Riflessione a partire da Mt 25, 1-13
È bello sapere che la nostra vita
cristiana è uno sposalizio, cioè, abbiamo ragione a fare festa e vivere nella
gioia perché lo sposo è con noi. Siccome la nostra fede è il rapporto tra due
realtà, vale a dire, il già e il non ancora, la liturgia odierna ci ricorda
quest’altra dimensione: siamo in attesa dello sposo che deve venire e che allo
stesso tempo ci attira a sé. Questo ci fa pensare la vita cristiana anche come
un cammino, non triste ma gioioso perché camminiamo verso lo sposo.
Bisogna però che ci domandiamo: come stiamo
camminando verso lo sposo? Arriverà il momento in cui dobbiamo presentarci
davanti a lui e rendere conto di tutti i doni ricevuti, soprattutto del dono
della fede. “Come la sapienza cristiana s'identifica con la saggezza e la
previdenza delle cinque vergini che hanno preso con sé l'olio, così la
stoltezza ci assomiglia alle cinque stolte, che hanno sì, preso con sé le
lampade, ma non si sono rifornite di olio sufficiente”.
Questo ci fa pensare a tanti di noi
che diciamo di credere, ma non agiamo in conformità alla fede che professiamo.
Così la lampada lentamente si spegne perché non alimentata a sufficienza. Viene
da pensare anche a coloro che abusano del tempo e con stoltezza non ne considerano
la fine. Vivono come se la loro fissa ed ultima dimora dovesse essere per
sempre quaggiù. È inevitabile poi che si trovino o che ci troviamo impreparati,
cioè, senza avere fatto valere la pena di vivere quando il grido di amore dello
sposo sopraggiunge.
La vita cristiana è una esperienza di conoscenza, cioè, di relazione, di intimità con lo sposo. Non siamo diventati cristiani per ascoltare al tramonto della nostra esistenza le parole: «non vi conosco». Per questo Gesù dice: "Vegliate"! Trattasi di un appello di colui che non ci vuole perdere, di colui che desidera salvare l'essere umano dalla sua solitudine e dalla morte, ma senza togliergli la libertà di aderire o rifiutare questo invito. "In questo "Vegliate" c'è tutta la Passione di Dio per noi, il suo desiderio di donarsi tutto, senza imporsi". Allora, cercando di vivere una fede ardente e una carità operosa finché è giorno, pensiamo alla fine della nostra vita come ad un incontro con questo Sposo buono che ci accoglie nella sua festa di nozze e ci fa partecipare alla sua gioia.
Fr Ndega
Revisione dell'italiano: Giusi
Nenhum comentário:
Postar um comentário