Riflessione su 2Re 4,8-11.14-16a; Mt 10, 37-42
Dio ama l’essere
umano in modo libero e gratuito, cioè non c’è nulla che lo obblighi a farlo ma
allo stesso tempo non esige di essere amato dall’essere umano. Tuttavia aspetta
solo che l’amore dell’essere umano segua la via che egli stesso ha percorso nel
suo modo d’amare. Il profeta Eliseo è stato inviato a Sunem per visitare una
coppia che non aveva figli. La donna lo ha accolto riconoscendolo come un uomo
di Dio. Con il marito ha preparato una buona sistemazione per il profeta nella
loro casa trattandolo come un membro della loro famiglia. A motivo della
generosità di questa donna, il profeta Eliseo la ricompensa con il dono di
potere generare un figlio. Lei si è presa cura del profeta Eliseo perché è stata
in grado di riconoscere in quest’uomo espressione dell’amore di Dio, che ha
pianificato di portare una nuova realtà alla sua vita.
Nel Vangelo Gesù
chiede un amore totale ed esclusivo dai suoi discepoli, vale a dire “Chi ama il
padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più
di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è
degno di me”. In seguito ha parlato sulla necessità di donare la vita per causa
sua. Per Gesù l’amore vuol dire consegna come egli stesso ha fatto. I genitori
e tutta la famiglia sono un dono di Dio, ma non possono prendere il posto di
Dio nella vita dei discepoli. Non c’è opposizione tra l’amore a Dio e ai
genitori ma sono diversi; Gesù chiede che l’amore a Lui/Dio sia priorità perché
è questo amore che genera e motiva l’amore ai genitori.
Nel testo che
precede questo brano Gesù ha detto che non è venuto a portare la pace, ma la
spada; ha invitato la gente a prendere una decisione portando un modo diverso
di vivere il rapporto con Dio e le relazioni nella famiglia. L’amore che Gesù
richiede ai suoi ci fa ricordare il dialogo in cui lui ha chiesto a Pietro per
tre volte sul suo amore per lui, vale a dire “Simone, figlio di Giona, mi ami
più di costoro? “Lui rispose: “Signore, tu sai tutto; Tu sai che ti amo.” Anche
se Gesù conosce la debolezza dei suoi discepoli, chiede di amarlo per tre volte,
cioè un amore totale, perché egli stesso li rende capaci di amare così. Egli si
identifica con i suoi discepoli e proprio per questo li invita a prendere
l’impegno di amarlo fino alla fine come egli stesso fa.
Tramite le parole
di Gesù i discepoli hanno avuto la possibilità di riflettere sul vero senso del
loro cammino. Gesù è stato molto onesto presentando le condizioni per essere
veri discepoli ed evitare una sequela in qualsiasi modo. Per raggiungere un
buon risultato nel loro cammino essi devono assumere le conseguenze di questa
decisione. Qui si tocca l’argomento della croce come segno dell’amore di Gesù e
caratteristica dei discepoli che si identificano con il loro maestro. La
proposta di Gesù richiede rinuncia personale, perché chi ha incontrato Gesù ha
trovato il vero tesoro della sua vita e non può rimanere come prima; la persona,
è chiamata a valutare le altre cose in modo diverso. In altre parole, Gesù
vuole essere priorità nella vita di coloro che hanno scelto di seguirlo. Non
c'è nulla che possa dare vero senso alla loro vita, se non Gesù stesso.
Come discepoli
nuovi di Gesù, siamo invitati a fidarci di Dio in tutte le cose e ad amarlo
soprattutto come Gesù stesso lo fa. Egli ci affidò il suo regno e ci presenta
la via della croce in modo che possiamo fare la volontà del Padre suo. In
questo modo, ci rendiamo conto che seguire Gesù non porta fama e nemmeno
status, ma sacrificio personale e consegna quotidiana per il regno di Dio. Quindi,
chi vuole vivere nella tranquillità e senza impegno non può seguire Gesù. E chi
vuole seguire Cristo senza croce non lo seguirà mai. Prendere la croce è un
segno della nostra disponibilità ad accogliere la volontà di Dio per la nostra
vita. Per raggiungere questo obiettivo, dobbiamo lasciare che Dio possa rivelarsi
con tutta la potenza del suo amore. Lasciare un posto importante o una
opportunità di essere punto di riferimento è una via giusta perché possiamo
dare agli altri più opportunità. In altre parole, dobbiamo considerare gli
altri più importante di noi e servili con generosità. In questo modo
sicuramente possiamo seguire Cristo con un amore totale ed esclusivo.
Fr Ndega
Revisione dell'italiano: Giusi
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