Riflessione su Zc 9,9-10; Rom 8, 9.11-13; Mt
11,25-30
È molto
importante riflettere ancora una volta sull’argomento dell’immagine di Dio, perché
il nostro atteggiamento, i nostri pensieri e le nostre posizioni di fronte a
tutte le cose del mondo dipendono dalla immagine che abbiamo di Dio. Questi
testi ci invitano a considerare alcune immagini giuste di Dio, che sono molto
importanti nel nostro cammino di fede, vale a dire, Dio Umile, Dio della pace,
Dio Emanuele, Dio della vita, Dio che si lascia coinvolgere dalla realtà umana,
Dio Padre, Dio Mite e Umile di cuore, Dio dei piccoli, ecc. Siamo invitati a
lasciare che Dio sia Dio.
Anche se il testo
della prima lettura è stato scritto dopo la cattività babilonese, il profeta
Zaccaria ha proclamato un tempo nuovo che verrà in cui le persone saranno
rinnovate per l’esempio di mitezza di Dio. Egli dichiarò che Dio viene, ma allo
stesso tempo è già presente tra la gente come il Dio della pace. Le persone che
possono riconoscerlo sono coloro che Gesù menzionerà nel Vangelo come “piccoli”.
L’esempio della mitezza di Dio contrasta le aspettative di coloro che si
sentono potenti e pensano di trovare soluzioni per i conflitti usando la
violenza. La buona notizia che dobbiamo annunciare è che Dio veramente si fa
presente nel quotidiano delle persone. In base alla seconda lettura, lo Spirito
di Dio abita in noi e vuole guidare le nostre azioni perché possano rivelare la
presenza del Dio che è vita e ci fa vivere per causa sua.
Nel Vangelo Gesù
ha pregato in ringraziamento a Dio chiamandolo Padre. Gesù parla di Dio come
Padre più in Matteo, che negli altri vangeli. Usando questa parola Abba/Padre Gesù
dimostra che aveva un rapporto profondo con Dio. È come un bambino con il suo
papà. Nessun Ebreo è riuscito ad avere un rapporto con Dio in questo modo,
perché lo rispettavano come più potente di qualsiasi altra cosa. Gesù si sente una
cosa sola con il padre e così si fidava di lui in tutte le cose. Il rapporto
profondo che egli vive con il padre non è chiuso in se stesso, ma è un invito alla
partecipazione di tutti. Questa è la volontà del Padre e solamente il Figlio può
assicurare questo.
L’apertura dei
piccoli a ciò che è stato rivelato e il modo d’agire di Dio ha motivato la lode
e gratitudine nel cuore di Gesù. Veramente Dio “si rivela ai seguaci umili, che
non hanno alti titoli e neanche una grande reputazione nella società. Essi sono
come bambini, in sincerità di cuore sempre disposti a ricevere. Essi saranno in
grado di obbedire e proclamare il Vangelo in tutto il mondo”. Così, nella sua missione
di rivelare il piano di Dio, Gesù si è opposto alla prospettiva dei sapienti e
dotti e ha compiuto le speranze dei poveri. Davvero coloro che confidavano in
se stessi non hanno creduto che Gesù era il Messia, né hanno accolto il suo
messaggio come rivelazione di Dio al suo popolo. Dalla parte dei poveri e
piccoli, Gesù era colui che loro aspettavano con passione. Queste persone sono
state in grado d’accogliere degnamente gli insegnamenti di Gesù come venuti da
Dio stesso, perché tali insegnamenti sono infatti relativi alla loro vita, come
beati di Dio.
Gesù ci invita ad
andare da lui in modo che possiamo imparare a vivere una vita d’amore, umiltà e
mitezza. Egli stesso si presenta come punto di riferimento di queste virtù,
perché per primo egli le ha vissute pienamente. Come è successo nel discorso sul
monte, quando egli ha proposto le Beatitudini, ha proposto proprio il suo modo
di vivere, perché egli è il Beato per eccellenza. Così è facile per i piccoli
identificarsi con lui. La sua vita è l’annuncio della mitezza e umiltà di Dio.
Queste virtù sono condizioni perché possiamo essere come i “piccoli” ed avere
il cuore come il suo. Solamente lui può assicurarci queste virtù. Lui conosce
il peso che portiamo, soprattutto quando non riusciamo a decidere liberamente o
scegliere la via migliore per la nostra vita. Le condizione di Gesù per una
sequela radicale non sono un peso che non possiamo portare, perché egli stesso
vuole portarlo con noi. Che la sua mitezza e umiltà di cuore ci motivi ad
essere pronti e disponibili a consegnare a Dio la nostra vita piuttosto che affidarci
solo alle nostre capacità.
Fr Ndega
Revisione dell'italiano: Giusi
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