sexta-feira, 15 de novembro de 2024

I MOMENTI DI PROVA SONO OPPORTUNITÀ DI CRESCITA

 

Riflessione a partire da Dan 12, 1-3; Eb 10, 11-14; Mc 13, 24-32




 

    “Come devono comportarsi i cristiani nei momenti difficili e davanti alle incertezze di questo nostro tempo? Come persone di speranza, con totale fiducia nella vicinanza di Cristo. È la certezza della sua vicinanza che ci dà la forza per affrontare le prove della vita. Questa certezza viene nutrita nell’incontro quotidiano con la sua Parola, che è sempre attuale. In questo giorno ricorre anche la Giornata Mondiale dei Poveri, che ci ricorda l’impegno cristiano per la trasformazione della realtà sociale. Secondo Papa Francesco, “la povertà non è frutto del destino ma conseguenza dell’egoismo”. In questo senso nessuno può dire: “Questa realtà non ha nulla a che fare con me”.  

    Il brano del profeta Daniele è uno dei testi dell’Antico Testamento che parlano di fede nella risurrezione (vedi anche 2 Mac 7, 9). Questa profezia è sorta in un periodo in cui il popolo di Israele era sotto il dominio greco e soffriva molto. Molti di loro avevano smesso di credere nel Dio dei padri e coloro che cercavano di mantenere la fede avevano bisogno di un messaggio di speranza per continuare il loro cammino. Dio è sempre presente in mezzo al suo popolo e lo motiva quando deve affrontare delle situazioni difficili. La risurrezione promessa viene compiuta con la risurrezione di suo Figlio dai morti, come primizia di una moltitudine di fratelli e sorelle che credono in Lui.   

    La lettera agli Ebrei sottolinea che il sacrificio di Cristo ha superato tutti i sacrifici che i sacerdoti compivano nell’Antico Testamento. I sacrifici che offrivano non avevano la forza per rimuovere i peccati della gente, cioè erano inefficaci. Riguardo Cristo, Egli ha offerto se stesso una volta per tutte e proprio per questo la sua offerta è stata in grado di purificarci dai peccati e fare sorgere una umanità nuova. In ogni messa celebriamo il mistero di questo unico sacrificio rinnovando la nostra adesione alla vita che esso offre, per la nostra salvezza e per tutti.  Quello che tocca a Cristo è assicurarci la salvezza; a noi tocca accoglierla e essere strumenti di essa.

    Gesù mette in guardia i suoi discepoli riguardo agli eventi tragici della storia con le conseguenze che ne derivano per la loro vita. Non vuole terrorizzare, ma invitare alla fiducia poiché davanti alla sua manifestazione gloriosa le potenze dei cieli, cioè, i potenti di questo mondo saranno sconvolti. Quando Marco scrisse il suo vangelo la comunità cristiana viveva un periodo di crisi a motivo delle ininterrotte persecuzioni, che causavano la morte di molti membri (i martiri) e che portavano altri a rinunciare alla loro identità di seguaci di Gesù. Questa situazione sembrava la fine del mondo. Coloro che perseveravano si domandavano: “Cosa vuol dire tutto questo?”. Il ricordo degli insegnamenti di Gesù li motivò alla perseveranza, consapevoli che se Gesù è il punto di riferimento di tutto, allora, la vita e la storia non camminano per una fine ma per un vero fine: Gesù stesso.

    Egli è vincitore del peccato e della morte e farà vincitori tutti coloro che lo seguono. Alla sua venuta alla fine dei tempi, cioè, all’adempimento dei tempi, vuol trovarci perseveranti nel bene, fedeli ai suoi insegnamenti per condividere con lui la sua stessa gioia. La sua Parola ci dice che le prove e difficoltà accompagnano la nostra condizione di cristiani, però ci assicura anche la vicinanza del Signore: “Sappiate che Egli è vicino, è alle porte!” Siccome non sempre riusciamo a capire gli avvenimenti attorno a noi, dobbiamo avere fiducia nel Padre, consapevoli che “siamo nelle sue mani e, quindi, in buone mani. Nulla sfugge al suo sguardo. Tutto è orientato secondo un piano suo di saggezza e bontà” (San Giovanni Calabria).

    Quindi, dalla nostra parte, fiducia in Dio che guida la nostra storia. Siamo invitati a continuare la missione del suo Figlio Gesù attenti ai segni della sua presenza accanto a noi. Perché lui sia davvero Sovrano nella nostra vita, molti falsi idoli devono perdere il loro splendore, ad esempio, i falsi valori e le false immagini di Dio che coltiviamo, frutto delle nostre paure, la mentalità e i comportamenti contrari agli insegnamenti del Vangelo, ecc. Basta ipocrisia! Basta mediocrità! Viviamo con fedeltà, gioia ed entusiasmo la nostra vocazione e tutto sarà bello per noi e per gli altri!


Fr Ndega

Revisione dell'italiano: Giusi

 

 

 

 

 

 

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