Una riflessione a partire da Gn 3, 9-15.20; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1, 26-38
I tempi messianici iniziano con uno
invito alla gioia: “Rallegrati, piena di grazia!” Dire piena di grazia richiama
anzitutto a un dono, vale a dire, Maria è stata ricolmata di grazia, cioè, è la
creatura umana che Dio ha plasmata in modo perfetto e questa è la ragione della
sua gioia: il dono che Dio le ha
fatto. Nella sua umile serva, Dio offre a tutti il modello cui l’umanità è
chiamata: “Ti lodo, ti rendo grazia, Signore, tu mi hai fatto come un prodigio”
(Sl 139).
Allo stesso tempo Maria rimane
turbata, ma non ha paura. Ha soltanto il sacro timore dinanzi alla misteriosa
realtà di Dio, “è il sentimento che invade tanto più la creatura quanto più
essa è pura. Nella sua umiltà perfetta, Maria comprende tre cose: la grandezza
della missione ricevuta, la gratuità del dono, la sproporzione tra la propria
piccolezza e l’onnipotenza divina”. Ma si tratta di un’onnipotenza che si fa
vicinanza e riempie di senso e di gioia la nostra quotidianità.
La festa dell’Immacolata ci parla
dell’innocenza assoluta di Maria come un mistero di gioia e di grazia al quale
siamo chiamati anche noi. Ci sono alcune immagini che la Sacra Scrittura usa
per parlare di questa realtà: Nell’Antico Testamento, per esempio, abbiamo l’espressione
“vesti di salvezza”; nel Nuovo, si tratta dell’abito reso candido dal sangue
dell’agnello. Maria prova questa realtà ancor prima della sua nascita. Anche
noi la proviamo quando riceviamo il battesimo.
Il Padre ha come battezzata Maria in
anticipo nel mistero della morte e della risurrezione di Cristo per presentarla
tutta bella, tutta donata. Non tutta estranea alla nostra umanità, ma una di
noi e ciò che siamo chiamati ad essere. Ecco perché il Concilium Vaticano II
attraverso la Lumen Gentium la chiama di “Immagine della Chiesa realizzata”. Il
nostro amore per la Madonna sostanzialmente si deve concretizzare nel desiderio
di vivere profondamente il suo mistero, quello di essere tutta di Dio, tutta
affidata a Lui, facendo del nostro cuore una piccola Nazareth e della nostra
vita un pezzetto di terra in cui il seme del Verbo possa accadere serenamente,
esservi accolto generosamente, germinare timidamente e fiorire in tutta la sua
bellezza.
Fr Ndega
Revisione dell'italiano: Giusi
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