Riflessione a
partire di Lc 9,11b-17
Celebriamo oggi la festa del
Corpo e Sangue di Cristo, la festa popolare dell’Eucaristia. Diversamente dal
Giovedì Santo in cui abbiamo un clima più di raccoglimento e riflessione, oggi è
un giorno di festa e di intensa gioia in cui esprimiamo pubblicamente la nostra
fede nell’eucaristia, presenza reale di Gesù tra noi. Il Concilio Vaticano II
definisce l’Eucaristia “Sorgente e finalità di tutta la vita e missione della
Chiesa”. Le letture parlano della relazione che esiste tra Eucaristia e Vita,
tra il Pane che è Cristo e il pane che alimenta il corpo. Non è possibile
entrare in comunione con il Corpo del Signore senza vivere la fraternità, la
solidarietà e la condivisione.
Il primo brano ci presenta la
figura del re e sacerdote Melchisedek, che offre ad Abramo pane e vino, dopo
averlo benedetto nel nome del Signore. Questo sacerdote è considerato figura di
Cristo sommo ed eterno sacerdote. Anche se appartiene a un popolo diverso da
quello di Abramo, ha saputo condividere, sentirsi fratello. Questa è la
esperienza che ogni Eucaristia ci fa vivere.
Nel secondo brano Paolo racconta
l’Istituzione dell’Eucaristia, facendo memoria del grande dono fatto dal
Signore mentre mangiava con i suoi in un clima di famiglia, di intimità, di
confidenza e di accoglienza. Tutti questi valori erano incompatibili con le
discordie e divisioni che la comunità di Corinto stava affrontando. Dobbiamo
stare attenti perché il nostro modo di comportarci nel quotidiano non sia una
negazione del Cristo che celebriamo e riceviamo nell’eucaristia.
Nel Vangelo ci viene presentata la
moltiplicazione dei pani secondo Luca. Con il suo racconto, l’evangelista ci spiega
cosa significa ‘spezzare il pane’ nel giorno del Signore. Quello che richiama
la nostra attenzione all’inizio del brano è che Gesù accoglie le folle e
annuncia loro il Regno di Dio con parole e gesti. Le parole di Gesù sono “la
risposta di Dio al bisogno di pienezza che ognuno si porta dentro”; e i suoi
gesti agiscono per sanare, per guarire per donare vita nuova.
Gesù condanna l’indifferenza dei
discepoli che gli consigliano di congedare la gente affinché provveda per
proprio conto a procurarsi il cibo. La risposta di Gesù: ‘Voi stessi date loro
da mangiare’ non indica soltanto dare qualcosa perché il popolo possa mangiare ma
anche un darsi in alimento come Gesù fa. Così ogni persona che mangia Gesù
diventa a sua volta eucaristia, cioè, dono per gli altri coltivando gli stessi sentimenti
di Gesù. Con Gesù non si impara a moltiplicare pani ma a condividere con i
fratelli quello che si ha e quello che si è.
Celebrare veramente l’Eucaristia è accogliere Gesù
e essere trasformati in colui che riceviamo. Questo ci fa superare ogni indifferenza
riguardo gli altri. Colpiti dall’amore del Sacro Cuore, dopo ogni Eucaristia
celebrata, siamo inviati ad essere moltiplicatori di quest’amore, attenti a chi
soffre. “Attraverso la condivisione del pane si risolve il problema della fame.
Finché le persone trattengono i doni per sé, c’è l’ingiustizia e c’è la fame;
quando quello che si ha non si considera esclusivamente proprio ma lo si
condivide per moltiplicare l’azione creatrice del Padre si crea la sazietà si
crea la abbondanza”. Che la celebrazione del Corpo e il Sangue del Signore ci
motivi ad essere quello che siamo chiamati a vivere: un solo corpo veramente
unito nel quale tutte le divisioni siano superate.
Fr Ndega
Revisione dell'italiano: Giusi
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