Riflessione sull’Esodo 22, 20-26; 1Ts 1, 5-10; Mt.
22, 34-40
Le Sacre
Scritture danno testimonianza di una relazione particolare tra Dio e il suo
popolo. Dio ha voluto stabilire un patto con questo popolo, dando diverse linee
guida per agire bene, assicurando un futuro di realizzazione per la vita. È in
questo contesto che i Comandamenti sono nati, come via di vita. Non c'è niente
di più importante nel suo cammino come popolo scelto, che vivere con fedeltà la
Legge del Signore. Veramente per i popoli d’Israele la Legge è come Parola di
Dio e la Parola di Dio è la Legge. Quando dicono: “La Legge di Dio è perfetta,
è consolazione per l’anima”, essi parlano della Parola di Dio (Torà).
C’è una
connessione profonda tra Legge e la Parola, perché i comandamenti della Legge
riflettono la cura e l’amore di Dio per il suo popolo. È questo suo modo d’agire
che ha portato la liberta e l’identità al popolo di Israele. Dio aspetta
soltanto che possano fare come lui fa, in particolare per i deboli (orfani e
vedove) e gli stranieri che hanno bisogno di aiuto e accoglienza. La sorgente
dei comandamenti è il cuore misericordioso di Dio. L’obbedienza al comando è
fonte di benedizione che porta alla vita, ma la disobbedienza porta alla morte.
Purtroppo, attorno
a questa Legge divina, gli ebrei hanno messo molte altre regole, portando via
il punto di riferimento che Dio aveva stabilito. I primi dieci comandamenti sono
diventati seicento tredici comandamenti. I poveri erano considerati peccatori
perché non potevano memorizzare tutti questi comandamenti e quindi, non li praticavano.
Tuttavia, loro erano consapevoli su ciò che è l’essenziale nella Legge. Questa
è stata la risposta di Gesù quando ha detto: ‘Ama il Signore Dio tuo con tutto
il tuo cuore, con tutta la tua mente e tutte le tue forze’ (Dt 6, 4-5) ‘e il
prossimo tuo come te stesso’ (Lv 19, 18).
L'amore per Dio è
il primo comandamento, ma Gesù l’ha collegato all’amore per il prossimo,
mostrando che è impossibile amare Dio senza amare anche il prossimo. Giacomo
nella sua lettera afferma che è un bugiardo colui che dice di amare Dio e non
ama il prossimo. Dal comandamento ad amare Dio scaturisce quello di amare il
prossimo. La fonte è sempre Dio perché lui ci ha amati per primo. È dovuto all’amore
di Dio per noi che possiamo amare gli altri veramente. “Questa è una sfida per
tutte le culture specialmente là dove spesso viene promossa la fedeltà alla
famiglia e alle tradizioni come il primo comandamento”.
La presenza e
missione di Gesù tra noi mostra che solo attraverso l’amore gli esseri umani
possono ottenere la loro realizzazione personale. Naturalmente, essere membro
di alcuna religione oppure partecipare alla messa è un segno dell’amore per Dio
come priorità nella nostra vita. Tuttavia, alla fine della nostra vita ci sarà
chiesto non sulla religione o quante volte siamo andati alla messa, ma sull’amore
per gli altri. La qualità del nostro amore per Dio è mostrata nel modo in cui
amiamo gli altri. Ama davvero chi vuole solo il bene della persona amata, anche
quando questo/questa non è degno/a. È proprio così che Dio ci ama, vale a dire,
in modo generoso e libero.
Per Gesù l’importante
è amare Dio, amando anche il prossimo. Il suo affascinante insegnamento ha trasformato
i due comandamenti in uno, vale a dire: amare gli uni gli altri come lui ci ha
amati. Proprio come Dio ci ha amati in Cristo, così dobbiamo amare da Cristo. Chiunque
ama in questo modo ha scoperto l’essenziale della legge e della vita, perché chi
segue Gesù non segue una legge o una dottrina, ma una persona.
Pertanto, la
credibilità dell’annuncio cristiano nel mondo sta nell’amare gli altri come
fratelli. Noi amiamo Dio quando gli diamo il primo posto nella nostra vita, quando
cerchiamo innanzitutto il suo regno e la sua giustizia. Amiamo il prossimo quando
facciamo delle scelte che promuovono la vita e la fraternità. Possiamo dimostrare
il nostro amore per Dio e per il prossimo in un modo molto concreto quando
siamo in grado di sentire compassione di fronte alla realtà di sofferenza di
coloro che sono stati costretti a lasciare la loro casa o i loro paesi e siamo
disponibili a partecipare di iniziative per aiutarli nei loro bisogni. Quindi,
è stato detto sui primi cristiani: “Vedi come si amano”. Questa realtà è stata
possibile soltanto perché sono rimasti uniti nell’amore di Colui che li ha
chiamati.
Fr Ndega
Revisione dell'italiano: Giusi
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