sábado, 22 de fevereiro de 2025

MISERICORDIOSI COME IL PADRE

 

Una riflessione a partire da Lc 6, 27-38

 

    Gesù ci ha rivelato il volto amoroso e misericordioso del Padre. Sembra che noi non abbiamo assimilato questa verità né ci disponiamo a farne l’esperienza. “Lo conosciamo male perché non ascoltiamo la voce del suo Figlio Gesù, che è venuto al mondo per rivelarcelo. Se lo conoscessimo bene, cercheremmo di essere anche noi come lui, benevoli con i malvagi e con gli ingrati”. Non ameremmo solo coloro che ci vogliono bene, coloro che ci sembrano degni del nostro amore, quelli simpatici, escludendo gli altri dal nostro amore, ma ameremmo gratuitamente, come lui.

    Viviamo in un mondo in cui prevale ancora la vecchia Legge del Taglione, che stabiliva: “Occhio per occhio, dente per dente”. Ciò significa violenza, vendetta nella stessa misura. Gesù, invece, chiede ai suoi discepoli di superare questa realtà offrendo l'altra guancia, cioè un'altra alternativa di azione. Non bisogna opporsi a coloro che sono violenti usando le loro stesse armi: saremmo come loro e la violenza non finirebbe mai. Solo la bontà del cuore può eliminare la violenza perché disarma le persone, portandole a riflettere meglio.

    Ricominciamo da capo! Cosa dobbiamo tenere presente, innanzitutto? Dio è amore. “Dio ama i nostri nemici – ecco quel che ci dice la croce – per loro egli soffre, per loro conosce la miseria e il dolore, per loro ha dato il suo Figlio amato”. Per questo è di capitale importanza che dinanzi a chi ci fa un torto, “subito pensiamo: Dio lo ama, per lui Dio ha dato tutto. Anche tu, ora, dagli ciò che hai…” il meglio di te, il tuo amore. Ma lo merita? Sì. Chi infatti merita di essere amato, chi è bisognoso del nostro amore più di colui che odia, chi fa dei torti? Chi è più povero di lui?

    Quando respingi il tuo nemico tu respingi il più povero dei poveri. Tutte le minacce, odio, aggressività sono in definitiva un mendicar l’amore di Dio, la pace, la fraternità. Per questo non dobbiamo giudicare, sparlare o condannare nessuno, poiché non si sa mai... “Perché piuttosto non condanniamo noi stesso e le nostre malefatte, che conosciamo con precisione e di cui dobbiamo dare conto a Dio? Perché usurpiamo il giudizio di Dio, che di ciascuno conosce la condizione, la capacità, il carattere, le attitudini?” Con i nostri giudizi non facciamo altro che ferire la dignità dell’altro.

    Ma perché ci capita questo, se non perché non abbiamo amore? L’amore copre un grande numero di peccati. Quando Gesù inviò i suoi discepoli li mandò per annunciare la misericordia. La nostra vita di discepoli di Cristo compie la sua finalità quando diventa un annuncio dell’amore e della misericordia del Padre come è stata quella di Cristo stesso. Solo così, saremo un vangelo vivente.


Fr Ndega

Revisione dell'italiano: Giusi

 

 

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