italiano: Giusi
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