Riflessione a partire da Is 52, 7-10; Hb 1, 1-6; Gv 1, 1-18
Stiamo vivendo
un tempo di gioia e di ringraziamento, il Natale del Signore. Tutto sembra
avere più colori, più luce e più significato, nonostante la sfida di questo
nostro tempo pandemico. Ma il clima che ci fa vivere il natale ci aiuta a
superare tutto questo, perché Dio è con noi. Egli è diventato uomo incarnando
la nostra realtà affinché possiamo diventare divini incarnando la sua identità.
Il messaggio della nascita di Gesù è un messaggio di grande gioia per tutti,
perché il Salvatore è nato per tutti. Rallegriamoci perché Dio ci porta la
salvezza dimorando in mezzo a noi!
La salvezza è opera
di Dio, ma si realizza nel mondo con la partecipazione umana. Maria e Giuseppe
sono il nostro esempio concreto. Attraverso la semplicità dell'evento e delle
persone coinvolte, Dio ci mostra il suo modo di agire per compiere la grande opera
della salvezza. Questo ci fa ricordare un proverbio africano che dice: “Persone
umili, facendo cose semplici ed in piccoli posti sono in grado di cambiare il
mondo”. I grandi cambiamenti di cui la nostra società ha bisogno devono
accadere nel cuore di ogni persona. La nuova società accadrà quando tutti
prenderemo coscienza della necessità di cambiare noi stessi, piuttosto che
cercare di cambiare gli altri.
Nella prima
lettura, dopo l'esperienza dell’esilio il popolo d'Israele vive un tempo di
rinnovamento e riscopre la propria vocazione come popolo di Dio. Il senso della
sua vocazione non è usare vendetta contro i nemici, ma proclamare una buona
notizia, che è messaggio di pace, di gioia, di salvezza. Trattasi di un messaggio
di incoraggiamento e di speranza che deve raggiungere tutti affinché tutti i
popoli possano fare esperienza della salvezza. Come nuovo popolo di Dio, noi
siamo gli eredi di questo messaggio, cioè, proclamare la salvezza di Dio in
Gesù Cristo.
Tutto ciò che
Dio ha fatto nella nostra vita deve essere proclamato. “La gioia che è
risultato di questa sua azione non sarà piena per noi se non la proclamiamo
agli altri”. Questo movimento inizia in Dio stesso, che è il Dio della parola.
Ha creato tutte le cose e le sostiene con la potenza della sua parola. Così, la
seconda lettura testimonia che egli dopo aver parlato nel passato tramite i
nostri antenati, parla oggi e continua a parlare perché la parola è stata
sempre con lui. Questa Parola è Gesù Cristo, il mediatore della nuova ed eterna
alleanza per il quale siamo stati salvati.
"La
parola si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi". Il Figlio di Dio,
la sua Parola eterna, è la ragione di tutto ciò che fu creato. Questa Parola si
fece carne nel grembo della Vergine Maria, rivelando il vero volto di Dio: quello
di un Padre pieno di misericordia e compassione. Egli è la misericordia che si
lascia trovare e toccare, portando una nuova proposta di vita. Ma non basta
riconoscere la misericordia di Dio in Gesù; è anche necessario permettere di
essere toccati da questa misericordia e plasmati dal suo messaggio di amore e
di pace.
In Gesù, Dio è
uno di noi. Il Figlio di Dio si è abbassato al nostro livello per elevarci al
suo, quello di figlio di Dio. Infatti la sua nascita ha fatto diventare tutti
gli uomini una sola famiglia. Nel Figlio fatto uomo siamo diventati figli di
Dio, come ci dice Sant’Agostino: “Avendo un Figlio unigenito, Dio l’ha fatto
figlio dell’uomo, e così viceversa ha reso il figlio dell’uomo figlio di Dio”.
Non fu facile accogliere Gesù allora e non lo è in questi nostri giorni, perché
viene nel silenzio, nel quotidiano ordinario delle persone, cioè senza eventi
straordinari: è necessario prestare attenzione, fare silenzio ed ascoltare.
Egli è il Dio del quotidiano e ci chiama all’essenziale.
Anche se
viviamo in una società consumista, che impedisce la nostra attenzione
all’essenziale nella nostra vita, dobbiamo essere attenti, il Natale non è
consumismo. È la festa della rivelazione del mistero dell'amore di Dio che fa
diventare il cuore umano dimora di valori veri. Dio ci ama liberamente e
generosamente, senza meriti da parte nostra. Questa esperienza ci porta a fare
lo stesso; così il Natale sarà più di un periodo nell’anno. Sarà sempre Natale,
se impariamo ad amare veramente offrendo del nostro meglio in vista di una
società più giusta e fraterna per il bene di tutti.
Fr Ndega
Revisione dell'italiano: Giusi
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