Riflessione a partire da Gn 22, 1-2.9a. 10-13. 15-18; Rm 8, 31b-34; Mc 9, 1-9
Nel nostro
cammino verso la Pasqua siamo invitati a salire sul Monte con Gesù per fare
un’esperienza di trasfigurazione, vale a dire un’esperienza della bellezza di
Dio, per conoscere meglio l’identità di Cristo e dare piena adesione al suo
progetto di vita. La bellezza di Dio è più visibile in noi quando ci lasciamo
trasfigurare, cioè, cambiare dalla Parola del suo Figlio amato.
Nella prima
lettura Abramo viene messo alla prova e risponde a Dio con totale disponibilità
e fiducia. Ha dovuto però cambiare l’immagine di Dio che aveva, secondo la
quale sembrava un bene il sacrificio del figlio. Interrompendo il sacrificio di
Isacco, Dio si rivela ad Abramo come Colui che dona la vita e non come colui che
la toglie. Egli condanna ogni forma di sacrificio umano e ogni pratica
religiosa che sfrutta le persone in nome di Dio. Non possiamo piacere a Dio se
rendiamo impossibile l’esistenza degli altri (con le nostre scelte, giudizi,
atteggiamenti e risentimenti).
Il brano ai
Romani è un inno all’amore con cui Dio ci ha amati donandoci suo Figlio per la
nostra salvezza. Tramite questo suo gesto siamo stati uniti per sempre al
mistero di Cristo. Nulla può disfare quello che Dio ha fatto, né impedire la
testimonianza gioiosa e fedele di coloro che si sentono amati da Cristo. Se la
nostra testimonianza non è ancora gioiosa e fedele è perché forse non ci
lasciamo amare abbastanza. Ma questo non ha a che fare con Dio il quale ha già
fatto tutto.
L’evento della
trasfigurazione è comune a tutti i sinottici, ma con alcune varianti. Per
esempio, all’inizio di questo brano di Marco, troviamo l’espressione “sei
giorni dopo”. Questa stessa espressione la incontriamo in Matteo, ma è diversa
in Luca che parla di “circa otto giorni dopo”. Quindi, sei o otto giorni prima di
questo avvenimento, Gesù parla della consegna di sé presentando le condizioni
per seguirlo e poi, capendo che si sono spaventati, prende tre di loro e li
porta su un alto monte. Cosa vuole mostrare Gesù con questo suo gesto?
In quel luogo,
Gesù mostra ai discepoli un po’ della sua gloria e la realtà futura della vita
di coloro che lo seguono fedelmente. Egli invita loro a fare l’esperienza
“dell’Alto”. A partire dall’alto possono vedere meglio e, così, capire il senso
della consegna del Maestro. Questa esperienza ha come scopo quello di rivelare
la vera identità di Gesù e riempire di senso la loro partecipazione alla sua missione.
Il Cristo trasfigurato invitava loro a lasciarsi trasfigurare altrettanto,
cioè, a guardare con gli occhiali di Dio per vedere in modo diverso. Non sempre
la realtà è come la vediamo noi. Solo con Gesù possiamo guardare oltre. Lui ci
dice che c’è un di più che richiede di essere scoperto.
La presenza di
Mosè e di Elia fa riferimento alla rivelazione nell’Antico Testamento. Questi
due parlavano con Gesù sull’esodo che egli doveva compiere a Gerusalemme, vale
a dire, la sua passione, morte e risurrezione. La loro testimonianza ribadisce
l’unità della Scrittura nella persona di Gesù e la voce del Padre invita i
discepoli ad ascoltarlo, cioè, a fare tesoro delle sue parole. Ascoltare nella
Bibbia è un verbo importantissimo; esprime il giusto atteggiamento della
persona pia di fronte alla Parola di Dio, assumendo l’impegno di praticare ciò
che ha sentito. Così ascoltare la Parola è intimamente correlato alla sua
pratica; è dare piena adesione ad essa.
Motivati dalla
testimonianza del Padre, i discepoli sono invitati a scendere dal monte
disposti ad accompagnare Gesù fino in fondo. Ogni giorno siamo invitati a
sperimentare una trasfigurazione nuova tramite l’ascolto della Parola di Gesù. Questa
esperienza ci fa mettere al primo posto “l’ascolto dell’interiorità che ci
porta in alto, sul monte, a fissare lo sguardo su Cristo” per riconoscerlo nei
volti sfigurati di molti fratelli e sorelle intorno a noi ed avere verso di
loro gli stessi sentimenti e atteggiamenti di Gesù Cristo. La motivazione di cui abbiamo bisogno per
seguirlo fino in fondo viene dall’ascolto della sua Parola, che ci offre il
modo giusto per discernere, per scegliere e vivere anche noi da figli amati di
Dio. Insomma, la Parola ci trasfigura.
Fr Ndega
Revisione dell'italiano: Giusi
Nenhum comentário:
Postar um comentário