Una riflessione a partire da Mt 2,13-15
Carissimi
fratelli e sorelle, grazia e pace nei vostri cuori!
Nella meditazione precedente ci
siamo soffermati sulla fede di San Giuseppe e sulla motivazione che ci è
offerta a partire dai suoi esempi. Vogliamo proseguire nella nostra novena con
il tema della speranza, vale a dire: San Giuseppe MODELLO DI SPERANZA. Il
nostro brano di riferimento è Mt 2,13-15.
A Giuseppe viene chiesto di
alzarsi, prendere con sé il bambino e sua madre, e fuggire in Egitto perché Erode
cercava il bambino per ucciderlo. Alla fine, come sappiamo, Giuseppe fece come
gli aveva ordinato l’angelo. “La profonda fiducia nella Parola di Dio stimola
San Giuseppe all’azione e alla perseveranza. Egli non esita a partire perché ha
sperato in Dio con tutto il fervore della sua anima”. Si mostra disposto ad
andare fino in fondo nella sua missione di custodire e proteggere i tesori che
gli sono stati affidati da Dio, vale a dire il bambino e sua madre.
La famiglia
di Nazareth ha dovuto fuggire. “Ha subito tale umiliazione e sperimentato in
prima persona la precarietà, la paura, il dolore di dover lasciare la propria
terra”. Questa fuga in Egitto condotta da Giuseppe, “salva Gesù, ma purtroppo
non impedisce a Erode di compiere la sua strage. Ci troviamo così di fronte a
due personalità opposte: da una parte Erode con la sua crudeltà e dall’altra
parte Giuseppe con la sua premura, il suo coraggio e speranza”.
Come membro
del popolo della Alleanza Giuseppe viveva la speranza di veder compiersi un
giorno la loro redenzione con la venuta del messia. Quando è divenuto il Padre
di Gesù gli occorreva l’aiuto dello Spirito di Dio ancora di più. Egli si dà da fare, consapevole di non essere
da solo in questo importante compito. Infatti, “la fedeltà da parte del Dio
Altissimo nel mantenere la sua Parola apre per lui una prospettiva di speranza
senza limiti”. Giuseppe è soprattutto
servo della Parola e strumento docile nelle mani dell’Altissimo. In altre
parole, è un esperto nel lasciar fare al Signore.
Ad ogni sogno San Giuseppe impara
una nuova lezione, diventando testimone del modo particolare di Dio di agire, il
quale ha preferito condurli in Egitto che usare tutta la sua potenza per
eliminare colui che perseguitava i suoi scelti. Neanche la santa Famiglia viene
risparmiata dalle situazioni drammatiche della vita, diventando così, solidale
con “tutti coloro che sono costretti ad abbandonare la loro casa, la loro terra,
il loro popolo per avventurarsi in un paese straniero”, con una lingua diversa e
altre tante difficoltà, ma senza smettere di sognare, di cercare, di sperare.
La solidarietà di Giuseppe e sua famiglia
con l’umanità sofferente anticipa la missione dei futuri discepoli del Messia,
che sotto il patrocinio dello stesso San Giuseppe diventano generatori e
generatrici di speranza, secondo quello che dice Il documento Conciliare Gaudium et Spes al numero 1: “Le gioie e
le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto
e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze
e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che
non trovi eco nel loro cuore. La loro comunità, infatti (…) si sente realmente
e intimamente solidale con il genere umano e con la sua storia”.
La lezione
che ci lascia oggi Giuseppe è questa: “la vita ci riserva sempre delle
avversità, questo è vero, e davanti ad esse possiamo anche sentirci minacciati,
impauriti, ma non è tirando fuori il peggio di noi, come fa Erode, che possiamo
superare certi momenti, bensì comportandoci come Giuseppe che reagisce alla
paura con il coraggio di affidarsi alla Provvidenza di Dio”. Ricordiamo e
preghiamo per tutti i migranti, i perseguitati e tanta gente vittima delle
guerre, che vuole fuggire dalla propria patria e non può; “pensiamo ai migranti
che intraprendono quella strada per essere liberi e invece in tanti finiscono
sulla strada o nel mare; pensiamo a Gesù nelle braccia di Giuseppe e Maria
fuggendo, e vediamo in Lui ognuno dei migranti di oggi. È una realtà davanti
alla quale non possiamo chiudere gli occhi”. Ispirati dall’esempio di San
Giuseppe modello di speranza possiamo anche noi diventare con i nostri gesti
quotidiani di accoglienza profeti e profetesse della speranza contro ogni
aspettativa o profezia di sventura.
Salve, custode del Redentore,
e sposo della Vergine Maria.
A te Dio affidò il suo Figlio;
in te Maria ripose la sua fiducia;
con te Cristo diventò uomo.
O Beato Giuseppe, mostrati padre
anche per noi,
e guidaci nel cammino della vita.
Ottienici grazia, misericordia e
coraggio,
e difendici da ogni male. Amen.
San Giuseppe! Prega per noi!
Fr Ndega
Revisione dell'italiano: Giusi
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