Riflessione su Atti 2, 14a.36-41; 1Pt 2, 20b-25; Gv 10,1-10
Stiamo celebrando
la domenica del Buon Pastore e la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni.
Vogliamo ringraziare Dio per il dono delle vocazioni e chiedergli di continuare
a benedire la sua Chiesa con molte e sante vocazioni. La proposta di questa domenica
è stata istituita dal Papa San Paolo VI nel 1964. Egli ha invitato tutta la
Chiesa a prendere l’impegno per le vocazioni. Pregare per le Vocazioni è anche
obbedienza all’invito di Gesù a pregare il padrone della messe perché mandi
operai nella sua messe, perché la messe è grande, ma gli operai sono pochi (cf.
Mt 10,37s). La vocazione è un dono di Dio, il battesimo è la sua sorgente e la
famiglia la sua culla. Colui che chiama aspetta una risposta generosa da quelli
che sono chiamati.
Nella prima
lettura gli apostoli proclamano con entusiasmo il mistero della Pasqua di
Cristo, per la potenza di Dio, come un invito a cambiare vita. La forza delle
loro parole viene dallo Spirito Santo che agisce nella vita di coloro che
ascoltano portando loro al pentimento e conversione. Per i primi discepoli ogni
momento è stato una nuova opportunità di proclamare la nuova vita che Gesù ha
dato a tutti, anche “a coloro che sono lontano e a tutti coloro che il Signore
Dio nostro ne chiamerà”; nessuno escluso da questa proposta salvifica.
Nella seconda
lettura l’apostolo Pietro ci comunica che Dio non gradisce la sofferenza delle
persone, ma gradisce il modo paziente in cui è affrontata la sofferenza. Questo
ci fa capire anche che Dio non ha approvato la violenza fatta al suo Figlio
seguita dalla morte, ma ha accolto il gesto d’amore del Cristo nel dare la vita
per tutta l’umanità. Egli è il compimento delle promesse di Dio e per mezzo di
lui le persone trovano la salvezza. Ci assicura che siamo figli di Dio e che
Egli agisce per noi come fa un pastore per il suo gregge. Seguendo il suo
esempio, siamo invitati a fare lo stesso per gli altri.
Nel vangelo Gesù
si rivela come Pastore e porta delle pecore. Egli usa verbi come conoscere,
chiamare, ascoltare, seguire, condurre e donare, per parlare della grande
differenza che c’è tra Lui e coloro che sono venuti prima di Lui. Gesù è il
Buon Pastore perché ama le sue pecore e la prova di questo amore è la sua
disposizione a dare la vita per loro. Egli conosce le sue pecore e le invita ad
ascoltare la sua voce che le guida a trovare la vera vita.
Gesù usa questa
immagine per spiegare il suo rapporto con i suoi discepoli. È un rapporto
basato sulla confidenza reciproca, e nella tenerezza e che dà pieno senso alla
vita dei discepoli. Come lui conosce i suoi, egli spera che loro possano
conoscerlo e seguire i suoi insegnamenti. La mancanza di intimità con la voce
del pastore è pericolosa perché può portare alla divisione del gruppo e la
perdita della identità di discepolo. Il modo di Gesù di prendere cura è la
misura di riferimento per chi ha la responsabilità di guidare le persone.
Gesù è la porta
per il giusto rapporto tra il popolo e Dio. Possiamo capire questa immagine
usando la sua stessa rivelazione come “via, verità e vita”. In primo luogo,
Gesù è la via che conduce al Padre; la
sua persona garantisce un vero incontro con Dio. In secondo luogo, Gesù è la verità di Dio per l’umanità e l’intera
verità dell’uomo a Dio; “Chi è dalla verità ascolta la sua voce” (Gv 18,37) e
permette di essere portato da Gesù alla piena verità. Gesù è la vita che è donata liberamente e in modo
abbondante a tutti.
In Gesù, il Buon
Pastore, Dio mostra la sua protezione e cura per il suo popolo. Chi si oppone
alla voce di Gesù si oppone a fare la volontà di Dio e vivere un rapporto
d’amore con lui. La risposta che egli spera al suo invito in questi giorni è l’attenzione
alla sua ispirazione in modo che possiamo agire con saggezza in tutte le scelte
che dobbiamo fare.
Gesù è il nostro Buon
Pastore e seguire la sua voce – i suoi insegnamenti – è il nostro impegno come
pecore del suo gregge. La nostra vocazione incontra la sua realizzazione quando
ci rendiamo conto della voce del Signore tra le tante voci che cercano di
guidarci. Attraverso la sua parola, i sacramenti (quando a partecipazione ad
essi è possibile) e l’insegnamento dei nostri pastori e il loro impegno con i
più bisognosi, il Buon Pastore Gesù continua a guidare e nutrire il suo gregge.
Siamo invitati a lasciarci guidare in spirito di docilità e di comunione. Ma
per mezzo del battesimo, diventiamo pastori anche noi e abbiamo la responsabilità
di aiutare i pastori maggiori a fare bene il loro lavoro. Siamo invitati ad
agire come i primi discepoli, che hanno assunto la loro vocazione con gioia e entusiasmo
per il bene del popolo di Dio e gregge di Gesù.
Fr Ndega
Revisione dell'italiano: Giusi
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