Riflessione su Ger 20,10-13;
Rom 5, 12-15; Mt 10, 24-33
La realtà difficile fa parte della nostra vita umana. Dobbiamo affrontare molte sfide lungo il cammino. Spesso abbiamo paura perché crediamo di essere capaci di superare le sfide con le solo nostre forze e non ci riusciamo. Qui è importante ricordare l’essenza del messaggio cristiano, cioè la paternità e la cura di Dio per tutti i suoi figli. Questo messaggio è una buona notizia che ci fa vivere con gioia e speranza e credere che tutto ciò che accade nel mondo non sta fuori a un piano di saggezza e di bontà di Dio che riesce a fare meraviglie anche in mezzo a debolezze e malvagità umane. La realtà è difficile, ma abbiamo un Dio che è Padre.
La vita del
profeta Geremia è un esempio di questa situazione. Egli soffre a causa della
sua fedeltà a Dio che lo ha chiamato fin dal seno di sua madre. La certezza
circa la cura e la protezione di Dio lo ha motivato durante tutto il suo lavoro
come profeta. Nelle parole dello stesso Geremia, percepiamo che aveva un
rapporto profondo con Dio. Questo rapporto è la ragione della sua perseveranza
e della confusione dei suoi nemici. Colui che ha fiducia in Dio non dispera,
perché Dio non abbandona mai coloro che confidano in Lui.
In base alla
seconda lettura, abbiamo motivi più per il credere che per la disperazione,
perché anche se l’essere umano ha peccato, la grazia del perdono che Gesù ci ha
portato ha superato molto di più la realtà di peccato. “Dinanzi alla grandezza
del peccato, Dio risponde con il giusto perdono. La misericordia sarà sempre
più grande di ogni peccato, e nessuno può limitare l’amore di Dio che perdona
sempre” (Papa Francesco). Quello che possiamo, certo, è imitarlo.
Nel Vangelo, Gesù
dice ai suoi discepoli: “Non abbiate paura”. Perché ha detto questo per tre
volte? Egli ha sottolineato questo perché ha voluto che i suoi discepoli
fossero coraggiosi testimoni dell’esperienza che ha cambiato il mondo vincendo
il buio e superando tutte le paure. Egli, sapendo che avrebbero dovuto soffrire
molto a causa del suo nome e conoscendo la debolezza della loro fede, ha
assicurato loro la sua presenza e la cura di Dio per la loro vita, perché per
Dio la vita ha un valore inestimabile. Egli può fare di ogni brutta situazione
una opportunità buona. Lo fa perché ama e si prende cura dei suoi figli. Queste
parole di Gesù hanno motivato i discepoli a continuare la missione che egli
aveva loro affidato.
Gesù nel
condividere la sua missione con i suoi discepoli voleva proprio questo, che
fossero capaci di diffondere e far conoscere a tutti il suo messaggio. Questo è
il senso della notizia che deve essere annunciata dalle terrazze: la cura di
Dio che è Padre e si occupa anche delle piccole cose della vita. Per proclamare
questo messaggio i discepoli dovranno superare la paura, perché lo stato di
paura sembra negare l’autenticità di questo messaggio.
Sappiamo che, a
causa della fede, le persone venivano uccise allora come continuano a essere
uccise in questi giorni. Ma coloro che uccidono fanno male soltanto al corpo. La
cosa più grave è quando gli eletti non sono fedeli al messaggio e provocano
scandalo, creando disorientamento tra coloro che vogliono credere. Questa
situazione uccide il corpo e l’anima insieme.
Vogliamo
ricordare le vittime della violenza a causa della fede di tutte le generazioni.
Come il loro maestro, anche loro sono rimasti perseveranti nell’impegno che
hanno assunto. La loro risposta davanti alla violenza ha lasciato i loro nemici
sconcertati e ha portato loro alla riflessione. Un giorno Gesù disse ai suoi
discepoli: “Se qualcuno ti dà un schiaffo sulla guancia destra, porgigli anche
l’altra”, cioè mostra un modo diverso e giusto di agire. La violenza non può vincere
la violenza, è solo la bontà del cuore che può farlo.
Anche noi, chi più chi meno, davanti alle difficoltà siamo tentati di provare paura e disperazione. La pandemia è stata un esempio molto concreto in questi tempi. Ma la certezza della presenza di Gesù e la cura di Dio deve motivarci ad avere fiducia e speranza. Così le parole di Gesù sono anche la nostra consolazione: “Non temere!” Dio sa come trasformare brutte situazioni in buone. Le sue aspettative, secondo gli insegnamenti di Gesù, è che viviamo come suoi figli e permettiamo che la sua volontà sia fatta nella nostra vita. Non avere paura è condizione fondamentale perché siamo credibili. Perché temere se valiamo di più di molti passeri e sappiamo che Dio non abbandona coloro che credono e sperano in lui?
Fr Ndega
Revisione dell'italiano: Giusi
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