Riflessione su Pr 9, 1-6; Ef 5, 15-20; Gv 6, 51-58
Gesù è il cibo
che Dio ci ha dato e continua a darci perché abbiamo la vita in pienezza.
Dall’incarnazione alla croce e risurrezione, la vita di Gesù è stata una
continua offerta come vero cibo di Dio per la vita del suo popolo. L’Eucaristia
che celebriamo ci assicura che la generosità di Dio non si è fermata, ma
continuerà per sempre. Ogni giorno Cristo rinnova il suo gesto d’amore per la
nostra salvezza. Egli stesso ci invita al banchetto della vita, si offre come
cibo e ci serve come l’unico in grado di riempire il nostro cuore desiderosi di
Dio e della sua stessa vita. Lo scopo dell’Eucaristia è proprio conformare la
nostra vita pian piano alla vita di Colui che riceviamo.
Il primo testo
evidenzia che la sapienza di Dio si è avvicinata agli umani per essere
assimilata da loro. Il saggio è colui che l’accoglie e vive secondo le sue
ispirazioni. Per la sapienza divina ci viene data l’opportunità di trovare la
via giusta, il nutrimento giusto per cambiare la nostra mentalità e camminare
verso di lui. Questa sapienza è proprio il Figlio che si fa carne e si offre da
mangiare perché viviamo da saggi e non da stolti, secondo ciò che afferma San
Paolo nel secondo testo. La volontà del Signore è che possiamo usare bene il
tempo che ci è dato cercando di nutrirci da questa “Sapienza incarnata” a causa
nostra perché viviamo a causa sua.
Nel Vangelo Gesù
invita i suoi ascoltatori ad accogliere la rivelazione circa la sua identità
come il pane vivo disceso dal cielo, non solo per gli esseri umani, ma per la
vita dell’universo: “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito
Figlio, affinché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna (Gv
3, 16)”. Il Figlio si dona come cibo che dura per la vita eterna; chi mangia di
questo cibo vive eternamente. Il verbo è usato al presente per indicare che la
vita eterna è già cominciata tra noi per la fede nel Figlio di Dio. È lui la
vita eterna e chi lo mangia vivrà per lui, a causa di lui. Siamo qui dinanzi
all’essenza degli insegnamenti di Gesù come Salvatore e Redentore del mondo. Ma
i suoi concittadini non riuscivano a capire perché conoscevano la sua condizione
umana.
Gesù parla di
vita senza fine che è disponibile per tutti. La condizione per ricevere questa
vita è mangiare la sua carne e bere il suo sangue, perché egli è la vita e
vivrà in coloro che lo ricevono. Questo è un gesto d’amore che Gesù fa liberamente
perché il suo desiderio è rimanere tra gli uomini e in ogni persona. Questo è
il mistero dell’Eucaristia. Questo è il grande dono del Dio che non vuole
vivere lontano dagli esseri umani. L’Eucaristia è il tesoro della Chiesa, cioè
il centro della sua esperienza. L’ Eucaristia fa la Chiesa e la Chiesa vive dell’Eucaristia.
Nella visione del Vaticano II, “tutta l’attività della Chiesa scaturisce
dall’Eucaristia e trova in essa la sua finalità”. È così per tutti noi che
mangiamo lo stesso pane e beviamo lo stesso calice. Questa esperienza è la
pienezza del nostro rapporto con Dio e fonte di ispirazione per il nostro
impegno per la fraternità.
"Quando
mangiamo il cibo ordinario il nostro corpo assimila questo cibo per avere buona
salute. Così, il cibo è assimilato dal nostro corpo. Per quanto riguarda l’Eucaristia,
il pane della vita, il risultato è diverso: quando riceviamo Gesù, siamo noi
che siamo assimilati da lui”. In altre parole, Gesù ci assume, ci assimila, ci
porta con sé perché viviamo di lui e per lui. Egli dimora in noi e noi in lui.
Egli ci unisce a sé, facendoci partecipare della stessa comunione che egli vive
con il Padre. Egli ci coinvolge nel suo mistero pasquale per aprirci agli
altri. Mangiare il corpo e bere il sangue di Cristo è mangiare tutta la sua
vita. In questa esperienza, siamo diventati Colui che celebriamo a causa della
crescita del suo corpo stesso. Così, quando prendiamo sul serio la celebrazione
di questo mistero le nostre relazioni cambiano e diventiamo strumenti di unità,
di riconciliazione e di pace, secondo gli stessi sentimenti di Cristo.
Fr Ndega
Revisione dell'italiano: Giusi
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