Riflessione a partire da Bar 5, 1-9; Fil 1, 3-6, 8-11; Lc 3, 1-6
La liturgia
di questa domenica ci invita ancora ad accogliere il Signore che viene a
portarci la salvezza. Dobbiamo prepararci bene per poter ricevere il Messia in
qualsiasi momento. L'Avvento ci aiuta a renderci conto che per una vera
preparazione dobbiamo cambiare il nostro cuore. Nella prima lettura, le parole
del profeta Baruc motivano il popolo esiliato in Babilonia e proclamano la
liberazione che sta per arrivare. Dopo la sofferenza provata durante questo
periodo potranno tornare a casa, a Gerusalemme, con grande gioia perché Dio si
è ricordato di loro e li conduce alla luce della sua gloria. Questa realtà
prefigura la nostra salvezza in Cristo. Nella seconda lettura, Paolo riconosce con
gioia la carità e fratellanza dei Filippesi che molto ha concorso alla
diffusione del vangelo accolto da essi con entusiasmo e prontezza. È per mezzo
di Cristo e del suo vangelo che i Filippesi e i cristiani di ogni tempo possono
generare buoni frutti a gloria di Dio.
Il Vangelo
parla di Giovanni Battista raggiunto dalla Parola di Dio nel deserto. Nella
Bibbia il deserto è un luogo speciale per l'esperienza di Dio e della sua
Parola. In quel luogo molte persone scelte dal Signore si prepararono per assumere
la loro missione secondo la volontà di colui che li aveva chiamati. Giovanni
Battista è una di queste persone. Lui è l'ultimo e il più grande dei profeti. Nel
suo testo Luca menziona eventi storici, capi politici e religiosi per darci una
precisazione del contesto di allora e per mostrare che per mezzo del suo
messaggero, Dio entra nella vita concreta delle persone coinvolgendosi nella
loro quotidianità e offrendo la sua misericordia.
Dio non
parla direttamente ma attraverso gli eventi della storia umana. Ci colpisce il
fatto che anche se vengono citati nomi di persone importanti e nobili del
popolo, Dio non va al palazzo né rivolge la sua Parola a quei capi; va,
piuttosto, nel deserto, da uno sconosciuto, uno che non conta tanto per quella
società. Non interessa a Dio quelli che dominano e pensano di aver il destino
delle persone nelle loro mani. Ciò che richiama l’attenzione di Dio è l’atteggiamento
di ascolto alla sua Parola e la disposizione per fare la sua volontà. Nella sua
esperienza di deserto Giovanni ha fatto spazio nella sua vita alla Parola e,
per questo è stato raggiunto da essa. “Una persona può raggiungere il cuore
delle altre solo quando la Parola ha raggiunto il proprio cuore”, afferma
Raniero Cantalamessa.
La venuta
di Giovanni segue il piano di Dio che ha un tempo giusto per ogni cosa. La sua
Parola trasforma la vita di Giovanni in uno strumento di salvezza. Siccome
Giovanni è un ponte tra l'Antico e il Nuovo Testamento, la sua opera annuncia l’inizio
dei tempi messianici. Lui è soltanto una voce che prepara le vie per la Parola;
ha vissuto per questo. La voce è intimamente legata alla Parola: “senza la
Parola la voce non ha contenuto e senza la voce la Parola non ha suono”. Giovanni
preparò la gente per ricevere il Messia mediante un battesimo di conversione.
Attraverso questo segno annunciava la misericordia di Dio che è accessibile a
tutti perché è disegno di Dio che la sua salvezza giunga a tutti: “Ogni essere
umano vedrà la salvezza di Dio!” Quindi, il segno di Giovanni prefigura il
passaggio dal peccato e dalla morte alla grazia e alla vita nuova offerta dal
Messia Gesù.
Il battesimo
di Giovanni è diverso dal nostro battesimo, ma entrambi sono un'opportunità per
vivere una nuova vita e richiedono un atteggiamento interiore di conversione.
Per noi la vita nuova è dono di Cristo e frutto della sua missione. Il
battesimo cristiano garantisce la partecipazione alla vita di Dio stesso; si
tratta di un segno esterno ma che indica una trasformazione interiore da una
vita di peccato e di morte alla vita nuova della Grazia. Ci sono ancora
ostacoli da superare nella nostra vita affinché possiamo assumere in profondità
questa realtà, vivendo in un modo nuovo la nostra relazione con Dio e con gli
altri. Portando l’esempio di Giovanni, l'Avvento
ci propone di occuparci dell’essenziale, vivendo la nostra quotidianità nella
semplicità, aperti e disponibili ai piani di Dio sulla nostra vita per
diventare anche noi strumenti della sua misericordia, della sua salvezza.
Fr Ndega
Revisione dell'italiano: Giusi
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